
Beverly Pepper, pioniera della Land Art
L'Aquila, Todi e Venezia rendono omaggio alla scultrice americana
(di Mariella Morosi) - Se n'è andata a febbraio, Beverly Pepper, scultrice americana regina della land art, ma la sua arte, estratta dalla pietra e forgiata nel metallo ora appartiene a Todi, dove aveva scelto di vivere mezzo secolo fa. Il borgo umbro ospita ora nel parco monotematico di scultura contemporanea tante sue opere monumentali e architettoniche che trovano armoniosa collocazione tra le mura medievali. Lineari e imponenti, coniugano materia e spirito, natura e ambiente urbano.
Anche tanti altri centri urbani nel mondo hanno inglobato le sue opere perchè è l'arte che può trasformarsi in strumento per ripensare le città facendole tornare ad essere scenografie capaci di unire le bellezze artistiche del passato con le suggestioni culturali del presente.
Vuole essere questo il significato del Festival delle Arti, iniziativa della Fondazione Progetti Beverly Pepper realizzata in collaborazione con il Comune di Todi e la Beverly Pepper USA Foundation dal 12 al 24 settembre.
Saranno tre città, L’Aquila, Todi e Venezia ad ospitare in questa prima edizione le sue sculture e le sue installazioni, insieme a mostre e performance. Sarà anche un momento particolare, di apertura delle città dei suoi spazi all'aperto, di speranza nel futuro, dopo il lockdown che ci ha dato fragilità e incertezza, come quando si è in convalescenza dopo una malattia.
«Si tratta di un format originale – spiega Elisa Veschini, vicepresidente Fondazione Progetti Beverly Pepper – che include eventi culturali che presenteranno protagonisti nazionali e internazionali del mondo delle arti, con la produzione di diverse performance, mostre ed esperienze didattiche, atte a creare un forte impatto sul pubblico e sul territorio, sinergie che daranno spazio a giovani talenti in uno scambio innovativo che valorizzerà l’utilizzazione pubblica dei luoghi dell’arte».
Scultori, pittori, musicisti, attori, orafi e mastri vetrai saranno mobilitati con un comune obiettivo: dimostrare l’essenzialità della cultura per dare una nuova identità ai centri urbani. Il Festival delle Arti 2020 prevede infatti tre momenti diversi nelle città accomunate proprio dal fatto di ospitare alcune delle opere di land art di Beverly Pepper.
L’evento d’apertura a L’Aquila, con una performance musicale dedicata ai classici del jazz realizzata dalla Big Band del locale Conservatorio. La città terremotata era cara a Beverly Pepper, e nell'ambito del progetto Nove artisti per la Ricostruzione, le aveva donato la sua Amphisculpture, un teatro all’aperto di 3000 metri quadrati, il più grande del centro-sud Italia.
Ma è Todi di cui la Pepper era cittadina onoraria, il “palcoscenico centrale” della manifestazione. Qui per tre giorni – dal 18 al 20 settembre – spazi urbani assai diversi tra loro (parchi cittadini, cortili dei palazzi storici, piazze, gallerie, negozi) hanno ospitato quadri, installazioni, sculture, mostre, spettacoli e concerti. Tutto fruibile gratuitamente dal pubblico. Lo storico borgo umbro affacciato sulla media Valle del Tevere, prima etrusco, poi romano e bizantino, ha accolto l’eclettismo dell'artista statunitense nel suo tessuto urbano.
La tappa conclusiva del Festival è Venezia. Nello Spazio Thetis - Arsenale Novissimo della città lagunare, che già ospita in maniera permanente le Todi Columns, le colonne monumentali che svettano verso il cielo.
La Fondazione Beverly Pepper, nata nel 2018, con la scomparsa dell'artista ha rafforzato la sua missione di garantire la corretta informazione, divulgazione e conservazione sulle sue opere. «Questo primo Festival delle Arti - spiega Michele Ciribifera, presidente Fondazione Progetti Beverly Pepper- è stato concepito per essere un grande progetto artistico. Un’occasione di incontro e contaminazioni tra arte, musica, danza e teatro con lo scopo di creare una sinergia continuativa e di divenire un punto di riferimento e di promozione per gli artisti italiani e stranieri di livello internazionale. E' un appuntamento che mira a coinvolgere lo spettatore per renderlo partecipe nella costruzione performativa di questa iniziativa che si svolgerà nei luoghi dell’arte».
Ma chi era Beverly Pepper? Classe 1922, allieva di André Lothe e Fernand Léger, negli anni '40 si dedica allo studio della fotografia e del design pubblicitario e industriale all’Art Students’ League a Brooklyn e, a Parigi, all’Académie de la Grande Chaumière. A Roma incontra il giornalista Curtis Bill Pepper, suo futuro marito. Il suo esordio nel mondo dell’arte avviene nel 1952 con una mostra di pittura a Roma presentata da Carlo Levi. Negli stessi anni, Pepper frequenta l’ambiente artistico capitolino e stringe amicizia con Achille Perilli, Pietro Consagra, Piero Dorazio e Giulio Turcato del Gruppo Forma1. Nel 1960, dopo un viaggio in Cambogia ad Angkor Wat, cambia radicalmente il suo linguaggio artistico, avvicinandosi alla scultura e realizzando piccole forme in materiali naturali come legno, sabbia, ferro, argilla e fieno.
Espone per la prima volta come scultrice nel 1961 a New York e a Roma alla Galleria Pogliani, con la presentazione di Giulio Carlo Argan. Partecipa poi alla mostra "Sculture nella Città" nell'ambito del V Festival dei Due Mondi di Spoleto. Negi anni '70 realizza il suo primo progetto ambientale a Dallas, la "Dallas Land Canal and Hillside" e partecipa alla 34ma Biennale di Venezia. Da allora sceglie di vivere e lavorare a Todi, nella sua casa-atelier.
E' opera sua il Parco monotematico di scultura contemporanea della città di Todi e si estende dal Tempio rinascimentale di Santa Maria della Consolazione fino alla chiesa di S. Fortunato, passando per la Rocca, punto più elevato del centro storico.
“Il Parco è come una grande porta -aveva detto Beverly Pepper all'inaugurazione, avvenuta nell'autunno scorso- e cela tante possibilità a chi vorrà aprirla. Sento di aver dato alla città una nuova energia, sento di aver trasmesso coraggio e vitalità. Molte delle mie opere monumentali vanno verso il cielo, cercano un legame con il paesaggio. Mi piacerebbe che accompagnino chi le guarda verso questa sensibilità, la percezione dello spazio che penetra l’osservatore attraverso la materia, la natura e la storia”.
Nel New Jersey c'è una delle sue prime opere di Land Art. Tra le sue opere più anmmirate, le Todi Columns, totem alti tra gli 8 e i 12 metri installate per la prima volta nella Piazza del Popolo di Todi nel 1979, un evento anticipatore in quegli anni, e là ricollocate 40 anni dopo, nel 2019. Sono state esposte anche a Washington, New York, Venezia, Firenze.
www.fondazioneprogettibeverlypepper.com
Autore: Mariella Morosi
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