Attualità, Persone & Idee

Cortina, il caso della chiusura del Centro Montessori

Lettera dei genitori ''Perché diciamo no''

26 maggio 2023 Riceviamo e pubblichiamo - "Perché diciamo no alla chiusura del Centro Montessori Cortina d’Ampezzo"
 
È con amarezza e profonda delusione che apprendiamo le notizie che arrivano riguardo a quanto sembra prospettarsi sul futuro del Centro Infanzia Montessori di Cortina d’Ampezzo deciso dal Comune.
 
Il Centro, di riconosciuta valenza internazionale, offre ai bambini un’eccellente educazione Montessori in una cornice stupenda e unica come quella di Cortina. Nato nel 1997 come un asilo nel bosco, grazie ad un gruppo di genitori coraggiosi e visionari, negli anni è cresciuto restando sempre sensibile e particolarmente legato all’ambiente naturale che lo circonda. Un Centro Infanzia che non sarebbe nato se non avesse ricevuto l’aiuto economico iniziale da Irmgard Ullrich, amica intelligente ed affettuosa che è stata di grande sostegno, oltre che economico, anche morale. Si è sviluppato fino a diventare un Centro Montessori internazionale, con scuola elementare paritaria interamente bilingue italiano-inglese, una Scuola Materna e Asilo Nido. Si tratta dell’unico asilo nido presente nel Comune di Cortina, offrendo pertanto un importantissimo servizio per la comunità.
 
Da più di 25 anni, il Centro accoglie bambini da 1 a 11 anni di età: negli anni oltre 550 bambini hanno frequentato il Centro Montessori testimoniando la validità e solidità del metodo. Si tratta di un esempio virtuoso di sussidiarietà da parte della società civile che, nell’assenza di un Nido Comunale, si è autorganizzata fornendone uno di qualità all’amministrazione locale.
 
Il Centro offre un servizio educativo attualissimo, preziosa alternativa pedagogica. Infatti Nido, Scuola Materna e Scuola Elementare sono stati sostenuti e apprezzati da formatori e pedagogisti dello spessore di Grazia Honegger Fresco, Mariangela Gianni, Claus Dieter Kaul, Raniero Regni, Luana Gigliarelli, Paola Collina, Giancarlo Onger, Rosa Dipierro,  Verena Maria Welser, Mario Valle; vari scrittori tra cui Rebeca Wild, Maria Rita Parsi, Elena Balsamo; da dirigenti scolastici di varie parti d’Italia; intellettuali, ma anche da artisti come Arno Stern, Vico Calabrò, Paolo Barozzi, Renato Balsamo, Marco Paolini, Mauro Corona, e persino da neuroscienziati di rilevanza come Leonardo Fogassi e Irenaus Eibl-Eibesfeldt, grandissimo etologo allievo di Konrad Lorenz.
 
Il Centro Infanzia ha ottenuto premi a livello nazionale, plauso da persone come Wangari Maathai, Premio Nobel per la pace 2004, e visite da dirigenti scolastici persino da Hong Kong, dall’Oklahoma, dalla Svizzera, Austria, Germania, Spagna.
 
Il Centro è sempre stato affiancato sin dai primi giorni dalla Cooperativa di Cortina, dapprima nella persona di Mario Manaigo che ha visto con lungimiranza il valore del progetto, e in seguito anche da Renzo Stefani e poi da Emanuela De Zanna.
 
Hanno contribuito genitori, nonni, amici, simpatizzanti, artigiani di Cortina, ed enti importanti per la nostra comunità come Cortinabanca, la Fondazione Cariverona, le Regole d’Ampezzo, il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, l’Associazione Astronomica, l’U.L.D.A,  il Soroptimist Cortina, il Federbim.
 
Negli anni il Centro ha sostenuto importanti lavori di arredamento interno, adeguamento dei giardini e di ristrutturazione dell’edificio per renderlo agibile come da disposizioni di legge impegnando cifre considerevoli sostenute in gran parte dall’Associazione e avvalendosi inoltre di un contributo ricevuto grazie all’interessamento del Senatore Walter De Rigo che ha creduto e appoggiato il progetto.
 
