Arte, Cultura & Spettacoli

Fili d'oro e dipinti di seta tra Gotico e Rinascimento

Castello del Buonconsiglio

''Fili d’ oro e dipinti di seta. Velluti e ricami tra Gotico e Rinascimento'' al Castello del Buonconsiglio di Trento è una mostra di nicchia: attraverso il tessuto mira a far luce sulla committenza di lusso tra gotico e rinascimento. In mostra piviali in velluto, pianete tessute con fili d'oro (da qui il titolo della mostra) e d’ argento. Stupende le due dalmatiche con ricami in fili di seta variopinta della collezione del Castello (acquisite quando l'attuale direttrice prof.ssa Laura Dal Prà era ancora in Soprintendenza), e poi ci sono preziose stoffe fiorentine e veneziane affiancate a pregevolissimi dipinti sacri.

Sono esposti una quarantina di paramenti sacri, oltre a una selezione di dipinti su tavola che ne illustrano funzioni e fogge, in parte presenti nelle collezioni del museo e in parte ottenute in prestito da Musei diocesani e parrocchie, da istituzioni prestigiose come il Castello Sforzesco di Milano, la Galleria degli Uffizi, i Civici Musei Veneziani, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, la Pinacoteca Ala Ponzone di Cremona, Castelvecchio di Verona e molti altri.

E' una mostra di ricerca e, in assoluto, è la prima iniziativa che approfondisce questa particolare categoria di lussuosi tessuti ricamati a suo tempo creati sia per la committenza religiosa che laica. Il desiderio di sfarzo dei più facoltosi committenti doveva essere forte se arrivano a ordinare tessiture persino ad Utrecht e Amsterdam.

"Quello che mi auguro è che il visitatore voglia attivare la sua mente di ingradimento mentale per poter apprezzare a pieno questi autentici capolavori. Purtroppo spesso si sono sottovalutate le arti applicate e si è fatta una fastidiosa distinzione fra arte minore e maggiore. Ma questi sono veri e propri capolavori" ha detto la direttrice  Laura Dal Prà durante l'affollata inaugurazione a Palazzo Magno.

La mostra (molto bella) valorizza una produzione di opere pressoché sconosciuta ai più. Oggi con le tecnologie attuali non riusciremmo a realizzare tanta poesia che mani sapienti e pazienti seppero riprodurre per gli importanti committenti dell'epoca e testimoniano l'altissimo livello raggiunto dalle botteghe di tessitori e ricamatori italiani tra Medioevo e Rinascimento.

Ma sono esposte anche straordinarie tele di Altobello Melone,  Michele Giambono, Francesco Torbido, Rocco Marconi, e i due magnifici dipinti del misterioso Maestro di Hoogstraeten, che raccontano l’affascinante storia dei preziosi manufatti tessili eseguiti tra la seconda metà del XV secolo e primi decenni del XVI secolo in Italia e nell’Europa del Nord.

La mostra mette in fila diverse tradizioni tessili che dicono anche come questi manufatti viaggiassero, grazie agli intensi scambi commerciali tra la penisola italiana e i fiorenti mercati delle Fiandre e della zona del Reno.

Si tratta di capolavori in velluto con ricchi ricami in seta e oro prodotti presso centri che all’epoca assicuravano un assoluto grado di perfezione tecnica e formale, come Firenze, Venezia e Milano. Tra questi vi è il preziosissimo parato di papa Niccolò V del Museo del Bargello di Firenze, commissionato nel 1450 dalla città di Siena e donato al pontefice in occasione della canonizzazione di San Bernardino, ma anche il cappuccio di piviale del Castello Sforzesco di Milano, appositamente restaurato per l’occasione e decorato con un ricamo per il cui disegno preparatorio è stato fatto il nome del grande Botticelli.

Mostra davvero imperdibile. Visitarla consente anche di ammirare  il riordino complessivo dei percorsi del Castello ed un nuovo bellissimo bookshop con articoli a tema con la mostra e magnifiche borse in tessitura.

Fino al 3 novembre 2019.

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