Giuditta con la testa di Oloferne, Ringling Museum of Art
Giuditta con la testa di Oloferne, Ringling Museum of Art
Arte, Cultura & Spettacoli

Fede Galizia mirabile pittoressa

Donne & Arte - Non furono molte le pittrici che han lasciato un segno nella storia

Non sono molte le pittrici che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte ma tra Cinque e Seicento alcune raggiunsero fama e successo. Accanto a Sofonisba Anguissola e Artemisia Gentileschi spicca  Fede Galizia, pittrice di origine trentina.

La sua specialità erano le "Giuditte" da cui l'immagine della mostra. L'eroina biblica, come noto, taglia la testa al dio Oloferne e proprio questo dipinto è la prima opera a noi nota. A Fede Galizia piacevano le donne coraggiose.

E' una artista molto importante: replica il Parmigianino, eccelle come ritrattista, realizza pale d'altare e meravigliose nature morte belle come quelle di Caravaggio. Il Merisi le avrà viste? Conosciute? O lei vide le sue? Non lo sappiamo.

Coppa di vetro con pesche, mele cotogne, fiori di gelsomino e una cavalletta

Conosciamo pochissime notizie della sua vita, dove nacque e dove è morta. La mostra, curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, aspira a rispondere, tramite la presentazione delle opere dell’artista e adeguati confronti, alla domanda: perché Fede Galizia piaceva tanto? Quali sono le ragioni del suo successo nell’epoca in cui visse? Quanto ha pesato, in questo, il suo essere donna? Come cambia l’apprezzamento di un’opera d’arte tra il lungo crepuscolo del Rinascimento e il mondo di oggi?

Sappiamo dunque soltanto che fu una grande artista, nel mezzo di una produzione essenzialmente maschile, e che è documentata a Milano a partire almeno dal 1587. Vive prevalentemente nella città lombarda fino alla morte, avvenuta dopo il 1630. Il trasferimento – da Trento a Milano – della famiglia Galizia, di origini cremonesi, deve essere avvenuto sulla scorta del poliedrico padre, Nunzio, artista pure lui, impegnato nel mondo della miniatura, dei costumi, degli accessori, ma anche in quello della cartografia.

Fede – un nome programmatico per l’Europa della Controriforma – ottiene un successo straordinario tra i committenti dell’epoca, tanto che opere sue raggiungono, prima del 1593, tramite la mediazione di Giuseppe Arcimboldi, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.

Fede Galizia, Ritratto di Paolo Morigia - Milano, Veneranda Pinacoteca Ambrosiana

Gli studi novecenteschi, soprattutto italiani ma non solo, hanno dato particolare risalto all’attività di Fede come autrice di nature morte, alle origini di questo fortunato genere. Sembra giunto il momento di ripensare nel suo complesso il profilo dell’artista, che realizzò soprattutto ritratti ma anche pale d’altare, destinati a sedi tutt’altro che locali (Montecarlo e Napoli, per esempio).

Le è stata dedicata una bellissima mostra nel 2021 al Castello del Buonconsiglio (3 luglio-25 ottobre 2021) a cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa.

Si potrebbe dire la prima mostra monografica a lei dedicata. Un intero piano del Castello fu dedicato alla sue opere con un allestimento a capsule, spazi ovattati entro i quali sono incastonate le opere (9 capsule per 9 sezioni). C'erano un’ottantina di opere tra dipinti, disegni, incisioni, medaglie e libri antichi. E oltre a opere di Fede Galizia, quelle di Plautilla Nelli, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Barbara Longhi provenienti dai più importanti musei italiani, come la Pinacoteca di Brera e il Castello Sforzesco di Milano, gli Uffizi di Firenze, l’Accademia Carrara di Bergamo, Palazzo Rosso di Genova, la Fondazione Cini di Venezia, la Galleria Borghese di Roma, oltre ad alcuni prestiti internazionali.

 

 

Cornice con i ritratti di Jacopo Menochio e Margherita Candiani che Fede Galizia realizza con il padre Nunzio Galizia
 

 

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Gallery

Commenti (0)