Arte, Cultura & Spettacoli

La Biblioteca degli Uffizi di Firenze

Una delle gemme del Dipartimento per l’Educazione delle Gallerie degli Uffizi

Possiede un fondo manoscritti riferiti a personalità di rilievo in ambito storico artistico: 493 pezzi, fra documenti di artisti, cataloghi ed inventari di oggetti d’arte quali dipinti, sculture, gemme, cammei, intagli, medaglie, monete, etc., appartenenti alle famiglie dei Medici e dei Lorena, redatti, prevalentemente, nei secoli XVI-XIX.

La Biblioteca degli Uffizi (ex-biblioteca magliabechiana)  è uno dei tanti tesori di Firenze. possiede Inventari della Tribuna dal 1589 fino al 1890, i carteggi degli artisti, dei Direttori, degli Antiquari, le guide storiche, biografie di artisti, cataloghi di mostre e musei di tutto il mondo, nonché importanti documenti fondamentali per ricostruire la storia e la provenienza dei beni delle collezioni museali. E fondi preziosi, unici e irripetibili. Tra questi il Fondo Carocci con le sue fondamentali notizie sulla Firenze medievale prima del risanamento urbanistico di fine '800, che sono state digitalizzate e oggi sono a portata di mouse.

La Biblioteca è dunque fonte preziosa per la storia della Galleria degli Uffizi e dei Musei fiorentini, ma come prese corpo? Fu Antonio Magliabechi, erudito, bibliofilo italiano e bibliotecario dei granduchi medicei di Toscana  (nato a Firenze nel 1633 dove muore nel 1714), figura cruciale nella costituzione della Biblioteca che Cosimo III affidò la custodia della Biblioteca Medicea Palatina, a Palazzo Pitti, e lavorò anche  per la biblioteca del Cardinal Leopoldo, ma anche  della raccolta libraria del principe Ferdinando, formatasi alla fine del Seicento.

Alla sua morte il Magliabechi lasciò un'eredità di circa 30.000 volumi (manoscritti e a stampa), parte presso la sua abitazione in via della Scala e parte in Palazzo Vecchio. Grazie a questa donazione Firenze ebbe la sua prima biblioteca pubblica, nucleo originario dell'attuale Biblioteca Nazionale Centrale.

Per sistemare i volumi, gli esecutori testamentari Marmi e Comparini, che furono i primi bibliotecari della raccolta, provvidero a prendere in affitto presso gli Uffizi l'antico teatro degli Istrioni-proprietà della Dogana di Firenze-conosciuto nel Cinquecento come il Teatrino della “Baldracca” dal nome dal malfamato quartiere di osterie e bordelli dove si esibivano gli attori della Commedia dell'Arte, istrioni degli spettacoli popolari.

Per l'allestimento della Biblioteca e la sua preparazione in vista dell'apertura al pubblico, ebbe però un ruolo determinante l'intervento del granduca Gian Gastone de’ Medici che si adoprò per istituire a favore della Magliabechiana il diritto di stampa e il deposito legale dei libri da parte di tutti i tipografi di Firenze. Nel 1747 - regnante Francesco Stefano di Lorena - la Biblioteca Magliabechiana fu aperta al pubblico diventando per oltre due secoli ritrovo degli accademici fiorentini e dei più illustri studiosi italiani e stranieri.

E a seguito dell’unità d’Italia, nel 1885 la Magliabechiana acquisì il titolo di Biblioteca Nazionale Centrale.

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