
In difesa dell'habitat
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di Gloria Canestrini - In difesa dell'habitat. Innanzitutto mi corre l'obbligo di ringraziare i lettori per tutte le email ricevute all'indirizzo rubrica.ilraggioverde@gmail.com, per lo più incentrate sulla “difesa dell'erba cattiva”: uno spunto che, evidentemente, ha stimolato diverse considerazioni sulla presenza, anche nei nostri giardini (pubblici o privati che siano) di insetti, erbacce, funghi e altre specie viventi spontanee, non rientranti nelle previsioni iniziali di vivaisti o progettisti.
Queste presenze (mi riferisco naturalmente agli insetti, ma anche ai vivaisti “illuminati”) non costituiscono solamente un tributo “poetico” alla nostra necessità di spazi verdi, come alcuni lettori hanno giustamente sottolineato, ma contribuiscono anche in modo significativo al riequilibrio dell'habitat di tutto il giardino, dando ospitalità agli organismi che controllano i parassiti e regolano l'impollinazione.
Insomma, quando l'equilibrio tra cure umane e spontaneità della natura è mantenuto, non solo l'”erba cattiva” fa bene, ma è a anche necessaria, sempre che ciò non costituisca un alibi per qualche distratto amministratore che dovrebbe prendersi cura del verde e si sottrae al suo compito! Un conto è la “libera espressione” degli elementi naturali e spontanei, lasciati nel loro habitat, un altro l'incuria: nulla vi è di più triste di una giardino, anche privato, lasciato andare alla sua mercé.
Di questo affascinante argomento si è occupata recentemente la giornalista Maria Tatsos su “IO donna”, dove riferisce che la nuova parola d'ordine per i cultori del verde è “giardinaggio naturale”.
Scrive la ricercatrice: “ Negli ultimi anni, alla crescente attenzione delle persone verso il giardinaggio e la natura si aggiunge un'attitudine a cercare ciò che è sostenibile, naturale, bio in senso letterale” ( da bios, in greco, che vuol dire vita).
Sappiamo che termini come “sostenibile” o “biologico”, al di là della loro precisa accezione, sono talvolta abusati, in questi tempi, arrivando persino a significare il contrario di ciò che realmente intendono esprimere.
illustrazione di Gloria Canestrini
Grosse catene alimentari di grande distribuzione, ad esempio, promuovono prodotti industriali con etichette verde “bio”, oppure si arriva ad affermare che certe acque minerali confezionate nella plastica e recanti tracce di solfiti e Pfas sono attinte a fonti incontaminate “bio” e proposte in chiave commerciale “sostenibile”. Gli esempi di questa sorta di cammuffamento commerciale sono numerosissimi e hanno finito per inquinare anche...le parole. Sostantivi e aggettivi, invece, sono cosa seria, stanno alla base del linguaggio allo scopo di intenderci tra noi, e vanno attribuiti a ragion veduta, con verità e non a casaccio.
Ma torniamo ai nostri giardini. In questo mese di maggio si tiene a Milano la tradizionale fiera Orticola di Lombardia, una mostra-mercato non solo ricca di spunti ma anche sempre più attenta a intercettare le tendenze più innovative del mondo verde.
Quest'anno, per l'appunto, reca il titolo di “Bio, Bio, Bio, in giardino c'è vita!”: non è un caso che questa nuova edizione si focalizzi sul terreno: anche i lombrichi e il terriccio evocano il ciclo vitale e il potere rigenerante della terra.
Filippo Pizzoni, storico del giardino e vicepresidente di Orticola, spiega:” L'insieme dei microorganismi che affollano il suolo sono alla base della catena della vita che arriva fino a noi. Siamo parte del mondo naturale e dobbiamo imparare a prestare attenzione a tutto ciò che è vivente anche nel nostro giardino e sul balcone. Il primo passo è conoscere questi processi e accettarli”.
Trovo che questo sia molto importante, non solo in una logica etica, di rispetto dell'habitat naturale, ma anche per godere pienamente dei nostri spazi verdi.
L'orrore per i lombrichi, il disgusto per gli afidi sulle rose, il disprezzo per le “erbacce” ( molte delle quali, lo ricordiamo, hanno in sé preziose virtù medicinali), l'accanimento su formiche e insetti “invadenti” ci impediscono, di fatto, di godere appieno della natura, apprendendone caratteristiche peculiari, curiosità, sorprese, perfino miti e leggende.
Sembra esagerato? Non credo: forse è ben più “estremo” l'atteggiamento di chi vuol piegare la natura ai suoi desideri, dove fiori e frutta devono essere perfetti, imbottiti di fertilizzanti non organici, e nessuna pianta “intrusa” e clandestina deve fare la sua comparsa in un terreno divenuto ormai asettico a furia di prodotti chimici repellenti e fitofarmaci, peraltro nocivi alla salute.
Un suolo sano è quello brulicante di vita, nel quale crescono piante che attirano api e impollinatori e insetti che arieggiano il suolo come i lombrichi e i porcellini di terra.
Dal 1 gennaio 2023 molti fitofarmaci e prodotti sterilizzanti sono vietati, ma purtroppo solo agli “operatori non professionali”. In attesa che un controllo più stringente si estenda a tutti, per norma consolidata, a noi non rimane che approfondire le nostre conoscenze specifiche su olii contro gli afidi, infusi di ortica contro cocciniglie, aglio macerato come insetticida naturale. La salute di esseri umani, animali, piante, ecosistemi, ricorda Pizzoni, è strettamente interconnessa.
Autore: Gloria Canestrini
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