Arte, Cultura & Spettacoli

''La morte e la Fanciulla'', ma in scena c'è la vita

Compagnia Abbondanza-Bertoni traduce in danza "Der Tod und Das MÄDCHEN" di Schubert

Applausi scroscianti a Teatro Zandonai di Rovereto per "La morte e la fanciulla", un lavoro con il quale Michele Abbondanza e Antonella Bertoni riflettono su tutto ciò che è umano e lo definisce: la vita e la morte, due transiti che sul palcoscenico vedono tre danzatrici nude ed essenziali i cui corpi danno forma e sostanza a tre dimensioni.

"Abbiamo messo in scena tre differenti "capolavori". Uno musicale: il quartetto in re minore "La morte e la fanciulla" di Franz Schubert. Uno fisico: l'essere umano nell'eccellenza delle sue dinamiche. Uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi" affermano Abbondanza-Bertoni che con queste coreografia cristallizzano il miracolo della nostra esistenza racchiuso in due misteri: nascere e morire.

L'eccezionale bravura delle tre protagoniste in scena, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Claudia Rossi Valli, permette alla musica di diventare materiale e al corpo di smaterializzarsi in musica. Danzano nude dopo aver lasciato la veste nera con la quale accolgono il pubblico immobili e quasi già trasfigurate a scena aperta, nei minuti che precedono lo spettacolo. La loro presenza composta mentre il pubblico termina di prendere posto, è già parte dello spettacolo. Poi un continuo intreccio di dentro/fuori: lo spettacolo vive e transita anche nel backstage grazie a video che fanno da contrappunto a tutto il lavoro. 

Dentro questo entrare e uscire, c'è il tema dell'entrare nella vita e dell'uscire da essa. E' l'impermanenza dell’essere con le sue tragedie e le sue estasi, tra bellezza della carne e suo decadimento. Così, anche se questo lavoro si intitola "La Morte e la Fanciulla", in scena lo spettatore assiste in realtà al tripudio della vita e al suo perenne mutare scandito dal tempo.

"Questo transitare da una forma all'altra, ha a che fare con l'arte coreutica: portatrice di un tale compito" aggiungono gli autori "è essa stessa un balenare di immagini che appaiono e scompaiono continuamente; per questo abbiamo indugiato proprio su quell'aspetto che potremmo definire crepuscolare della danza, colta, nelle nostre intenzioni, proprio nel suo attimo impermanente e transitorio" .

"La morte e la fanciulla" ha debuttato nell'autunno del 2017 con entusiastici commenti da parte della critica. La presenza di nudo integrale in scena è assolutamente discreta e pulita, richiama all'essenzialità dell'avventura umana fatta di carne e di un corpo che si consegna - dopo aver attraversato le proprie stagioni - alla dissolvenza finale. Lo spettatore entra in quei corpi e ne partecipa la sua essenza persino trascendente. Ed è la bravura dei movimenti corporeo-musicali di grande precisione a consegnare al tutto il senso misterioso di un'avventura umana che è raccontata da tre splendidi corpi, ma fa intuire ugualmente la loro decadenza ed il transitare nella vita alla ricerca di una perfezione.

Ed è coreografia allo stato puro, alla quale regia luci ed effetti speciali consegnano una rarefatta e inusitata bellezza.

 

 

LA MORTE E LA FANCIULLA
regia e coreografia  MICHELE ABBONDANZA E ANTONELLA BERTONI
con ELEONORA CHIOCCHINI, VALENTINA DAL MAS, CLAUDIA ROSSI VALLI
musiche F. SCHUBERT
 

 


Autore: Corona Perer

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