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Pier Paolo Pasolini, come educare oggi

''All'antropologia del vincente preferisco il mio sacro poco''

di Corona Perer - Pier Paolo Pasolini spiegò molto bene come educare oggi. ''All'antropologia del vincente preferisco il mio sacro poco'' scrisse dopo aver descritto il mondo come era e come, purtroppo, è ancora. A testimonianza della modernità del suo pensiero, della statura intellettuale che ha impersonificato in una particolare stagione della storia italiana.

''Attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta nonché figura a tratti controversa, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. Il suo rapporto con la propria omosessualità fu al centro del suo personaggio pubblico". In queste righe vi è il ritratto ufficiale dell'intellettuale così come viene riconosciuto dalla cultura italiana. Lui però fu molto di più.

Nato 100 anni fa a Bologna, il 5 marzo 1922, e tragicamente morto a Roma, nel novembre 1975, è stato un poeta, sceneggiatore, attore, regista, scrittore e drammaturgo italiano. Si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, romanziere, linguista, traduttore e saggista.

Circa la "giusta" educazione, libera da pregiudizi e stereotipi ebbe a scrivere righe profetiche come queste:

Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.
Alla sua gestione. All'umanità che ne scaturisce.
A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccato.
A non divenire uno sgomitatore sociale a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo in questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente (figuriamoci il futuro), a tutti i nevrotici del successo dell'apparire del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.

(Pier Paolo Pasolini)

E in quel sacro poco c'è tutta la vastità della sua sensibilità e del suo Sentire.


 


Autore: Corona Perer

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