Arte, Cultura & Spettacoli

Castello del Buonconsiglio celebra Cipper

Mostra dedicata al ''Tedesco'' Giacomo Francesco Cipper

Il Castello del Buonconsiglio non è solo un magnifico maniero pieno di storia, ma anche un Museo, anzi il principale museo del Trentino. Qui si celebrò per 16 anni il Concilio di Trento. Ma fu anche il luogo dove vennero incarcerati e giustiziati gli eroi Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Nazario Sauro. La strada per diventare museo nazionale è stata lunga, ma i suoi 100 anni li ha vissuti da vero baluardo della cultura trentina e li ha degnamente celebrati nel 2024.

Per l'estate 2025 il Castello del Buonconsiglio dedica una grande mostra al pittore Giacomo Francesco Cipper (Feldkirch, 1664 – Milano, 1736) comunemente noto come il Todeschini (ma firmava i suoi quadri semplicemente come “Tedesco”) le cui opere sono patrimonio dei maggiori musei europei e delle più importanti collezioni d’arte antica, ma sul quale si continuano ad avere più interpretazioni - talvolta suggestive - che reali certezze.

Con il titolo Il teatro del quotidiano, la mostra aperta lo scorso aprile al Castello del Buonconsiglio, a Trento, sarà visitabile fino al 14 settembre.

A cura di Maria Silvia Proni e Denis Ton, riunisce opere provenienti da una grande raccolta privata milanese e da diversi musei italiani e stranieri e altri collezionisti.

“Non è una monografica pura – sottolineano i curatori - ma propone, accanto ad un vasto corpus di opere del maestro, attivo per lo più a Milano nei primi decenni del Settecento, diverse tele di artisti del contesto, in particolar modo lombardo, che hanno influenzato Cipper o da questi ne hanno tratto ispirazione: Antonio Cifrondi, Felice Boselli, Monsù Bernardo, il Maestro della Tela Jeans, Giacomo Ceruti. Con primizie assolute, come un inedito Ritratto di pellegrino di Ceruti e una versione poco nota della Filatrice di Pietro Bellotti.

Accanto ai dipinti vengono esposti talvolta oggetti che aiutano a capire la concretezza e il legame del pittore con la cronaca e la materia: strumenti musicali, bussolotti da elemosina o  manichini in legno per presepi.     
Di certo Giacomo Francesco Cipper o, alla tedesca, Zipper, fu un artista vulcanico. Dipingeva, con anticonformismo e libertà di tratto, scene di vita quotidiana, di cronaca vera. Popolani al mercato, contadini, ambulanti, vagabondi, mendicanti, zuffe o lezioni di musica, arti e mestieri, giocatori di carte e morra. Tutti protagonisti su un palcoscenico, quello della vita, dove ad essere rappresentata non è la desolazione ma la vitalità e il divertimento. 


In queste sue “istantanee” Cipper riesce a cogliere ovunque un movimento e un sorriso, vita non tristezza.  In ciò distinguendosi dagli altri pittori di “Pitocchi” e dallo stesso grande Giacomo Ceruti, che pur conosceva vivendo entrambi nello stesso quartiere di Milano.

“Le scene di vita quotidiana e le nature morte di Cipper incontrano il gusto della committenza italiana ma non solo. Entrano così a far parte delle raccolte di molte grandi famiglie e casate, in area lombarda e italiana innanzitutto, nonostante le scene umili, spesso i suoi committenti e collezionisti erano di rango elevato: attraverso le ricerche condotte per la mostra abbiamo scoperto che i suoi dipinti erano nelle gallerie della famiglia Colloredo (Governatore di Milano) e dei Clerici a Milano, di Pietro Mellarede a Torino, e nel Settecento quattro suoi quadri erano già nelle collezioni reali inglesi”, sottolineano i curatori.

Una Lezione di musica, già nel Settecento nella residenza inglese di Richard Temple a Stowe sarà presente in mostra. Le sue invenzioni sono apprezzate anche in Austria e Germania, Cecoslovacchia, Polonia e persino in Russia. Sono dipinti che colpiscono per il loro realismo, per la capacità di racconto, quasi ad anticipare il moderno fotogiornalismo, ma anche per l’ironia, la benevolenza, la positività dello sguardo con cui l’artista coglie le situazioni. Cipper racconta la miseria ma non indulge sull’abbruttimento. Il successo porta l’artista a “riscrivere” i suoi dipinti e stimola altri artisti, meno fantasiosi e dotati, ad ispirarsi ad essi o copiarli. Per questo ancora oggi il mercato è invaso da opere attribuite al maestro, inquinandone la grandezza e la figura. Che questa importante mostra intende mettere correttamente a fuoco.

