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Addio al principe consorte Filippo di Edimburgo

Ottimo come spalla, marito diligente, gaffeurs impenitente

di Margherita Vitagliano - Ottimo come spalla, marito diligente, gaffeurs impenitente, sempre un passo indietro come vuole il protocollo. Se ne è andato il principe consorte Filippo di Edimburgo e io penso a Queen Elizabeth e a quello scarno comunicato dove però traspare l'amore: beloved husband, leggo. Adorato Marito. In tv qui in Inghilterra è in corso una non-stop tv. Non potrebbe essere diversamente. Il Regno si ferma a omaggiare il marito di Sua Maestà. Elisabetta se ne era innamorata appena tredicenne e nel 1997 avevano fatto il cinquantesimo di matrimonio.

Elisabetta reggerà sicuramente. Pare che tutta la corte fosse ormai preparata all'evento anche se si sperava che a giugno avrebbe potuto compiere i suoi 100 anni e rivedere così anche il nipotino ribelle Harry, che aveva promesso di tornare per quella data da oltreoceano. 

''Chi pensa che le loro nozze siano state combinate, si sbaglia''. A scriverlo è Cristina Penco nel suo libro "La saga dei Windsor" (ed. Diarkos). "Si tratta di un’unione d’amore, decisamente longeva: la più lunga e solida mai raggiunta da nessun monarca vivente al mondo" aggiunge la giornalista.

Elisabetta e Filippo erano cugini di terzo grado per via di Cristiano IX di Danimarca anche se la scarsa liquidità di cui disponeva Filippo all’epoca del primo imcontro, non ne faceva un buon partito. Pare che avesse non più di sei sterline e mezzo sul suo conto in banca all'annuncio del fidanzamento. Come ufficiale ne guadagnava undici alla settimana .

"Figlio del principe Andrea di Grecia e Danimarca e della principessa Alice di Battenberg, il duca di Edimburgo nacque a Corfù il 10 giugno 1921. Non aveva nemmeno un anno quando, con la famiglia, dovette fuggire dall'isola natale, dove avevano preso il potere i colonnelli. Il bebè sarebbe stato sistemato in una cassa d'arance. Dimostrò da subito una tempra granitica" leggo nel libro di Cristina Penco.

''Si narra che fu partorito su un tavolo della cucina in una casa senza acqua corrente, priva di riscaldamento ed elettricità. Nell’aria c’erano già tutti gli indizi del disastro incombente. Otto mesi più tardi, infatti, i colonnelli greci presero il potere e condannarono il re e la sua famiglia all’esilio. Giorgio VI spedì la nave da guerra HSM Calypso per andare a recuperare e mettere in salvo i fuggitivi. In mezzo a loro c’era pur sempre sua cugina. Filippo, di nemmeno un anno, fu sistemato in una cassa di arance e portato sull’imbarcazione che li avrebbe condotti in Francia" (Cristina Penco).

Dunque pochi scellini e tanto sangue blu. Forse per questo Filippo ha sempre saputo stare al suo posto, nel ruolo certo non facile di principe consorte.

E mai nessuno screzio è trapelato tra i due. Come si può non aver stima di una coppia del genere?

Consentitemi anche un piccolo aneddoto personale: conservo con cura il bigliettino di ringraziamento che mi arrivò dalla Casa Reale in occasione dei 70 anni di matrimonio: da novella suddita, avevo scritto alla mia regina per fare gli auguri a Lei e al suo consorte. Mi ha risposto! Che emozione trovarlo e aprirlo...

il ringraziamento di Sua Maestà la Regina a...Margherita Vitagliano


Autore: Margherita Vitagliano

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