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Trento, il Castello del Buonconsiglio

Il Fogolino fu l'artefice di molte delle sue meraviglie

Il Castello del Buonconsiglio non è solo un magnifico maniero pieno di storia dove si celebrò per 16 anni il Concilio di Trento. Dal secolo XIII fino alla fine del XVIII residenza dei principi vescovi di Trento, è composto da una serie di edifici di epoca diversa, racchiusi entro una cinta di mura in una posizione leggermente elevata rispetto alla città.

Castelvecchio è il nucleo più antico, dominato da una possente torre cilindrica; il Magno Palazzo è l’ampliamento cinquecentesco nelle forme del Rinascimento italiano, voluto dal principe vescovo e cardinale Bernardo Cles (1485-1539); alla fine del Seicento risale invece la barocca Giunta Albertiana.

"E' un organismo vivente" afferma la sua direttrice professoressa Laura Dal Prà. Ed è anche una macchina turistica straordinaria parte di un insieme di 5 castelli: lo stesso Buonconsiglio, Castel Beseno, Castel Stenico, Castel Thun e Castel Caldes. Non c'è turista che arrivando a Trento non desideri visitarlo. E' il monumento in assoluto più visitato.

 

La parte più antica di Castelvecchio, svela allo sguardo attento del visitatore una vera e propria politica per immagini: l'arte, qui più che altrove, fu al servizio del potere temporale dei vescovi di Trento, che per secoli governarono il territorio e Marcello Fogolino fu l'artefice di molte meraviglie. Fu artista notevolissimo ma la fama venne offuscata dalle sue vicende private. Il Bonconsiglio lo celebrò nel 2017 con la mostra “Ordine e bizzarria. Il Rinascimento di Marcello Fogolino” . La condanna per l’omicidio di un barbiere, commesso (pare), insieme al fratello Matteo, la messa al bando, l’attività di spionaggio a favore della Serenissima, gli alti e bassi con la committenza delineano un personaggio dalle tinte forti.

Il pittore fu costretto così a una forzata permanenza in Trentino, ma riuscì a guadagnarsi, con la sua opera, la fiducia del principe vescovo Bernardo Cles fino a divenirne il pittore di corte e, poi, del suo successore, il principe vescovo Cristoforo Madruzzo.

Frulano e figlio d’arte - suo padre era un pittore di buon livello – da giovane era stato mandato a bottega da Bartolomeo Montagna, a Vicenza. La sua pittura mostra un distacco dai modelli quattrocenteschi e una adesione alle novità che, nelle ville e chiese venete, stava imponendo il Veronese. Destino volle che Fogolino approdasse a Trento dove, tra il 1528 e il 1533, si costruiva il Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio, un grandioso cantiere rinascimentale nel quale pittori, scultori, artigiani, garzoni di bottega lavorarono a tempo record per rendere sontuosa la nuova dimora rinascimentale del principe vescovo Bernardo Cles.

Fogolino trovò fama, commissioni e, grazie alla protezione vescovile e alla benevolenza della corona imperiale austriaca, un sicuro rifugio. I suoi cicli affrescati nel Magno Palazzo sono frutto del particolare clima culturale che contraddistinse i Principi Vescovi. Nel Magno Palazzo si possono ammirare  le opere rinascimentali e nella Giunta albertiana le opere barocche. Il Principe Vecovo amava circondarsi del Bello. Il Refettorio, venne affrescato magistralmente da Marcello Fogolino intorno al 1532 e la Cantina fu fatta scavare interamente nella roccia.

Il Torrione da Basso è la sala circolare decorata fra il 1532 e il 1533 da Marcello Fogolino ed è il suo capolavoro. L'iconografia si ispira a personaggi ed avvenimenti di storia romana, ed ha come tema l'esaltazione dell'impero antico, dal quale i regnanti moderni dovevano trarre stimolo ed esempio per la creazione del loro "imperio".

Il Torrione da Basso circolare decorato da Marcello Fogolino

All’estremità meridionale del complesso si trova Torre Aquila, che conserva all’interno il celebre Ciclo dei Mesi, uno dei più affascinanti cicli pittorici di tema profano del tardo Medioevo. Di straordinario interesse l’apparato decorativo interno, realizzato dai vescovi in prevalenza nel periodo tardo-medioevale e in quello rinascimentale. Dopo la fine del principato vescovile (1803) il castello venne adibito a caserma; restaurato, nel 1924 divenne sede del Museo Nazionale e dal 1973 appartiene alla Provincia autonoma di Trento.

In questi ultimi anni il Buonconsiglio ha migliorato i servizi al visitatore, con postazioni multimediali, plastici interattivi e filmati per rendere il castello ancora più accattivante e al passo coi tempi. Alle Marangonerie è  possibile conoscere Trento nel tempo, grazie ad un plastico interattivo della città con proiezioni sui suoi 2000 anni di storia, dalla Tridentum Romana alla Trento ottocentesca.

Una grande parete immortala in una carta geografica il Trentino con 5 brevi filmati dedicati ai castelli provinciali, con informazioni storico-artistiche sul territorio in touch screen e le  ricostruzioni in 3d delle fasi evolutive e architettoniche del Castello del Buonconsiglio.

installazioni multimediali per raccontare la storia di Trento

Completano il percorso tre sale espositive speciali: quella dedicata a Cesare Battisti nella Torre Granda e le due  dedicate alla storia delle genti trentine all’ex Lapidario. Da non perdere le collezioni duecentesche-medievali di Castelvecchio, per terminare nel bellissimo bookshop collocato nel Revolto sotto la "Loza del Romanino" con articoli di gran gusto e in tema con le mostre temporanee.

Una recente mostra dedicata ai capolavori dall’antica residenza dei Principi vescovi ha permesso di celebrare un ritorno: quello degli Apostoli, affascinante storia di un fortunato ritrovamento di due magnifiche sculture seicentesche in bronzo dorato molto probabilmente commissionate dal principe vescovo e fino al 1803 conservate nella dimora del principe vescovo al Castello del Buonconsiglio. Disperse poi sul mercato antiquario agli inizi del Novecento le due magnifiche sculture seicentesche sono ritornate nelle collezioni museali del Castello del Buonconsiglio ed esposte nella mostra a loro dedicate.

Anche la biglietteria fa comunicazione offrendo  al visitatore, sin dal momento del biglietto, un preview interessante grazie a grandi pannelli degli affreschi di Torre Aquila, alcuni video dei 5 castelli. In questo punto anche l’iscrizione lapidea del primo quarto del Seicento che riporta incisa nella pietra la scritta in italiano e tedesco  “Qui si paga il dazio”. Posto più appropriato... non poteva esserci.

 

"...qui si paga dazio"

Il castello custodisce una ricca collezione di dipinti, affreschi staccati, sculture lignee, cassapanche, stampe, medaglie, bronzetti, vetri, maioliche e di carattere etnografico. Ed inoltre numerose collezioni d’arte e archeologia il cui primo nucleo si formò alla metà del secolo XIX nell’ambito del Museo Civico di Trento; comprendono oggetti che coprono un ampio arco cronologico dalla preistoria fino alla prima metà dell’Ottocento e documentano le vicende storiche e artistiche della città di Trento e del suo territorio.

Info:www.buonconsiglio.it

 

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