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Rocca di Lonato, tra storia e futuro

Un luogo affascinante che domina il Lago di Garda

Lonato del Garda (BS), 11 dicembre 2025 - E' un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e dove il futuro ha bussato con discrezione ed eleganza. Accanto alla rocca è infatti sorto un modernissimo edificio, il padiglione eventi. A vedere il tutto dall'alto si coglie l'armonia in cui alla Rocca di Lonato (Bs) convivono passato, presente e futuro, la rocca e il modernissimo padiglione con tetto verde che riduce a zero l'imatto ambientale.

Le origini del fortilizio si perdono nel tempo: alcuni studiosi ipotizzano la presenza di una struttura difensiva già in epoca romana o altomedievale, in seguito ampliata durante la dominazione viscontea e quindi dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Questo magnifico edificio ha una storia molto particolare: fu eretto a metà del Quattrocento come residenza del rappresentante di Venezia, l'autorità incaricata all'epoca del controllo sul territorio. 

La Rocca di Lonato, nei secoli non ha perso nulla della sua imponente fortezza che domina il borgo antico di Lonato del Garda: è maestosa e solenne, circondata da un immenso parco e aperta sul bacino meridionale del Benaco, da cui offre una delle vedute più suggestive del Lago di Garda e della pianura bresciana. 

E' uno dei rilievi dell’anfiteatro morenico che domina la parte meridionale del Lago di Garda, ad averle dato lo spazio per nascere nel '400.  
Tra le più grandi fortificazioni del Nord Italia,  adornata da merli guelfi, camminamenti di guardia e una Rocchetta, che serviva come caserma e postazioni militari, annnovera al suo interno la “Casa del Capitano”, dove ha trovato sede il Museo Civico Ornitologico che custodisce circa 700 esemplari dell’avifauna italiana.

Si deve al senatore filantropo e collezionista Ugo Da Como il recupero nel primo Novecento mirato a restituire alla comunità un simbolo di identità e memoria storica. Dal 1912 la Rocca viscontea-veneta è riconosciuta come Monumento Nazionale e, insieme alla vicina Casa Museo del Podestà, fa parte del complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como

Fu nel 1906 che divenne proprietà del Senatore Ugo Da Como. E fu lui a trasformarla, grazie al restauro curato dall' architetto Antonio Tagliaferri. Consapevole della forte importanza storica del luogo, Da Como convertì la Casa in una dimora borghese raffinata ed eclettica, pensata come un vero e proprio "museo da abitare", secondo la moda diffusa del suo tempo.

Il lascito intellettuale del senatore Ugo Da Como (1869-1941), continua a vivere e fiorire nella Fondazione che porta il suo nome. Istituita per volontà testamentaria del politico e appassionato collezionista, questo ente culturale privato non è solo un custode, ma un vero e proprio motore di valorizzazione del patrimonio. Nacque per "...promuovere ed incoraggiare gli studi, stimolandone l'amore nei giovani" come si legge nello statuto.

La Fondazione Ugo Da Como non si limita a conservare, ma rende fruibile al pubblico un tesoro collettivo di inestimabile valore: un vasto patrimonio architettonico, che include la celebre Rocca e la Casa del Podestà, arricchito da collezioni storiche, artistiche, scientifiche, culturali e librarie di grande rilievo. L'eredità del senatore resta, oggi più che mai, un punto di riferimento per la storia e la ricerca. 

Varcando la soglia, si viene avvolti da un'atmosfera unica: gli ambienti interni sono improntati a un tripudio di grande effetto scenografico, impreziositi da decorazioni, soffitti policromi, affreschi, mobili intagliati, sculture e dipinti.  Tra i giardini, le corti e le sale affrescate della Casa del Podestà, recentemente restaurata nelle sue facciate policrome, si intrecciano storia, arte e paesaggio, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva unica nel suo genere.

La  “Casa del Podestà” è tra le case museo meglio conservate in Lombardia, oltre che Museo riconosciuto dalla Regione stessa è un’elegante dimora quattrocentesca che conserva arredi originali, costituiti da affascinanti opere d’arte e oggetti di uso quotidiano.

Il cuore della dimora è costituito dalla straordinaria collezione libraria di Da Como. E' una delle raccolte private più importanti del Nord Italia: un impressionante patrimonio di libri disposti in ogni stanza della residenza, che viene così a definirsi una stupefacente “casa-biblioteca”. Un tesoro che custodisce anche un prezioso segreto letterario: 48 lettere scritte da Ugo Foscolo alla contessa bresciana Marzia Martinengo.

