Arte, Cultura & Spettacoli

Selena Leardini, il mondo in una cornice

L'arte che costa poco, non vale meno: tutt'altro

Fantasmini e bimbe spaurite che emergono dal suo estro creativo. Serena Leardini racconta un'infanzia strana.  L'artista veronese di nascita, trapiantata in Trentino, fa parte degli artisti militanti nella Lowbrow-art. Il movimento si è subito dichiarato contro le gallerie dai prezzi impossibili e dai critici strapagati (e quasi sempre prezzolati). Lei realizza piccole cose e le vende a piccoli prezzi, ma il sogno che vi racchiude ''dentro'' è inversamente proporzionale e ha il potere di chiamare ala mente sentimenti infantili (la paura, il gioco, la lacrima) che sono però di tutti.

Singolare l'incipit: lei parte dlla fine di un quadro, cioè...dalla cornice, possibilmente antica, magari gettata in un angolo e ritenuta inservibile, o raccattata in un mercatino. La "riattiva" facendola abitare dai suoi personaggi: muti, silenziosi, apparentemente tristi, o forse seri. Qualcuno sembra spaventato: cerca qualcosa e incontra l'occhio di chi li osserva con animo rapito.

La strada alternativa di Leardini che prende lo spunto... dalla strada, dal mondo dei fumetti e dei cartoons. I soggetti che Selena Leardini ritrae rimandano a giocattoli muti e rotti. Sembrano costretti, spesso sono in posa.

"Ho preso lo spunto dalle fotografie del primo '900, con tempi di posa lunghissimi, bambini quasi impacchettati" racconta l'artista nel cui animo vibra anche un particolare vissuto che la rende "vicina" alla solitudine che può provare un bambino.

 

 

"Ai miei bambini metto tra le mani sempre un amico, un qualcosa a cui aggrapparsi per avere rassicurazioni".  Autodidatta  - come gran parte degli esponenti della  Lowbrow-art - maneggia l'arte fin dall'adolescenza. Ma oggi che ha 42 anni ha vinto con la sua passione perchè vive della sua arte. Era poco più che diciassettenne quando entrò in un laboratorio per statuette in ceramica.

Poi - desiderando fortemente di poter vivere accanto ad animali e in montagna - decide di spostarsi in Trentino dove apre un suo laboratorio artigianale a Pinzolo. "Realizzavo su commissione murales e affreschi. L'ho fatto per molto tempo. Poi ho deciso di produrre per me e sono venute queste cose che pensavo in realtà di tenere per me e certamente non contavo di vendere".

E invece: successo immediato. Alla mostra di Corniceria Santa Maria a Rovereto  - miracolo per i tempi che corrono -  han venduto tutto. Il dettaglio può sembrare venale e materiale, ma serve solo a dire quanta "presa" abbiano sul pubblico le opere della Leardini anche in virtù del modus-operandi che l'artista si è data e che è del tutto controcorrente.

"Io mi accontento di piccoli prezzi, a volte di poco superiori al costo della cornice che cerco minuziosamente nei mercatini: ma ciò risponde a una mia scelta ben precisa e cioè che anche i giovani possano amare e acquistare arte, e che l'arte sia davvero popolare" dice.

Tutta da scoprire e valorizzare - dunque - questa giovane artista che ha già esposto negli Usa, alla Flower Pepper Gallery di Pasadena dove insieme ad altri artisti ha partecipato ad una importante collettiva indetta dai padri di questa corrente artistica della quale fa ormai parte a tutti gli effetti. A breve come detto sarà a Brooklyn.

La Lowbrow Art, conosciuta anche con il nome di Surrealismo Pop, è un movimento artistico nato alla fine degli anni Settanta proprio in California nell’area di Los Angeles negli ambienti che ruotano attorno alle riviste di fumetti underground, alla musica punk e ad altre sottoculture californiane: le opere hanno solitamente soggetti figurativi, spesso caricaturali e sono caratterizzate dall’uso di colori forti e da una accentuata decoratività. I primi pop-surrealisti sono da individuare nelle figure di Robert Williams e Gary Panter, disegnatori di fumetti underground.

Fu proprio Williams a coniare il termine in contrapposizione a highbrow che in slang inglese significa “intellettuale” o “cultura alta”. Molti esponenti del movimento provengono in molti casi da campi diversi da quelli artistici canonici: ci sono fumettisti, illustratori, tatuatori, decoratori di auto “hot road”.

"Io lavoro con acrilici su cartoncini, amo le superfici lisce,e dedico grande cura alla scelta della cornice". La tiene accanto a sè mentre lavora e si lascia guidare da quel vuoto che deve riempire di contenuto.

E quei bambini prendono vita, chiedono attenzione pur restando muti e silenziosi, comunicano la loro solitudine e la loro fame di gioco.
E ci impongono a dare uno sguardo anche su noi stessi.

Corona Perer, 2018



 


Autore: Corona Perer

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