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Albrecht Dürer e il Rinascimento trentino

Castello del Buonconsiglio ha ricordato il passaggio di Albrecht Dürer in Trentino

Albrecht Dürer e il Rinascimento: anzi, per essere più precisi ''Albrecht Dürer  e gli altri''. Castello del Buonconsiglio ricorda il passaggio in Trentino di Albrecht Dürer, un grande nordico scelto come protagonista della mostra simbolo del Centenario del museo, nato nel 1924.

Dürer scoprì Trento e il Trentino negli anni 1494-95, restando affascinato dai paesaggi e dalle atmosfere di questi luoghi, catturandone l’essenza in una celebre serie di acquerelli. La presenza – fugace ma particolarmente significativa – di Dürer in Trentino porterà a disegni, acquerelli, incisioni e dipinti, evidenziando inoltre come, e in quali modi l’arte di Dürer abbia stimolato gli artisti locali a trovare nuove forme espressive. 

Quindi il passaggio di Dürer costituisce non solo  un episodio di grande rilevanza nella carriera del maestro norimberghese, ma anche nelle dinamiche dei rapporti artistici fra la Germania e l’Italia, lasciando tracce non indifferenti nella regione di Trento e nei territori dell’Adige.

Johannes Cochlaeus nella sua Brevis Germaniae Descriptio rammentava nel 1512 da Norimberga che “Trento è la frontiera della Germania verso l’Italia, dove gli abitanti parlano la lingua italiana e la tedesca”.

Ad attrarre il norimberghese fu un Principato dove l’arte e le arti erano coltivate con grande passione e dove il Rinascimento veniva declinato in modo del tutto originale da artisti trentini e da “foresti” che vi giungevano perché attratti dal prestigio e dalle committenze della corte del principi-vescovi e delle élites economiche.

Ha ricordato questa celebre visita la mostra ''Albrecht Dürer  e gli altri - Rinascimenti in Riva all'Adige'' (luglio-ottobre 2024), promossa dal museo del Castello del Buonconsiglio, in collaborazione con l’Università di Trento e la Soprintendenza per i beni culturali, è a cura di Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi. Disegni, acquerelli, incisioni e dipinti: l’arte del grande tedesco non passò inosservata ma stimolò gli artisti qui attivi a ripensare la loro arte. Tra le opere anche la veduta del Castello del Buonconsiglio proveniente dal British Museum.

 

Si può prlare di un “caso Dürer”? Sì: da qui scaturirono le origini di quel Rinascimento originale, sui generis, che si sviluppa in Trentino tra 1470 e 1530/40. A prendere forma è uno stile nuovo, o meglio, l’insieme di tanti nuovi linguaggi, influenzati da artisti, opere, mode e modi che risalgono dall’Italia alla Germania, alle Fiandre e viceversa.

Il Trentino e il Tirolo meridionale vantavano alcune sedi episcopali (Bressanone, Trento) e commerciali (Bolzano) che costituivano poli attrattivi di prim’ordine. Piccola enclave autonoma nel mezzo delle potenze dell’epoca, qui si attivò un laboratorio di innovative soluzioni artistiche, in un’epoca – i decenni attorno al 1500 – di intensa trasformazione artistica e culturale di tutta l’Europa. Non solo Dürer, quindi nella mostra del Buonconsiglio che indaga anche la presenza di artisti tedeschi a Trento, come esemplarmente documentato dall’impressionante Crocifissione di Sisto Frey nel Duomo cittadino.

 

LA MOSTRA - Albrecht Dürer e il Rinascimento trentino

Dopo la straordinaria fase dell’Umanesimo, del quale fu campione il vescovo Johannes Hinderbach, un particolare focus la mostra lo riserva alla figura del grande principe vescovo Bernardo Cles (1485-1539), promotore della costruzione e decorazione del Magno Palazzo al Castello del Buonconsiglio, consigliere di Massimiliano I e poi membro della dieta imperiale di Carlo V, oltre che suo gran cancelliere. Egli impiegò non soltanto artisti italiani, ma si fece ritrarre da pittori come Bartholomäus Bruyn, o da medaglisti come Hans Schwarz, e coinvolse maestri come Dill Riemenschneider, accanto a Romanino, Dosso e Fogolino.

Un ulteriore approfondimento è dedicato al ruolo dell’imperatore Massimiliano I, sovrano per il quale Dürer prestò servizio. Massimiliano si fece proclamare Re dei Romani proprio il 4 febbraio 1508 a Trento con una sfarzosa cerimonia e il vescovo Neydeck volle che la circostanza fosse ricordata nelle portelle dell’organo di Santa Maria Maggiore dipinte da Falconetto.

La mostra riunisce quasi un centinaio fra opere su carta (le stampe, e non solo quelle di Dürer, come mezzo di diffusione di forme ed idee artistiche di primaria importanza, avranno un ruolo fondamentale nell’insieme), dipinti, sculture provenienti da grandi istituzioni museali come la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, l’Accademia Carrara di Bergamo, il Museo Correr, il Museum Ferdinandeum di Innsbruck, il museo Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, i Musei di Strada Nuova di Genova e la Pinacoteca Nazionale di Siena.


''Albrecht Dürer  e gli altri''.
Trento, Castello del Buonconsiglio
6 Luglio 2024 - 13 Ottobre 2024
a cura di Bernard Aikema, Laura Dal Prà,
§Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi

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