Arte, Cultura & Spettacoli

Firenze, il controverso abete dantesco

Giuseppe Penone fa spuntare un albero in Piazza della Signoria

L' abete gigantesco di oltre 22 metri che protende i suoi rami metallici verso il cielo in piazza della Signoria, nel cuore di Firenze, è spuntato per il “Dantedì” fiorentino.

L'opera è ispirata al Canto XVIII del Paradiso:  “...l'albero che vive de la cima / e frutta sempre e mai non perde foglia” (vv. 29-30) ovvero quanto Cacciaguida degli Elisei dice a Dante del luogo in cui si trova e si intitola semplicemente “Abete” . E' stata realizzata dall'artista piemontese Giuseppe Penone (esponente dell' Arte Povera) che da sempre lavora con gli alberi.

Diciamolo subito: i fiorentini han storto il naso per l’abete monumentale ma l'arte contemporanea ha sempre fatto discutere. E come era naturale che accadesse c'è stata qualche polemica. Si chiama “Abete”  e secondo la visione dell'artista sviluppa la continuità tra cultura e natura, tra il tempo della storia e quello della vita, tra passato e presente. Penone ha sempre lavorato con gli alberi: uno di questi si trova nella hall di ingresso al Mart di Rovereto. L'artista predilige le conifere, per il loro tronco resistente alle torsioni.

Gli alberi, tema caro nell’opera di Penone, sono anche tra i simboli fondamentali nella Divina Commedia, dalla selva iniziale all’albero rovesciato nel Paradiso. Nel caso dell'abete dantesco tronco e i rami sono stati realizzati in fusione di acciaio inossidabile, avvolta da un reticolo che conferisce all’installazione un senso ascendente: i 18 elementi che lo formano sono stati modellati in bronzo.

“L’arte contemporanea in piazza della Signoria ha conosciuto dibattiti anche accesi, fin dai tempi del David di Michelangelo e dell’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli - commenta divertito il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt - questo è sempre stato un segno della vivacità dei fiorentini, che ora potranno meditare (e perché no, polemizzare) sui molti significati dell’installazione di Penone. Rimane comunque il fatto che questo “albero dantesco” che nell’intenzione dell’artista si rifà ai versi dell’Alighieri, mescola un’idea astratta della natura – non a caso in metallo - alla concretezza tutta petrosa del centro di Firenze''.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella vede nell'opera un segno positivo e di speranza.  “L’albero per sua natura volge lo sguardo verso il cielo, verso quelle stelle agognate da Dante, verso la salvezza. Quale migliore simbolo dunque, in questo anno drammatico, di una speranza di rinascita e di ripartenza dopo la pandemia? Firenze celebra il suo Poeta e il suo Capodanno con questa icona nella sua piazza principale, da alcuni anni teatro di arte pubblica contemporanea, come segnale di ripartenza a cominciare dalla cultura, dall’arte e dalla natura”.

L’installazione, curata dagli Uffizi in co-promozione con il Comune e la collaborazione dell’associazione Arte continua, costituisce un’anticipazione di Alberi In-Versi, mostra dedicata a Penone che le Gallerie ospiteranno dal 1 giugno al 12 settembre 2021 sempre nell’ambito delle celebrazioni dantesche previste per il 2021.

Sull'Abete, nel salotto buono di Firenze, lasciamo invece ai posteri l'ardua sentenza.

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