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Augusto Sinagra, i cittadini onesti han vinto due volte

La sospensione del Consiglio di Stato. ''La pezza è stata peggiore del buco''

''La pezza è stata peggiore del buco''. Augusto Sinagra, ex magistrato e professore ordinario di diritto internazionale e diritto dell'Unione Europea, interviene sulla sospensione del Consiglio di Stato e spiega che si tratta di una vittoria, non di una sconfitta per chi si è tenacemente battuto per le terapie domiciliari che in due anni (quasi 3) di pandemia sono state ignorate e anzi osteggiate.

Il professore che, in questi mesi, non ha fatto mancare al dibattito una voce coraggiosa e sempre in punta di diritto, non le manda a dire. E afferma che i medici coraggiosi che le terapie domiciliari le hanno fatte e i cittadini onesti che hanno giustamente preteso una sanità del territorio (mai cercata, nè voluta, in questi anni di emergenza), hanno vinto due volte: al TAR e al Consiglio di Stato.

"Come tutti ricordano il 15 gennaio scorso il TAR del Lazio in accoglimento del ricorso proposto dinanzi ad esso, ha statuito con sentenza che l’omicidiario protocollo ministeriale “Tachipirina e vigile attesa” non poteva in alcun modo avere valore di imposizione e dunque costringere i medici a non curare secondo vera scienza e coscienza" esordisce il professore.

"Il giubilo è stato giustamente grande perché finalmente dei giudici hanno cominciato a capire o hanno smesso di far finta di non capire... Tuttavia, l’Avvocatura dello Stato con velocità tale da far vergognare Gatto Silvestro, pare che abbia ottenuto in via urgentissima, e nonostante la domenica di mezzo, un Decreto presidenziale da parte del Consiglio di Stato che ha sospeso l’efficacia della sentenza del TAR".

Sinagra quindi commenta le prime reazioni di grande delusione. "La cosa ha gettato nello sconcerto una moltitudine di persone come si può leggere nei diversi social, ma la verità è un’altra e che cioè il Consiglio di Stato con il Decreto in questione ha detto la stessa cosa detta nella sentenza del TAR, e forse anche in modo più chiaro e che cioè il famigerato protocollo ministeriale non aveva e non ha alcun effetto vincolante, trattandosi di una semplice e casta raccomandazione che, come tale, in alcun modo può impedire ai medici di curare la patologia Covid secondo le loro autonome scelte terapeutiche" afferma il giurista.

E dunque ecco le sue riflessioni.

"Gridare alla sconfitta e influenzare in tal modo l’opinione pubblica, è un ingiustificato atto di resa che aiuta l’illegittimo governo in carica il quale vuole questo, benché conosca la corretta statuizione del Consiglio di Stato. Stando così le cose suggerisco a tutti coloro i quali sono stati cialtronescamente sospesi dagli Albi degli Ordini Provinciali dei Medici, di impugnare tale sospensione che, sulla base della sentenza del TAR prima e del Decreto presidenziale del Consiglio di Stato dopo, è chiaramente illegittima".

L'obiezione è però naturale: si è voluto salvare il Ministro e anche chi l'ha preceduto. "Praticamente Roberto Speranza era stato messo con il culo di fuori. Ed è questa la ragione della ultrasonica velocità con la quale l’Avvocatura dello Stato ha ottenuto il Decreto presidenziale in Consiglio di Stato (velocità mai possibile per un comune cittadino): salvare la faccia a Speranza e al governo, ma l’Avvocatura non è riuscita nel suo intento".

Morale della favola: i medici e i cittadini onesti hanno vinto due volte, al TAR e al Consiglio di Stato.
 

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