Il Centro Montessori è un gioiello e un vantaggio per la Comunità sotto ogni punto di vista: culturale (organizza diverse attività aperte a tutti), sociale (è un punto di aggregazione per iniziative di valore e crescita genitoriale), demografico (ha attirato  ed attira famiglie a vivere a Cortina  anche dall’estero), didattico (offre una proposta educativa attualissima e la possibilità di una scelta pedagogica), di pari opportunità (permette alle mamme di lavorare in serenità), ed anche economico (il centro è sempre stato gestito da genitori volontari, quanto costerebbe, e sarebbe costato, alla comunità un centro di questo genere senza il contributo di coloro che se ne sono da sempre occupati?).
 
Con la chiusura del Centro Montessori, la Giunta che governa in questo momento Cortina sta per dare un colpo mortale alla ricchezza di offerta educativa per l’infanzia spegnendo di fatto una realtà di enorme valore. Ciò comporta la perdita di un importante servizio per la Comunità e può influire sensibilmente sulla natalità, togliendo l’unico Asilo Nido, il servizio per la prima infanzia che permette alle famiglie di affrontare con due stipendi tutte le spese che l’arrivo di un figlio comporta. L’assenza di un Nido molto spesso significa per le mamme dover rinunciare al proprio lavoro; questo è infatti uno dei servizi fondamentali per le giovani coppie che potrebbero essere disincentivate ad avere figli, incrementando ulteriormente il calo di natalità a Cortina, in costante e preoccupante discesa negli ultimi anni.
 
Sì, ci sono delle vertenze aperte, c’è un contenzioso giudiziario, la situazione è ingarbugliata, ci sono delle incongruenze burocratiche, ma siamo più che convinte, siamo anzi certe, che un accordo, una strada giusta e legale si trova se veramente la si vuole cercare. Ma ci sembra che manchi assolutamente la volontà, e che tristemente l’autotutela degli amministratori prevalga sul bene comune.
 
Nella completa miopia infatti non si riesce a vedere che il danno, vero e certo, è quello sociale, e che è di proporzioni enormi! Una recente indagine ministeriale ha evidenziato e confermato ancora una volta come lo spopolamento della montagna sia strettamente collegato alla mancanza di politiche sociali di sostegno alle famiglie ed alle nascite, da individuare soprattutto nella mancanza di servizi per l’infanzia e di nidi per bambini di 0-2 anni.
 
Perché spegnere, con leggerezza, una realtà costruita giorno dopo giorno con amore da genitori locali appassionati, che hanno raccolto il testimone dai fondatori di Natural…mente Massimo e Patrizia Tua? Perché spegnere una realtà apprezzata da molte famiglie e un servizio essenziale che il Comune non fornisce? Perché anziché sostenerlo, e magari anche ringraziare chi si accolla la fatica e l’impegno di portarlo avanti, lo si vuole chiudere? Ci sono Comuni che agevolerebbero in ogni modo possibile una associazione di volontariato che si prende l’onere di gestire un Centro Infanzia da più di 25 anni.
 
Inoltre il Centro soddisfa tutti i requisiti, è provvisto di tutte le autorizzazioni, con costi da sempre veramente accessibili. Persino il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) chiede e incentiva l’apertura e il potenziamento di Asili Nido, e non la chiusura!
 
A Cortina purtroppo sembra essere più facile la perdita di servizi di questa importanza piuttosto che impegnarsi per trovare una soluzione.
 
Distruggere è facile e veloce, costruire (e ricostruire) è faticoso e laborioso. Questa perdita perciò sarebbe un danno enorme per i cittadini di Cortina: riottenere in breve un Centro Infanzia riconosciuto ed autorizzato sarà difficile, richiederebbe tempi lunghissimi e intanto la comunità di Cortina muore, come tristemente evidenziato dai nostri concittadini Raffaello e Stefano Lorenzi.
 
È stato promesso di “portare per mano” il Centro alla salvezza, come un buon genitore fa con una creatura e lo si sta invece, con quella stessa mano, portando alla morte ostacolando molte possibili nascite che sarebbero sicuramente favorite, sostenute ed incoraggiate dall’esistenza di un sevizio di qualità per la prima infanzia.
 
Chiediamo che siano mantenute le parole date perché non rimangano solo vuote promesse, chiediamo un po’ di coraggio per delle decisioni a favore della vita e del futuro delle famiglie del territorio, chiediamo di dimostrare di non aver intascato voti millantando la conoscenza della situazione tanto da poterla risolvere, chiediamo di non tradire l’elettorato, chiediamo che la politica a Cortina sappia fare il suo mestiere, sappia decidere in favore della comunità che è chiamata a proteggere, sappia stare dalla parte dei suoi cittadini, sappia dare un futuro alla comunità d’Ampezzo.
 