IL TEATRO DEL QUOTIDIANO
Giacomo Francesco Cipper “Tedesco”
Trento, Castello del Buonconsiglio 
12 aprile  -  14 settembre 2025

a cura di 
Maria Sivia proni, Denis Ton
Catalogo - Edizione Castello del Buonconsiglio e Scripta 

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2024, l'anno del Centenario 

Il 2024 è stato un anno molto importante per il museo del Castello del Buonconsiglio perchè ha celebrato i cento anni di nascita, venne infatti inaugurato nell' aprile del 1924 da Giuseppe Gerola, primo Soprintendente italiano e primo direttore del museo. Questo sarà un anno caratterizzato da un ricco calendario di eventi, aperture serali straordinarie, aperitivi d’arte, conferenze, concerti. Il compleanno ufficiale è stato celebrato il 27 aprile 2024 con una giornata densa di eventi ed ospiti.

"Il Castello è un organismo vivente" afferma la sua direttrice professoressa Laura Dal Prà. Ed è anche una macchina turistica straordinaria parte di un insieme di 5 castelli: lo stesso Buonconsiglio, Castel Beseno, Castel Stenico, Castel Thun e Castel Caldes. Non c'è turista che arrivando a Trento non desideri visitarlo. E' il monumento in assoluto più visitato.

foto: C.Perer
 

Dal secolo XIII fino alla fine del XVIII il castello fu la residenza dei principi vescovi di Trento. E' composto da una serie di edifici di epoca diversa, racchiusi entro una cinta di mura in una posizione leggermente elevata rispetto alla città. Castelvecchio è il nucleo più antico, dominato da una possente torre cilindrica; il Magno Palazzo è l’ampliamento cinquecentesco nelle forme del Rinascimento italiano, voluto dal principe vescovo e cardinale Bernardo Cles (1485-1539); alla fine del Seicento risale invece la barocca Giunta Albertiana.

 

La mostra del centenario un'autentica anteprima storica: ''Spada e Croce. Longobardi a Civezzano'', che ha raccontato la storia dei Longobardi in Trentino attraverso i capolavori rinvenuti nelle tombe della “principessa” e del “principe” di Civezzano esposti assieme per la prima volta. Una mostra nata dalla collaborazione tra il Castello del Buonconsiglio e il Ferdinandeum di Innsbruck.

Per la prima volta sono stati esposti i corredi ‘principeschi’ rinvenuti a Civezzano, ma non solo; vengono anche riuniti i manufatti più significati scoperti nel territorio trentino a partire dalla seconda metà dell’Ottocento riferibili alla cultura longobarda, parte dei quali conservati nel Tiroler Landesmuseum  Ferdinandeum di Innsbruck.

''Spada e Croce. Longobardi a Civezzano'' è visitabile al
Castello del Buonconsiglio fino al 20 ottobre 2024

 

UN PATRIMONIO MONUMENTALE

La parte più antica di Castelvecchio, svela allo sguardo attento del visitatore una vera e propria politica per immagini: l'arte, qui più che altrove, fu al servizio del potere temporale dei vescovi di Trento, che per secoli governarono il territorio e Marcello Fogolino fu l'artefice di molte meraviglie, artista notevolissimo... ma la fama venne offuscata dalle sue vicende private. La condanna per l’omicidio di un barbiere, commesso (pare), insieme al fratello Matteo, lo misero al bando, senza contare l’attività di spionaggio a favore della Serenissima.

Il restyling di Piazza Mostra, una nuova illuminazione notturna, la rivisitazione dei percorsi di accesso hanno dato nuovi servizi al castello: ora si entra ora dall'antico e monumentale portale a nord del complesso.

foto C.Perer

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I TESORI DEL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO
Marcello Fogolino, ordine e bizzarria

Frulano e figlio d’arte - suo padre era un pittore di buon livello – Marcello Fogolino da giovane fu mandato a bottega da Bartolomeo Montagna, a Vicenza.

