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Santuario Padre Pio: eppure non piace

San Giovanni Rotondo: l'opera di Renzo Piano

(foto: copyright giornalesentire) - Ci sono due problemi che riguardano la Chiesa Santuario di San Pio a San Giovanni Rotondo. Uno falso e l'altro vero.
Quello falso è che sia una chiesa brutta: a noi è sembrata ingenieristicamente interessante.
Quello vero è come far sì che questa Chiesa sia la meta dei pellegrinaggi che San Giovanni Rotondo si attendeva già con il Giubileo del 2000 e l'amministrazione comunale con il dovuto rispetto che si deve ad un luogo di fede, si interroga da tempo su questo. Il gap comunicativo che ha preceduto l'opera ha certamente reso problematico il tutto.

Che la chiesa, costata 36 milioni di euro, abbia creato più polemiche che nuove visite, è notorio. Ma sarebbe riduttivo applicare la categoria del “flop” ad un'opera di arte sacra, che chiede di misurarsi nel tempo e che è stata pensata per un santo che ha fedeli in tutto il mondo. Molte sono state le polemiche immeritate e dopo circa 20 anni dalla posa della prima pietra forse è giunto il tempo per ragionarvi in modo sereno.

Dietro c'è una mente razionalista e laica: quella dell'architetto genovese Renzo Piano, insignito nel 1998 del premio Pritzker (il Nobel dell’architettura), uomo abituato a misurarsi con la committenza e a far precedere la matita dalla fase dell'ascolto. Quando gli chiesero se si sentisse ingabbiato dai severi vincoli della committenza liturgica che certamente avrebbe incontrato, rispose con l'umiltà e il coraggio dell'intrepido affermando che un architetto può sbagliare per troppa libertà e che la libertà non è un grande regalo per un architetto. “Ringrazio il cielo quando mi danno indicazioni precise” disse.

Che la Chiesa possa averlo più amareggiato che gratificato è dinamica che non deve stupire. E' capitato ad altre opere di genio, persino nel Rinascimento. Le polemiche ci sono state, ma a guardarla bene contiene elementi interessanti e simboli biblici: gli aquilotti accanto alle campane che richiamano l'animale capace di volare così in alto da bruciarsi le ali e sull'altro lato l'acqua della fontana sonora, che rappresenta il Giordano e quindi il Battesimo. E' stata concepita perché - scendendo- produca un effetto sonoro che richiama di vasca in vasca il concetto di Tempo. L'acqua poi si inabissa  e scorre nelle fondamenta per riemergere nel fonte battesimale posto di fronte all'ingresso vero e proprio della Chiesa Santuario, un'entrata che si vede solo andando “dietro” la Chiesa (rispetto al sagrato) dove vi sono due porte: in quella più bassa il Battesimo di Gesù, in quella più alta (realizzata da Mimmo Paladino), il buon pastore > foto di copertina (in altro).

Quindi, arrivando sul sagrato-spianata non si osserva l'entrata del Santuario che è di lato come descritto sopra,  ma la schiena dell'edificio, e i due altari quello interno e quello esterno sorgono sulla stessa piastra. 

Ed ntrando si percepisce il dettame del Concilio Vaticano II: aula circolare, testimonianza di una Chiesa aperta dove l'assemblea celebra con il sacerdote.

La struttura ad archi è stata concepita per sostenere elasticamente la copertura a volta ed eventuali fenomeni sismici. Poggia su fondamenta per la cui gettata furono necessarie 78 ore di colata di cemento. Questo è anche il punto corrispondente con la cripta sottostante in cui è stata incastonata la cella contenente la teca di Padre Pio.

Il Santo di Pietrelcina è dunque metaforicamente indicato come una colonna della Chiesa. Archi e Architravi spingono all'ennesima potenza la forza di questo santo che purtroppo durante la sua vita e dopo la sua morte è sempre stato suo malgrado oggetto di polemiche.

Sulla piastra da cui si irradiano gli archi portanti, è posto l'altare realizzato da Arnaldo Pomodoro, di una semplicità stilistica persino disarmante, perfettamente armonizzato con la struttura circolare dell'assemblea disposta su sedili sono in rovere, da dove ogni fedele può essere in ottica con il celebrante.

Sopra l'altare vi era una magnifica croce in rame dorato, nello stile tipico dello scultore Pomodoro, che disse di averlo concepito osservando le nubi nel giorno della beatificazione di Padre Pio (maggio del 1999), ma è stato spostato nel Foyer a favore di uno di più tradizionale fattura (pare su esplicita richiesta di Bdenedetto XVI che lo riteneva stilisticamente  pesante) .

E' di  Robert Rauschenberg  il dipinto raffigurante una scena dell'Apocalisse che ora è abbozzato su una tenda particolare, realizzata con il tessuto utilizzato nelle missioni spaziali. Le vetrate che fanno da schiena verso il sagrato esterno sono quindi ricoperte dai teli della futura facciata.

Foto Corona Perer

 

E' di Giuliano Vangi di Pietrasanta,  il grandioso ambone, raffigurante l'annuncio della risurrezione. Ricavato da un blocco di pietra levigata, rappresenta una sorta di “cammino” verso la parola che parte da Nicodemo e passa per Maria di Magdala, la donna che al sepolcro riceve il compito di annunciare la Chiesa,  incontra l'angelo e poi riconosce il Cristo e riparte felice per l'annuncio.