“Secondo le disposizioni testamentarie di Ugo Da Como la Fondazione avrebbe potuto incrementare le proprie raccolte con ulteriori libri o oggetti. Il vaglio che operiamo nel momento di accettazione di una donazione è molto attento perché ogni incremento deve ‘ambientarsi’ al contesto estremamente definito dallo stesso Senatore” spiega Stefano Lusardi, Conservatore delle raccolte artistiche Rocca di Lonato:

Nel patrimonio librario (oltre 52mila volumi, dal Medioevo al Novecento) figura anche l’Archivio di Antonio e Giovanni Tagliaferri, due figure chiave della storia dell’architettura bresciana e lombarda tra Ottocento e Novecento. L’Università degli Studi di Brescia sono spesso al lavoro su questi testi.  Ad arricchire ulteriormente il patrimonio culturale del sito, nel 2011 la famiglia Nocivelli ha depositato presso la Fondazione la preziosa raccolta di trattati di architettura, antiquaria e archeologia. Tra le opere figurano il De re militari di Roberto Valturio, impresso a Verona nel 1483 da Bonino Bonini, fino alle tavole del 1910 dell’architetto statunitense Frank Lloyd Wright, ma non mancano tavole di Giambattista Piranesi, uno dei più grandi incisori del Settecento europeo.

Oggi, la Casa del Podestà è aperta non solo agli studiosi ma anche al pubblico (è disponibile anche una visita in "realtà aumentata", dove la voce narrante dell'audio-guida è nientemeno che quella del padrone di casa, Ugo Da Como) ed un ricco calendario di attività dedicate ai bambini e alle famiglie trasforma gli spazi in un luogo di scoperta, creatività e meraviglia grazie a laboratori di pittura antica con colori e tavolozze, tra favole e arte dello speziale.

Da vedere il Padiglione Eventi, una glass house di design che, con le sue linee essenziali, sposa elegantemente l’architettura storica del complesso ed è perfetta per organizzare eventi aziendali, feste private e persino per la celebrazione di matrimoni con rito civile o unioni civili. Progettato dallo studio TopTag di Milano, il Padiglione Eventi è uno spazio polifunzionale dallo stile minimale, una raffinata glass house dalle linee contemporanee che si combina e integra in maniera rispettosa il tratto storico della location.

La struttura, realizzata in cristallo, legno e acciaio, si caratterizza per le pareti perimetrali trasparenti e affacciate sul giardino degli ulivi, che creano continuità visiva tra interno ed esterno, per permettere agli ospiti di poter godere a 360 gradi della spettacolarità del contesto. In giornate limpide, dalle sue mura merlate e dalle due torri di avvistamento si scorgono Desenzano, Sirmione e persino le vette più lontane, fino al Monte Rosa.



La scelta di un tetto verde nasce dall’esigenza di intaccare il meno possibile la percezione del paesaggio dall’alto. Un’architettura che la sua personalità e discrezione valorizza gli elementi storici e dialoga con la cinta muraria.
Un gioiello...nel gioiello!
(c.perer)
 

Rocca di Lonato - Fondazione Ugo Da Como 
Via Rocca, 2 - Lonato del Garda (Brescia)
Tel. 0039-030-9130060 

Aperto tutto l’anno, esclusi i giorni di Natale e Capodanno.
INFO: info@fondazioneugodacomo.it
www.fondazioneugodacomo.it


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LE MOSTRE IN CORSO 

La Rocca di Lonato non è solo custode del passato, ma anche promotrice di iniziative culturali. Eccone alcune:


Il Garda fin de siècle
La Rocca è anche sede di mostre di ricerca. Nella suggestiva Sala del Capitano della Rocca fino al 18 gennaio 2026 si può visitare la mostra Il Garda fin de siècle. Documenti, disegni e progetti di Antonio Tagliaferri. L’esposizione raccoglie una selezione di disegni e progetti originali – spesso inediti - legati ai principali cantieri gardesani curati da Antonio Tagliaferri, uno dei protagonisti dell’architettura bresciana di fine Ottocento. Tra le opere in mostra: la Villa Zanardelli a Fasano, la Villa Bellini a Salò e gli interventi sul nuovo lungolago di Salò, nati dopo il terremoto del 1901 che trasformò la fisionomia della città.
La mostra racconta un periodo di grande fermento culturale e architettonico, ma anche l’intenso legame tra Giuseppe Zanardelli e Antonio Tagliaferri – due figure che, con visione e coraggio, hanno contribuito a ridefinire il volto del Garda di fine secolo.
 
Arnaldo. Il sogno per un monumento contestato
Fino al 18 gennaio 2026, la Casa Museo di Ugo Da Como ospita, inoltre, la mostra Arnaldo nell’opera di Odoardo Tabacchi e Antonio Tagliaferri, parte delle celebrazioni Arnaldo da Brescia. Martire e ribelle.
Tra disegni, progetti e testimonianze d’epoca, l’esposizione racconta la lunga e appassionata storia – durata più di vent’anni – che portò alla nascita di uno dei monumenti più discussi dell’Ottocento bresciano: quello dedicato ad Arnaldo da Brescia, figura simbolo di libertà e dissidenza, fortemente voluto da Giuseppe Zanardelli. Un percorso che unisce arte, politica e ideali, restituendo tutta la forza visionaria di un tempo in cui architettura e arte diventavano messaggio civile.

 


Autore: Corona Perer

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