
Palazzo Pitti e il Mibact difendono il copyright delle immagini
La Galleria dell'Accademia di Firenze difende il suo David: ''non si usa''
La battaglia contro i bagarini online non è mai finita. A Firenze succedeva che le agenzie acquistassero biglietti d’ingresso dei Musei rivendendoli a prezzi maggiorati rispetto a quelli praticati dalle biglietterie dei Musei stessi. Tra loro anche agenzie e una di queste è stata addirittura condannata per violazione dei diritti di copyright.
"Lo diciamo da sempre: è totalmente inaccettabile il bagarinaggio online che approfitta del nome degli Uffizi per proporre biglietti a prezzo maggiorato a persone ignare del costo reale dell'ingresso in museo" afferma Eike Schmidt direttore delle Gallerie degli Uffizi che ha predisposto una black list dei siti che compiono questo tipo di operazioni illegali. Alcuni sono stati chiusi, altri sono in causa legale con l'Avvocatura dello Stato.
Per far fronte al problema del bagarinaggio in rete, nel settembre 2017 il sito www.uffizi.it si è dotato del sistema di acquisto online del ticket. Ma la direzione vigila anche sull'uso dell'immagine delle sue opere. Una sentenza fissa un paletto ben preciso e riguarda l'uso che si fa del l’immagine del David di Michelangelo e del patrimonio culturale in genere.
Il Codice dei beni culturali, infatti, riserva all’autorità che ha in consegna il bene culturale (in questo caso la Galleria dell’Accademia) il diritto di consentirne la riproduzione, previa richiesta di concessione e pagamento del canone, stabilito dall’autorità stessa.
La Galleria si è quindi rivolta all’Avvocatura dello Stato contro "Visit today" che non ha mai chiesto né ottenuto tale concessione ma usava sia sul suo sito web che nel materiale commerciale l’immagine del David di Michelangelo per pubblicizzare la sua attività commerciale.
La sentenza che ne scaturì, la inibiva - su tutto il territorio italiano ed europeo – di utilizzare a fini commerciali la riproduzione dell’immagine del David di Michelangelo. L’ordinanza ordinava inoltre il ritiro dal commercio e la distruzione di tutto il materiale pubblicitario con la riproduzione in questione. Non è tutto: nel dispositivo c'era l’immediata eliminazione dal sito internet di tale agenzia dell’immagine del David che ha dovuto pubblicare l’ordinanza a sue spese su tre quotidiani a diffusione nazionale e tre periodici a scelta della Galleria dell’Accademia di Firenze e naturalmente anche sul proprio sito internet. Infine una penale pari a € 2000,00 a favore del Ministero per ogni giorno di inottemperanza e tutte le spese del procedimento.
Una vittoria che costituisce un precedente importante a disposizione di tutti gli Istituti del MIBACT al fine di porre in essere tutte le iniziative necessarie per reprimere simili forme di riproduzione abusiva.
E da qui in poi sono tutti avvisati: il David non si usa per fini commerciali. Dobrebbe essere evidente, purtroppo non così, e la sentenza aiuta a ristabilire un punto fermo.
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