Chiediamo rispetto nei confronti dei molti genitori volenterosi che hanno costruito e mantenuto il Centro per 25 anni e soprattutto per non perdere un gioiello così prezioso per la Comunità, un fiore all’occhiello per Cortina, per la Regione Veneto e per l’Italia stessa.
 
Tante quindi le ragioni per far vivere questa realtà e nessuna ragione per distruggerla. Riteniamo fermamente che il Centro Montessori Cortina vada salvato a tutti i costi! Cancellare una scuola significa cancellare un futuro.
 
Ci rivolgiamo quindi all’Amministrazione tutta, politici e dirigenti, affinché con buona volontà venga rivista l’intera vicenda partendo innanzitutto dalla valutazione primaria di quello che è il vero bene per Cortina con la certezza che la responsabilità di quanto verrà attuato è tutta Vostra.
 
Lettera firmata da:
Laura Boaretto, fondatrice ed ex-direttivo
Fabrizia Maioni, fondatrice ed ex-direttivo
Amina Malagò, ex-direttivo
Enrica Nannini, ex-direttivo

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''Ci volevano cacciare da tempo, lo hanno fatto''
La denuncia della Presidente

18 aprile 2023 - Il Centro Montessori Cortina chiude per imposta liberazione dei locali da parte dell’Amministrazione Comunale. "Il Comune di Cortina non ha alcun interesse nel sostenere il progetto Montessori Bilingue che da 25 anni viene erogato ad opera di un’associazione no profit gestita da genitori volontari, l’Associazione Facciamo un Nido APS" si legge in una nota-denuncia del Centro che giusto un anno fa si rivolgeva alla stampa con un appello: ''Ci vogliono cacciare". Ebbene è accaduto.

''Molte le affermazioni che ci sono state rivolte in questi mesi ed in questi ultimi anni per attribuire le ragioni della chiusura e della richiesta di liberazione dell’immobile scolastico in uso, al Centro Montessori ed ai genitori che lo gestiscono, dando troppo spesso versioni distorte della realtà'', afferma il comitato di gestione. Pubblichiamo di seguito la loro denuncia:

“La lodevole e storica iniziativa” dell’Associazione Facciamo un Nido non è semplicemente un’iniziativa “privata e importante nel territorio comunale” ma si tratta del servizio ESSENZIALE di Centro Infanzia integrato nido+asilo che il Comune le ha delegato, tramite convenzione (salvo poi non onorarla da ormai quattro anni); l’Associazione è un ente a promozione sociale del terzo settore no profit che si basa sull’indispensabile quanto unica attività di volontariato dei genitori.

Rispediamo al mittente l’accusa di “aver generato confusione e false rappresentazioni di una realtà inesistente tramite l’uso intensivo dei social” poiché siamo stati presi in giro da chi aveva promesso che avrebbe trovato una soluzione alla nostra ormai nota questione e si giustifica oggi dietro al baluardo del corretto agire della pubblica amministrazione senza far minimamente valere una propria volontà politica che a questo punto rimane solo come promessa elettorale “presto fatta, presto dimenticata”.

“la strada corretta che l’amministrazione ha da tempo tentato di indicarci” purtroppo è sempre stata quella del prendere o lasciare, la famosa condicio sine qua non in base alla quale o si accettano tutte le richieste della pubblica amministrazione o non se ne fa nulla, tutto ciò in spregio ai danni che queste scelte “costrette” avrebbero causato all'Associazione, scelte imposte “al fine di scongiurare ogni profilo di anche solo potenziale danno erariale, del quale verrebbero chiamati a rispondere i Funzionari ed i Rappresentanti elettivi del Comune” (reg_uff 725 uscita 14.01.2023). Tale atteggiamento ben lungi dal fare l'interesse della comunità o dal tutelare bambini e famiglie poiché indirizzato esclusivamente a tutelare chi, negli anni, ha commesso errori od omesso comunicazioni.

“L'associazione non ha intentato alcuna causa verso il Comune” ma si è limitata a richiedere un’ingiunzione di pagamento al Tribunale di Belluno per ottenere l’elargizione dei contributi dovuti per l’erogazione del servizio infanzia dopo ben 2 anni di sospensione. In quei due anni l'Amministrazione non ha MAI aperto un dialogo con l'associazione al fine di chiarire la posizione controversa, né ha posto in essere alcun atto ufficiale che determinasse le ragioni di tale mancata erogazione.