L'aula liturgica contiene anche un possente organo con 5800 canne, 4 tastiere e 71 registri realizzato dalla scuola Pinchi di Foligno.  La Chiesa è stata aperta nel luglio del 2004. Posteriormente è stata inaugurata la Cappella della Adorazione Eucaristica dove il tabernacolo di Floriano Bodini poggia su un blocco di pietra lavica dell'Etna, di circa 40 quintali: la colonna da una pianta quadrata diventa ottagonale e contiene delle formelle che una volta aperte diventano una croce.  Alle pareti gli affreschi di  Suor Elisa Aletti incentrati sull'Ottavo Giorno, ovvero la Resurrezione con ampi riferimenti sia alla tradizione francescana del Cantico delle Creature, sia alla vita di Padre Pio.

Usciti dalla cappella del Tabernacolo, si dipartono i percorsi per scendere alla cripta  con i mosaici che raccontano la vita dei due santi (Francesco e Pio) e che hanno il compito di introdurre il fedele alla cappella sottostante dove è stata riposta la teca. Sono stati realizzati da padre Ivan Rupnik, mosaicista del Vaticano,  e mostrano gli eventi salienti della vita dei due santi uniti dalla sofferenza per le stimmate. L'ultimo presenta Padre Pio giunto alle porte del Paradiso.

 

La cripta è luogo accecante, per ciò che conserva anzitutto: il corpo di un santo che ha una moltitudine di fedeli nel mondo e che aveva il dono della bilocazione e di sanare a distanza,grazia che si annunciava con il suo profumo. Acceca 'anche' per le volte dorate grazie all'utilizzo di 3 chili d'oro, ex-voto di proprietà del Santo.

Ci si avvicina al Santo in modo diretto, molti sostano per ore in preghiera e silenzio, la teca permette un contatto diretto e la contemplazione di un uomo che ha lottato col Demonio e sanato tanti infermi, nel corpo e nello spirito. Chi crede non si pone la domanda se Padre Pio avrebbe voluto questo tributo. Perchè il tributo solenne alla santità è tradizione tipica del Cristianesimo, basti pensare ai capolavori di epoca bizantina. La Chiesa dunque tra “sopra” e “sotto” è un costante richiamo alla grandezza di Dio e alla grandezza di uno dei suoi Santi.

Una imponente croce una volta usciti dalla cappella indica alla valle il Santuario e un camminamento coperto favorisce il ritorno dei fedeli sul sagrato superiore. Dopo un cammino esperienziale che lascia traccia e di tutto questo l'architetto ci sembra si sia ampiamente fatto carico. 

I lavori di costruzione cominciarono il 19 gennaio 1996, sorge su una superficie di 6.000 mq., può ospitare fino a 6000 persone sedute (10.000 in piedi) che diventano 30 mila quando la chiesa si apre sul sagrato grazie alle porte basculanti posizionate lungo la circonferenza del carapace che Renzo Piano ha scelto come ispirazione decidendo poi di usare solo materiali locali. Anzitutto la pietra di Apricena e 24 ulivi sul sagrato: 12 profeti e 12 apostoli. Perché la Chiesa inizia dal Sagrato, anticamente corteo dei Gentili e questo è certamente un primo simbolo.

La chiesa merita quindi un umile approccio che dovrebbe semmai essere facilitato da un pre-ingresso informativo. Poi ognuno potrà accostarsi al Santo con lo stesso rispetto con il quale lo schizzo progettuale ha preso corpo.

(Corona Perer - 2017)
 

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Questa pagina ha prodotto diverse osservazioni arrivate in redazione. Una di queste èdegna di nota perchè apre a tutt'altra (e complessa) interpretazione dei simboli: è del dr. Raffaele Giovanelli del qule riportiamo anche uno studio (vedi sotto al link indicato). Il nostro articolo è dell'aprile 2017 a seguito di press-tour, la mail che di seguito riportiamo è del febbraio 2023, a dimostrazione di come il dibattuto sia ancora vivo e fonte di riflessioni doverse. Il dr. Giovannelli scrive:

"Gentile direttore,
In Italia abbiamo chiese opulente e chiese povere. Tra queste è difficile trovare chiese "brutte". Quella dedicata a San Pio non è solo brutta, è un disgustoso monumento al demonio che perseguitò sempre Padre Pio quando era in vita. Io mi occupo di ingegneria e di fisica, come potrà vedere girando nel mio sito: lacrimae-rerum. La sensazione che ho ricavato dalla mia visita alla chiesa dedicata a Padre Pio è stata narrata in un mio articolo. Non conoscevo il costo, oltre 30 milioni di euro. Una mostruosità. Da cui si evince che il diavolo, il vero ispiratore dell'opera, non disdegna di veder scorrere il denaro. Pare che l'architetto Renzo Piano, sia rimasto stupito delle critiche piovute sulla sua opera. Si può ipotizzare che il maligno abbia agito sull'incoscio degli autori, L'autore delle immagini sacre, piene di volti inebetiti, è sotto accusa per violenza carnale su alcune suore. Si informi!
Se leggete il mio articolo troverete espresso un parere molto diverso: > link
Raffaele Giovanelli
12.2.2023


Autore: Corona Perer

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