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Le amare tifoserie all'ombra del Cupolone

Mons. Georg Gänswein, un'autobiografia che ha tutto il sapore della vendetta

di mons. Tommaso Stenico - Papa Benedetto dorme il sonno della pace nelle Grotte della Basilica Vaticana e in superficie si è scatenato un prevedibile attacco a distanza tra conservatori e progressisti, alimentato anche dalle sorprendenti dichiarazioni di Georg Gänswein.

Lo stesso segretario particolare di Papa Benedetto XVI ha annunciato la pubblicazione di un libro per il prossimo 12 gennaio a titolo: ''Nient’altro che la verità”, in cui si rimprovererebbero alcune decisioni di Papa Francesco.
La prima si riferirebbe al suo allontanamento dalla Prefettura della Casa Pontificia, pur mantenendone la titolarità.
La seconda che è data da conoscere è relativa alla decisione del 2021 di Papa Francesco di abolire le norme giuridiche promulgate nel 2007 da papa Benedetto XVI per celebrare la messa in latino secondo il Messale romano del 1962. “Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu Proprio con il dolore nel cuore” sembra abbia dichiarato Gänswein con una tempistica degna di un elefante in una cristalleria.

Le tifoserie in Vaticano, purtroppo, ci sono sempre state. Ma ritengo che “l’ora e qui” sia da deprecare. La morte di Papa Benedetto merita il grande silenzio. È morto un riconosciuto Padre della Chiesa. È ritornato alla Casa del Padre un Pontefice che ha amato la Chiesa e ha dato la sua vita per lei fino alla fine. Prima con l’insegnamento della sana dottrina, poi con il servizio pastorale, infine, nell’ultimo tratto di cammino, con la preghiera.

Tutto questo non può essere offuscato illazioni, supposizioni, narrazioni che in ogni modo avrebbero il sapore della parzialità. E la cosa deve essere preoccupante se lo stesso Papa Francesco ha sentito il dovere di intervenire direttamente nell’omelia della Solennità della Epifania mettendo in guardia dai falsi idoli “che ci seducono con il fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie”.

Già il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, in una intervista a un quotidiano italiano disse: «La contingenza storica che ha visto convivere nello stesso tempo due Successori di Pietro ha configurato per la Chiesa una situazione istituzionale inedita, che poteva anche essere delicata. Qualcuno magari ha pensato di approfittarne, e magari ci ha anche provato, per spargere confusione. Ma non è riuscito nel suo intento».

Sarebbe ben triste cosa scuotere i giorni del lutto per la morte di Papa Benedetto con rivendicazioni taciute per 10 anni e ora pubblicate in una presunta autobiografia che ha tutto il sapore della vendetta.   

La conclusione è ancora di papa Francesco: «La Chiesa perde la sua credibilità quando viene riempita da ciò che non è essenziale alla sua missione o, peggio, quando i suoi membri, talvolta anche coloro che sono investiti di autorità ministeriale, sono motivo di scandalo con i loro comportamenti infedeli al Vangelo».

 

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