Destino volle che Fogolino approdò a Trento mentre (tra il 1528 e il 1533) si costruiva il Magno Palazzo, un grandioso cantiere rinascimentale nel quale pittori, scultori, artigiani, garzoni di bottega lavorarono a tempo record per rendere sontuosa la nuova dimora rinascimentale del principe vescovo Bernardo Cles. Nella forzata permanenza in Trentino riuscì a guadagnarsi, con la sua opera, la fiducia del principe vescovo Bernardo Cles fino a divenirne il pittore di corte e, poi, del suo successore, il principe vescovo Cristoforo Madruzzo.

Fogolino trovò fama, commissioni e, grazie alla protezione vescovile e alla benevolenza della corona imperiale austriaca, un sicuro rifugio. I suoi cicli affrescati nel Magno Palazzo sono frutto del particolare clima culturale che contraddistinse i Principi Vescovi. Il Refettorio, venne affrescato magistralmente da Marcello Fogolino intorno al 1532 e la Cantina fu fatta scavare interamente nella roccia. Il Bonconsiglio lo celebrò nel 2017 con la mostra “Ordine e bizzarria. Il Rinascimento di Marcello Fogolino” .

Il Torrione da Basso è la sala circolare decorata fra il 1532 e il 1533 da Marcello Fogolino ed è il suo capolavoro. L'iconografia si ispira a personaggi ed avvenimenti di storia romana, ed ha come tema l'esaltazione dell'impero antico, dal quale i regnanti moderni dovevano trarre stimolo ed esempio per la creazione del loro "imperio".

Il Torrione da Basso circolare decorato da Marcello Fogolino

All’estremità meridionale del complesso si trova Torre Aquila, che conserva all’interno il celebre Ciclo dei Mesi, uno dei più affascinanti cicli pittorici di tema profano del tardo Medioevo. Di straordinario interesse l’apparato decorativo interno, realizzato dai vescovi in prevalenza nel periodo tardo-medioevale e in quello rinascimentale. Dopo la fine del principato vescovile (1803) il castello venne adibito a caserma; restaurato, nel 1924 divenne sede del Museo Nazionale e dal 1973 appartiene alla Provincia autonoma di Trento.

In questi ultimi anni il Buonconsiglio ha migliorato i servizi al visitatore, con postazioni multimediali, plastici interattivi e filmati per rendere il castello ancora più accattivante e al passo coi tempi. Alle Marangonerie (intitolate per il centenario a Giuseppe Gerola) è  possibile conoscere Trento nel tempo, grazie ad un plastico interattivo della città con proiezioni sui suoi 2000 anni di storia, dalla Tridentum Romana alla Trento ottocentesca.

Una installazione immortala in una carta geografica il Trentino con 5 brevi filmati dedicati ai castelli provinciali, con informazioni storico-artistiche sul territorio in touch screen e le  ricostruzioni in 3d delle fasi evolutive e architettoniche del Castello del Buonconsiglio.

installazioni multimediali per raccontare la storia di Trento

 

Il castello custodisce una ricca collezione di dipinti, affreschi staccati, sculture lignee, cassapanche, stampe, medaglie, bronzetti, vetri, maioliche e di carattere etnografico. Ed inoltre numerose collezioni d’arte e archeologia il cui primo nucleo si formò alla metà del secolo XIX nell’ambito del Museo Civico di Trento; comprendono oggetti che coprono un ampio arco cronologico dalla preistoria fino alla prima metà dell’Ottocento e documentano le vicende storiche e artistiche della città di Trento e del suo territorio.

Da non perdere le collezioni duecentesche-medievali di Castelvecchio, per terminare nel bellissimo bookshop collocato nel Revolto sotto la "Loza del Romanino" con articoli di gran gusto e in tema con le mostre temporanee.

Anche la biglietteria fa ''comunicazione'' storica offrendo  al visitatore, sin dal momento del biglietto, un preview interessante grazie a grandi pannelli degli affreschi di Torre Aquila, alcuni video dei 5 castelli. In questo punto anche l’iscrizione lapidea del primo quarto del Seicento che riporta incisa nella pietra la scritta in italiano e tedesco  “Qui si paga il dazio”.
Posto più appropriato... non poteva esserci per il pagamento del ticket di ingresso.

(C.Perer)

Info:www.buonconsiglio.it

la Biglietteria: "...qui si paga dazio"


Autore: Corona Perer

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