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Corte dei Conti condanna di nuovo Valduga

La sentenza sul ''Caso Amadori'': il direttore generale non aveva i titoli

15 dicembre 2023 - La Corte dei Conti ha condannato di nuovo Francesco Valduga per aver reiterato il reato per il quale era già stato condannato e cioè aver promosso a direttore generale un funzionario che non aveva i titoli.  La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Trento  ha condannato quindi l’ex sindaco di Rovereto Francesco Valduga a pagare al comune altri 331.046,81 euro.

La vicenda riguarda il conferimento dell’incarico di Dirigente e di Direttore generale dell’Ente locale a Mauro Amadori per i giudici funzionario sine tutolo cioè  ''nomina  risultata illegittima”.

L’operato del sindaco era già stato esaminato dalla Corte dei conti nel 2020 condannando Valduga, unitamente alla Giunta comunale, per aver conferito, per il periodo 2015-2020, l’incarico di dirigente a tempo determinato e, immediatamente dopo, quello di direttore generale a Amadori, funzionario della Provincia autonoma di Trento.

 

In una nota diramata alla stampa, la Corte spiega che “Le puntuali indagini svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Rovereto hanno consentito di accertare che il sindaco Valduga, nonostante avesse già ricevuto la contestazione della Procura contabile sulla assenza dei requisiti di Amadori, ha reiterato, con atti adottati in prima persona, il conferimento dell'incarico di dirigente nonché di direttore generale sino alla fine del primo mandato di sindaco e, quindi, sino alla fine del mandato in corso con ulteriori provvedimenti adottati sempre dal sindaco medesimo subito dopo la propria rielezione, avvenuta nell'ottobre 2020”.

La Procura della Corte dei conti richiama nella nota il precedente e la condanna all'allora sindaco di Rovereto per un danno erariale di 461.249 euro, e perciò  "....ritenendo che la consapevole e reiterata violazione della disciplina dei requisiti per ricoprire un incarico di dirigente e, quindi, di direttore generale, contenuta in specifiche norme di legge e del regolamento del Comune di Rovereto integrasse una fattispecie dolosa di responsabilità amministrativo-contabile il cui danno erariale è stato quantificato in misura pari agli esborsi sostenuti per remunerare il dottor Amadori, incaricato sine titulo dal sindaco Valduga''.

15 dicembre 2023

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LA STORIA

Assunto per un giorno da dirigente e in 24 ore promosso a direttore generale. Peccato non avesse i titoli. E così i Giudici della Corte dei Conti di Trento, sulla base dell'esposto dell'ex-consigliere comunale Marco Zenatti, hanno verificato che la nomina di Mauro Amadori a direttore generale del Comune, nel 2016  fu illegittima. Il prescelto, in quanto funzionario di terzo livello, non aveva i titoli: non aveva cioè esperienza da dirigente. E bisogna dargli atto che lui stesso non affermò di averli.

Da quanto emerge il sindaco di Rovereto tramite pec affermò per iscritto che Amadori "aveva i requisiti" per ricoprire l'incarico. Lo fece in risposta ad uno dei concorrenti scartati che invece i titoli li aveva per aver barrato la casella prevista dal bando sul possesso del requisito essenziale (cioè aver avuto esperienza da direttore generale), mentre  i giudici appurano che Amadori non barrò quella casella, e quindi  non mentì sui suoi titoli: che non c'erano. Per questo moivo l'Amadori non incorre nel reato di falso in atto pubblico. Ma - ed ecco qui il guaio amministrativo -  fu proprio per fargli maturare i titoli e nominarlo che ci fu una pre-assunzione di pochi giorni, poi una elevazione a dirigente di un servizio, e nello stesso giorno di quella "elevazione" la nomina a direttore generale.

Come tale ha amministrato, ricoprendo anche incarichi ad interim di Capo del personale, avendo poi preso il posto dello stesso dirigente che lo aveva assunto. Nella sentenza di condanna i magistrati contabili scrivono che la nomina sarebbe avvenuta con "dolo" cioè ben sapendo di sbagliare. Il danno complessivo è di 265.895 euro, ripartiti a vario titolo fra Sindaco, Segretario generale e Dirigente del personale, a titolo principale. Una quota minore è imputata a giunta e commissione di concorso (salvo due assolti).

Cone è andata a finire? Che il funzionario "senza titoli"  è stato rinominato, nel 2020, con un piccolo dettaglio svelato dalla Consigliera di opposizione Gloria Canestrini: la riconferma è rimasta nel cassetto per 56 giorni, pronta all'uso e preconfezionata.

Le reazioni al caso Amadori, a parte quelle di circostanza e di ufficio, comunque non sono mancante:

L'AUTORE DELL'ESPOSTO (Marco Zenatti)  > "Sentenza confusa? Tutt'altro. E' chiarissima" (> qui)
LA CONSIGLIERA (Gloria Canestrini) > "Valduga si dimetta, la città si trova in regime di illegalità" (> qui)
EUROPA VERDE (Ruggero Pozzer) > "Sentenza grave, e sulla solidarietà al Sindaco bisogna distinguere" (> qui)
LA SENTENZA >  Corte dei Conti Sentenza 81/2021 ( > qui)

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A giorni l'udienza sul caso riferito alla sua nomina
ROVERETO - IL CASO AMADORI

1 APRILE 2021 - Alla selezione si erano presentati in 27, la lista dei candidati poi si ridimensionò a 6, e alla fine fu su 3 nomi che il sindaco di Rovereto Francesco Valduga scelse il suo uomo, ad "insindacabile giudizio" come previsto dalla norma. Solo che i Giudici della Corte dei Conti di Trento, verificarono che la nomina di Mauro Amadori a direttore generale del Comune, era illegittima. Aveva quindi ragione il consigliere comunale dell'epoca Marco Zenatti, autore di un formale esposto.

Dunque il prescelto non aveva i titoli. Anzi: proprio per farglieli maturare - e nominarlo - ci fu una pre-assunzione con un disacco dal servizio precedentemete svolto (l'interessato era funzionario della Provincia), una volta entrato a Palazzo la nomia a dirigente di un servizio, titolo richiesto per poter ambire ad una selezione per direttore generale e in u sol giorno, la nomina a direttore generale. Un escamotage che secondo i Giudici sarebbe avvenuto ben sapendo di sbagliare e dunque con dolo. Nell'ottobre 2020 ad elezoni svolte e sindaco rieletto, i Giudici avevano rinviato a giudizio il Sindaco.

Nell'atto di citazione Roberto Angioni e Marcovalerio Pozzato, parlavano di un concorso ad hoc che coinvolgeva oltre al sindaco, assessori, capo del personale, segretario comunale e l'intera commissione chiamata a selezionare il gruppo ristretto di candidati.

Il danno erariale ammonterebbe a 463.195,70 euro. Soldi che, in caso di condanna, dovranno essere «restituiti» al Comune. I giudici, il 14 aprile 2021, emetteranno la sentenza per stabilire se c'è stato un danno per palazzo Pretorio oppure se tutto è avvenuto secondo le regole. Poi avranno 60gg di tempo per pubblicarla, o rendere note le motivazioni (attorno al 14 giugno 2021).

Mauro Amadori, il prescelto

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