
Mondi a matita: Gianluigi Rocca
''...posiziono e sposto le cose anche per settimane...''
Sembrano tele ad olio, ma viste con attenzione ci si accorge che non è un pennello o una tavolozza ad averle realizzate, bensì un lapis. Di matite Gianluigi Rocca ne ha a centinaia nel suo studio, fedeli amiche di un lungo lavoro, che inizia con la preparazione del soggetto ("...posiziono e sposto le cose anche per settimane") e prosegue con la ancor più lunga realizzazione.
Lapis e nient'altro che lapis, tecnica che Gianluigi Rocca apprende sin da bambino.
Al nostro giornale ha raccontato di aver avuto solo una matita a disposizione nei lunghi inverni della sua infanzia. "Se ho imparato a disegnare è merito del bianco della neve e del nero degli alberi spogli. In quelle condizioni non puoi che disegnare con una matita" dice riproducendo il gesto e ritornando per un attimo bambino.
Oggi che è un pittore affermato, può guardare con sguardo sereno agli anni lunghi, difficili e precari dei quali non tace la solitudine, il senso di abbandono e la lucida determinazione di voler diventare un pittore.
"Ne ho avuto la certezza a 8 anni, ma forse non l'ho nemmeno dovuto pensare: era il mio chiodo fisso" dice Rocca che per pagarsi gli studi fa il malgaro per anni e quando comunica alla famiglia di voler andare a Milano all'Accademia, dopo l'istituto d'arte a Trento, viene messo alla porta. E lui parte: Milano, poi Parigi e Roma dove il giovane artista viene notato subito da importanti galleristi e comincia a lavorare da professionista.
Molte delle sue opere sono oggi in mano a collezionisti americani, ma piace anche al Nord che lo guarda con sempre crescente interesse. Perché ogni quadro è un unicum irripetibile, realizzato su carta. "Viene finito con un volgare fissatore" commenta lui, ma i mesi che richiede ogni opera contrassegnano una produzione di nicchia di assoluto valore e tecnicamente preziosa.
"Ora sono concentrato sulla simbologia dell'oggetto fuori dallo spazio. Mi piace pensare al suo contenuto". Le matite stanno quindi ancora lavorando...
C.Perer, 2015
Autore: Corona Perer
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