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La donna di Ostuni

Nella città bianca, tanti tesori: tra questi la gestante più antica della storia

La città di Ostuni conserva grandi vestigia archeologiche e reperti che ne fanno una tappa obbligata per chi si occupa di paleontologia. Dalla strada la Città Bianca, abbaglia e appare come un miraggio. Sorge su tre colli della Murgia meridionale e ha visto vari popoli avvicendarsi sulle sue terre: i Messapi, popolazione giunta dalla Illiria, e poi Greci, Romani, Ostrogoti, Longobardi Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi.

Al Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale,  è possibile vedere un reperto eccezionale: lo scheletro della donna più antica che si conosca. Ha 28.000 anni, età del Paleolitco superiore, ed è stata chiamata dagli scienziati Ostuni1. E' la donna di Ostuni, la gestante più antica del mondo, che giace accanto al bambino che ha cresciuto in grembo ma che non ha mai visto la luce. L'urna si trova all’interno della Chiesa di San Vito martire, ex convento delle Monacelle carmelitane, dell'ordine di Santa Maria Maddalena De Pazzi: qui venivano itruite le bambine di buona famiglia ed anche quelle senza famiglia a cui provvedevano le monache.

I resti vennero rinvenuti nell'ottobre del '91, un mese dopo la scoperta al nord dell'Uomo di Similaun. Otzi in qualche modo oscurò la notizia ma si capì subito che la donna rannicchiata in posizione fetale era speciale avedo accanto il bimbo morto con lei. I due scheletri vennero quindi ricomposti e in anni successivi (era il 2012) vennero anche analizzate le 5 gemme dentali del feto e si capì che era una creatura lunga 45 centimetri e che la madre era morta di gestosi alla 33^settimana. Del feto non si conosce il sesso, della donna invece si ricostruì l'altezza  non comune: 1 metro e 70. Se ne poté intuire anche la nobile provenienza: era agghindata con un copricapo e portava al polso un monile di conchiglie. Che sia una sepoltura di divinizzazione lo si casce dal copricapo e dai bracciali di conchiglie. Grazie alla tecnologia l'allestimento riserva un incontro anche con il suo ologramma narrante.

Nel museo dove è conservata, c'è anche lo scheletro di un pellegrino rinvenuto morto. Si immagina possa trattarsi di uno dei tanti viandanti eremiti che raggiungevano questo territorio in pellegrinaggio. Ostuni si trova infatti nella Val d'Itria, toponimo che prende il nome dalla Madonna Odegitria, che in greco-bizantino significa colei che conduce, che guida o che indica la strada. Nell'iconografia cristiana medioevale ha in braccio il Bambino Gesù, seduto e benedicente, con in mano una pergamena arrotolata che la Vergine indica con la mano destra.

Il culto della Odegitria oltre che in Val d'Itria è molto sentito anche a Martina Franca  (nella Chiesa dei Capuccini si conserva un affresco, ma anche a Monopoli e nell'arcidiocesi di Bari-Bitonto.  Fu introdotto intorno al Mille dai monaci basiliani che a causa della lotta iconoclasta preferirono abbandonare l’Oriente per trovare rifugio nell’area mediterranea.

Gli altri tesori di Ostuni sono al Museo Diocesano situato al piano terra dell’antico Palazzo dell’Episcopio, dove si conservano reperti di valenza internazionale, tra questi una eccezionale miniatura di un piccolo Crocifisso, in cui Cristo appare con le viscere aperte a dimostrazione che fu vero Dio e vero Uomo. E' un rarissimo Cristo anatomico in cera della fine del secolo XVII .

Interessante la collezione archeologica di epoca messapica (sec. VII-II a.C.), le pergamene di epoca medievale (1163)l’ostensorio architettonico in argento del Seicento, paramenti liturgici settecenteschi. La visita si conclude in un angolo incantevole il Giardino dei Vescovi, che sorge nella parte più alta della città di Ostuni. Da qui il vescovo contemplava la piana.

Usciti dal Museo ci si trova in una piazzetta barocca incantevole che ha per quinte la cattedrale romanico-gotica con un portale ed un rosone a 24 raggi di rara bellezza.

La città conserva nel suo centro storico vestigia barocche e angoli intimi dove il candore della calce fa esaltare le piccole porte dove si aprono bottegucce artigianali, ristoranti tipici e boutiques. Nella “Terra”, cuore medievale della città, si passeggia fra case immacolate spesso scavate nella roccia, archi e palazzi gentilizi, scorci barocchi e chiese di pietra dorata, tra vicoli, scale e piazzette, con improvvisi e  suggestivi affacci sul mare. Una meraviglia.

Per la sua promozione, Ostuni che pure è notissima  si è messa in rete con altre cinque località della Val d'Itria: Ceglie Messapica, Martina Franca, Locorotondo, Alberobello e Cisternino per proporsi al mercato turistico come un unico prodotto bello tutto l'anno.
(Vi raccontiamo questa esperienza in altra pagina > clicca qui)

Sant'Oronzo, il santo benedicente al quale la piazza principale dedica una statua così imponente da apparire una vera e propria guglia, può essere il punto di partenza per iniziare la visita e giungere al cuore storico di Ostuni, la città bianca, con i suoi vicolistretti, i torrioni, gli improvvisi scorci verso il mare.

Dove mangiare? Nessun dubbio: al Ristorante Tito Schipa White si degustano piatti tipici, (ottime le cozze) in un locale di design che sa essere sia raffinato che easy. Il locale merita davvero una visita per l'atmosfera a cavallo tra antico e contemporaneo e perchè ai sensi ha dato la massima importanza e accanto agli ottimi menù bagnati dai vini dell'enoteca, il locale accompagna la più immateriale delle arti: la musica. Una sosta nel locale in Corso Vittorio Emanuele II, è d'obbligo. (www.whiteostuni.it).

Dove dormire? Nella piana di Ostuni molte strutture di qualità, tra queste la Masseria "Il Frantoio" immerso in una terra di selvaggia bellezza, dove ulivi secolari, alberi di mandorla e ciliegi, piante di fichi, fichi d’india e trulli ricoprono la gran parte del territorio. Si tratta di una vera Azienda Agrituristica, dove è possibile cnoscere la vita di un tempo e gastronomia di altissima qualità: dall'agnello con patate in coccio agli squisiti "Laganari" con pure di cicerchie, pomodorini  spolverati di pane saltato all'olio (la "serratizza").

D'estate Ostuni è bellissima vicina come è al mare e baciata dal sole accecante del Sud che illumina ancor di più le sue case "allattate". Ma d'inverno è a nostro avviso una meta straordinaria per concentrarsi sui tesori del patrimonio culturale locale e gustare la sempre prodiga gastronomia pugliese.

 

> www.viaggiareinpuglia.it
> www.ostunimuseo.it
> www.whiteostuni.it
> www.masseriailfrantoio.it


Autore: Corona Perer

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