
L'essere animale di Michele Leonardi
Dentro la poetica dell'artista nòneso
E' arte semplice, ma non per questo facile o elementare. E' molto di più. La figure volutamente sfuocate di Michele Leonardi portano a qualcosa di ancestrale, richiamano alla mente un'arte primitiva e potresti immaginare di trovarla in una grotta e sentire lo stupore della scoperta, ma anche gli interrogativi che quei segni evocano.
Andrea Viliani, storico e manager dell'arte, ha visto negli affreschi dell'artista noneso la consapevolezza che l'arte esprime la sensibilità individuale dell'artista, una sensibilità in questo caso pienamente naturale. Direi pienamente animale.
In occasione della mostra che si tenne nelle sale del Palazzo Assessorile di Cles, uno dei più importanti monumenti storici della Val di Non, Viliani mise in evidenza il contrasto fra la severa struttura medioevale dell'esterno, con le sue feritoie e le sue merlature, e i colori delle figure astratte di Leonardi perfettamente a loro agio con l'austero spazio. Tanto impalpabili quanto sussultanti, quasi partecipi di feste e banchetti rinascimentali. Una prossimità con il passato, che rendeva l'arte contemporanea in stretta connessione con la sua stessa natura: perché l'arte è sempre contemporanea. E così - scrisse Viliani - nessuno stridore tra l'araldica mitologia di Marcello Fogolino, che affrescò a Cles le sale del Palazzo e le figure astratte e sensibili, semoventi quasi, di Leonardi a perfetto agio nelle stanze della Magnifica Comunità di Cles.
''Michele Leonardi è un personaggio, prima di essere artista. Questo è importante per capire le sue opere. Essere personaggio vuoi dire essere inquieti, errabondi, vagabondi. Essere continuamente in moto per cercare, per seguire i propri pensieri. Poi, se questi hanno lo stesso ritmo e lasciano le stesse impronte degli animali, ben venga. Perché di animali lui tratta. Non potrebbe fare altrimenti” ha scritto di lui il critico d'arte Fiorenzo Degasperi.
Nato a Cles nel 1964, abita e lavora a Mechel, un paesino di montagna in Val di Non alle falde del Gruppo Brenta, in Trentino. Vive dunque tra i frutteti della sua valle e dentro i ritmi di una società rurale che si è ovviamente evoluta, ma affonda le radici tra Reti e Celti. Gli animali sono il leit-motiv della sua arte ovvero di un'attitudine alla osservazione della natura che diventa contemplazione e fa entrare chi osserva dentro una dimensione primitiva dove l'homo sapiens si interroga sul mondo.
Anche la sua è una storia d'arte "orfana" di visibilità. Se si va nel sito del dell'Adac ovvero nell'archivio degli artisti trentini contemporanei istituito in seno al Mart, si trova una pagina bianca per ogni artista trentino.
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Eppure il Mart a suo tempo raccolse una dettagliata intervista con Leonardi, in cui spiega il suo modo di essere artista. Purtroppo materiali di documentazione come questo sono inibiti all'accesso online. Nel sito degli artisti trentini riporta solo data di nascita e di morte (se non più vivente). Abbiamo provato a digitare i nomi di altri artisti contemporanei: De Carli, Boato, Coser, Cappelletti, Civettini, Mazzonelli. Si trova solo nome cognome e data di nascita. C'è anche Paolo Vallorz, che però nel frattempo è morto: meriterebbe quindi anche una data di morte, ma l'Adac forse non se ne è accorto.
Leonardi è artista schivo e si accontenta di restare fedele alla sua spinta artistica interiore.
''Avrei potuto scrivere, o comunicare in un altro modo; e invece ho scelto di dipingere, di usare il disegno e il colore per esprimere il mondo in cui viviamo, perché la pittura per me, nel mio animo, è nata dall’esigenza di combattere ogni forma di egoismo e di tirannia della nostra società'' dice di sé Michele Leonardi che di più però non dice e non ''rilascia''.
Si è quindi costretti a 'sentire', a decodificare dai suoi segni la forza creativa di questo artista, per nulla minore, per nulla archiviabile alla voce “altri”. Una forza palpabile. Michele Leonardi, fa pulsare di vita le sue creature e noi sentiamo che pulsano e vivono.
Ecco la magia dell'arte: quel vivere indipendentemente “da”, quel parlare a prescindere dalle parole, quel farsi sentire senza l'uso di alcun stridore. A noi il compito di stare in ascolto per percepirne la forza, e a quanti divulgano arte il dovere di rilevarla. Perchè non esiste arte minore o maggiore. Esiste l'Arte.
E Leonardi lo testimonia molto bene.
Autore: Corona Perer
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