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No al planetario del Muse

La vita breve di un bellissimo progetto

Quando venne annunciato in occasione dei primi 5 anni (radiosi e pieni di successi) del Muse, il planetario H2O oltre che stupire tutti per la sua ardita concezione fu presentato come un regalo bello e meritato. E tutti ne colsero anche la sua capacità di sfidare l'antico senza ferirlo: era un tocco di scienza che sapeva coesistere con la dimora di campagna del Principe vescovo (Palazzo delle Albere).

Ora dopo una polemica innescata dal Presidente del Mart Vittorio Sgarbi che lo ha rozzamente definito "tre palle" (a suo dire non coerenti con il contesto), arriva un primo stop ed è pesante: in una nota ufficiale la Pat fa sapere che "...pur manifestando grande apprezzamento per i valori culturali dell’iniziativa proposta e del relativo progetto" il Comitato provinciale per i beni culturali, organo consultivo della Giunta provinciale e della Soprintendenza per i beni culturali, ".... dopo un’ampia e approfondita discussione ha espresso parere non favorevole all’opera del planetario in quell’area, in ragione delle dimensioni che la struttura dovrebbe avere, oltre che per via delle interferenze visive con lo sfondo e con il contesto del Palazzo".

Indicazioni: ''spostatelo''. In sostanza il Comitato auspica che l'opera possa trovare una collocazione più idonea, magari nelle vicinanze e annuncia l'avviamento dei necessari interventi di restauro e di valorizzazione del Palazzo delle Albere e del prato.

Una grande delusione, non c'è che dire: ai tempi in cui venne annunciato come "regalo di compleanno" al Muse (costo previsto  attorno ai 2,5 milioni di euro), si volevano celebrare cinque anni di attività, e i visitatori del museo (3 milioni) che hanno posto il Muse il primo posto tra i musei scientifici italiani, e nella top ten dei musei internazionali. Nessuno avrebbe mai pensato che ci sarebbe stato un dietro front, ma è cambiata la Giunta ed è arrivato un Presidente del Mart (indicato dalla giunta leghista) che rivendica proprio Palazzo delle Albere.

Certo si potrà dire che i tagli alla solidarietà internazionale e ai progetti di integrazione sono più gravi (e in effetti lo sono!), ma questo niet tecnico che la Giunta farà sembra proprio minare il senso di un'opera avveniristica, progettata dall'architetto Emiliano Leoni, un'idea interessante e ardita proprio in virtù della sua collocazione. L'assist di Sgarbi ha fatto evidentemente breccia. E sono in molti a porsi (specie tra la stampa) la domanda "...ma che sta succedendo in Trentino?".

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