Arte, Cultura & Spettacoli

Elegia per L'Aquila - di Dario Coletti*

Qualcosa è stato ricostruito, il più è ancora maceria, i cittadini non si sono arresi

*fotografo e scrittore - A 5 anni dal terremoto dell’Aquila del 2009 avevo prodotto un lavoro di documentazione fotografica. Gravissimi i danni agli edifici e al patrimonio storico-artistico, de L’Aquila e dei comuni limitrofi. Qualcosa è stato ricostruito, il più è ancora maceria, i cittadini non si sono arresi all’idea di abitare in comode case ma senza personalità. Sono ormai passati 10 anni.

C’è chi è scappato e chi è tornato, qualcuno è rientrato nella propria casa. I più vivono ancora in modo non definitivo. I nuovi paesi non hanno personalità e servizi. La memoria e il dolore sono ancora vivi, non c’è rassegnazione.

Analizzare lo stato delle cose, notare che il conflitto tra uomo e terremoto è un conflitto tra elementi appartenenti entrambi alla natura, un conflitto che ha la stessa essenza della crepa. L’Aquila risulta così essere un luogo simbolico quanto Amatrice, Fukushima, San Francisco o Valparaiso e in quanto tale dirige la mente verso riflessioni di carattere generale. Non favorisce un’attenzione su temi specifici dal sapore materiale, semmai, apre quesiti sull’origine delle cose, sulla natura della materia, sulla sua formazione e la sua dissoluzione, sulla sua sparizione e sulla sua rinascita.

Un luogo può suggerire temi di carattere esistenziale. Questo potente insegnamento ha ispirato la nascita del mio lavoro. Un reportage dell’anima con l’obiettivo di produrre un libro d’autore composto di immagini, pensieri e grafiche combinate tra loro nel tentativo di ricostruire i fatti ed ipotizzare un chiarimento che partendo dalla contemplazione della devastazione e attraversando il sentimento di spaesamento e di dolore potesse condurre ad un processo di guarigione e recupero di un rapporto armonico con la natura.


Autore: Dario Coletti

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