Collezione privata @giornalesentire.it
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Arte, Cultura & Spettacoli

Il mondo innocente di Luciano Civettini

Lowbrow Art, ovvero surrealismo pop

Un orsetto, un coniglio, mondi incantati, tragicamente perduti. Personaggi che camminano con vesti candide tra mine inesplose, sotto cieli sinistri eppure popolati da anime pure. Nelle tele, malgrado tutto, c'è spirito positivo e qualcosa che sopravvive, a dispetto del destino.  Luciano Civettini ha una cifra stilistica assolutamente originale che diede vita ai personaggi del ciclo "Blur", opere sospese tra sogno e realtà, dove i personaggi vagano alla ricerca di qualcosa, spinti dallo stupore-bambino. Non a caso molte delle sue storie di pittura accadono nel bosco tra animali pacifici e innocui, un mondo messo sempre in duro confronto con la realtà: innocenza e perdita di innocenza camminano sempre sullo stesso sentiero.

“Quando ho capito che la mia è una pittura popolare e che non sarei mai riuscito a fare una pittura "colta" ho cominciato a lavorare con facilità” afferma l'artista che espone dal 1989 in musei e gallerie pubbliche e private in Italia, Germania, Svizzera, Francia, Austria, Emirati Arabi e Stati Uniti.

 

Formatosi all'Istituto d'arte di Trento e poi all'Accademia della Belle Arti di Venezia, ha partecipato alla Biennale internazionale di pittura di Venezia e per due volte alla Biennale Internazionale Intergraf a Udine.
Sue opere sono in collezione presso musei e enti pubblici come la Deutsche bank di Lipsia, la Kunstverein di Bielefeld (in Germania), il Museo Arte Contemporanea di Trento e Rovereto e il Museo della Guerra di Rovereto. Non si contano invece le sue personali tra Roma, Milano, Verona, Trento, Bolzano, Rovereto, Bielefeld, Wiesbaden, Dortmund, Hannover, Amburgo, Parigi, Salisburgo, Dubai e Pasadena.

Luciano Civettini è certamente uno fra gli esponenti della Lowbrow Art, conosciuta anche con il nome di Surrealismo Pop, un movimento artistico nato alla fine degli anni Settanta nell’area di Los Angeles negli ambienti che ruotano attorno alle riviste di fumetti underground, alla musica punk e ad altre sottoculture californiane: le opere hanno solitamente soggetti figurativi, spesso caricaturali e sono caratterizzate dall’uso di colori forti e da una accentuata decoratività. I primi pop-surrealisti sono da individuare nelle figure di Robert Williams, Ray Caesar e Gary Panter, disegnatori di fumetti underground.

Negli Stati Uniti la crescita del movimento, è stata favorita nel 1994 dalla rivista Juxtapoz diretta da Robert Williams che ha inventato il termine ''Lowbrow art''  in un articolo uscito nel febbraio 2006 dove lowbrow è neologismo usato in contrapposizione a ''highbrow'' che in slang inglese significa “intellettuale” o “cultura alta”. Ecco perchè Civettini parla di una pratica artistica popolare, libera dal laccio di dover essere "colta".

E non è un caso se molti esponenti del movimento provengono in molti casi da campi diversi da quelli artistici canonici: ci sono infatti fumettisti, illustratori, tatuatori, decoratori di auto “hot road”. Spesso questi artisti sono autodidatti, pittori, ma tra le loro opere non è insolito trovare sculture e anche giocattoli.

In Italia non sembra ci sia molta attenzione a questo movimento che ha ormai più di trent’anni. Negli Stati Uniti è invece molto seguito da gallerie e riviste specializzate che lo sostengono e lo diffondono. In Italia, la Lowbrow Art per il momento è conosciuta ed apprezzata solo da un pubblico di nicchia.

Ricordiamo tra gli eventi che hanno celebrato questa interessante corrente, "OWL" ovvero Ordinary Wonderful Land  nello spazio culturale EMPTY di Rovereto. L'artista che era già stato ospite dello spazio per un performance sul tema della luce, ha presentato il suo mondo tra sculture, quadri e resine sempre sospese tra realtà e immaginario. Un'operazione assolutamente originale: l'allestimento è stato un continuo happening e alla fine OWL ha  ricostruito lo studio d'artista. Dunque un'operazione del tutto inversa a quella che si fa normalmente in una galleria d'arte dove le opere arrivano dalla confusione dello studio dell'artista per un allestimento ordinatissimo e asettico.In questo caso era il "modo" spesso tumultuoso della creatività a costruire "il mondo" dell'artista e il visitatore è stato invitato a scoprire cosa era esposto.

Nel corso della primavera 2015 Civettini era già stato l'artefice di una originalissima performance-live di una sera.  Un evento tra mito, leggenda, arte e design. L'artista aveva agito nello spazio di EMPTY su una nuvola bianca, “illuminato” e ispirato dal mito di Polifemo, il gigante sconfitto dall'arguzia di un uomo piccolo, ma astuto come Ulisse.

L'operazione dell'artista trentino era stata quella di ricavare da una tavola tutta nera, precedentemente preparata, la luce. In tre ore di lavoro dalle 19,10 alle 22,25, momento in cui Luciano Civettini ha apposto firma e titolo dell'opera, in tanti si sono alternati attorno al cavalletto per osservare la genesi del lavoro realizzato con crete colorate, distribuite anche con le dita della mano. Da un orizzonte infuocato se ne è uscito l'orso mansueto: il novello "Diogene" che tramanda sogno e stupore, dentro uno spazio onirico in cui cammina alla ricerca di "relazione" e della tanto sognata verità.

"Si narra  che girasse in pieno giorno con una lanterna accesa e a chi gliene domandava ragione rispondeva: «Cerco l' uomo». Diogene era il “Socrate pazzo”, una specie di hippy dell’antichità, anarchico, autarchico, libertario, fustigatore dei costumi senza per questo essere moralista. Era un senza patria, un custode geloso della libertà di parola e di espressione, che riteneva l’unico valore non falsificabile. Lui cercava la verità e lo faceva con una lanterna" spiega Civettini.


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Autore: Corona Perer

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