La “temporanea” sospensiva “per presunti inadempimenti in ordine alla normativa vaccinale per i servizi infanzia”, infatti, è arrivata dopo ben 11 mesi di omessi pagamenti, nel silenzio più totale e senza comunicazione alcuna sulle ragioni. Fu poi l’Amministrazione Comunale, opponendosi all’ingiunzione di pagamento ad intentare una causa civile all’Associazione!

I quesiti posti sul punto dallo stesso Comune all'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) appaiono, guarda caso, del tutto avulsi dal “presunto” caso concreto (fanno infatti riferimento all’articolo di legge sbagliato!) e formulati ad hoc in modo da ottenere la risposta desiderata. L'attenzione del Comune verso la normativa vaccinale de quo si è dimostrata infatti superficiale e ottusa non solo nelle dichiarazioni ma altresì negli atti processuali, dando chiaramente l'idea di un pretesto ben orchestrato. Punto chiarito dalla stessa Ulss 1 Dolomiti che dichiarava “la certificazione relativa all’irregolarità vaccinale fa riferimento esclusivamente agli obblighi posti a carico dei genitori, non contenendo riferimento alcuno ad inadempimenti da parte dell’Associazione Facciamo un Nido” (nota 18.01.2021 n. 2669/21)

Quanto alla questione che oggi preme, relativa alla richiesta di rilascio dell’immobile, ricordiamo che la prima richiesta (numerose volte reiterata nel corso degli ultimi 3 anni), giungeva in pieno periodo COVID nel 2020, al termine di un duro quanto devastante lock-down, non solo per le casse dell'ente che ovviamente non aveva potuto incassare le rette ma altresì per tutti i bambini che avevano visto finire da un giorno all'altro la loro vita sociale e tutto il loro mondo. Tanta è stata “l’attenzione” nei confronti di famiglie e bambini che l'Amministrazione comunale ha inviato i propri “emissari” a richiederne il rilascio ad anno scolastico iniziato, entrando direttamente in classe con prepotenza e spaventando i bambini, peraltro in totale spregio ai protocolli Covid e senza prima dirigersi presso gli uffici scolastici!

In merito alla “permanenza dell’associazione nell’immobile comunale priva di un titolo legittimo con conseguenze sull’erogazione dei contributi e sulla congruità del canone” si sottolinea semplicemente che da ben 5 anni a questa parte l’Associazione si è resa più e più volte disponibile alla sottoscrizione di un contratto di locazione al fine di disciplinare il titolo di detenzione dell'immobile stesso, dimostrandosi disponibile anche ad una locazione transitoria nelle more della redazione del bando per l'assegnazione pubblica. Ad oggi né l'uno né l'altro sono stati attuati, integrando questo un grave comportamento omissivo da parte della pubblica amministrazione.

È pratica ormai consuetudinaria dell’amministrazione pubblica di Cortina liberare locali e immobili per poi lasciarli deteriorare vuoti, sono innumerevoli gli esempi che si possono citare (tennis Country club, piscina, ex panificio comunale, ex casa di riposo, edificio sotto il comune, convento, ex aeroporto, porzione lato sud dello stesso immobile dove l’Associazione svolge il servizio…). Si ricorda infatti che ogni qualvolta non venga individuato alcun soggetto cui anche astrattamente attribuire il godimento di un bene pubblico, la relativa liberazione importa una non corretta gestione del patrimonio pubblico e la perdita totale della rendita che ogni immobile pubblico deve garantire ai fini di una buona amministrazione. Non è forse anche questo un grave danno erariale? E quante altre situazioni analoghe ci sono a Cortina?

Anche per noi è importante che tutti i cittadini siano a conoscenza che “l’azione di liberazione dei locali, atto necessario a tutela dell’interesse pubblico”, iniziato durante il Covid nel 2020, con cui viene sfrattato l'asilo convenzionato di Zuel, riguarda un immobile scolastico accatastato F2 Scuola, che tra l’altro è stato oggetto nel 2014 di adeguamenti normativi ed interventi manutentivi da parte della pubblica amministrazione allo scopo di garantire proprio lo svolgimento del servizio infanzia che ora viene sfrattato.

Sfrattare bambini e maestre non è farsi parte diligente né tanto meno può considerarsi un atto dovuto viste le cifre (della comunità) appena investite nell'immobile stesso (€550.000).

Si fa comunque presente che un ente no profit, che si vede addebitare a posteriori cifre esorbitanti a fronte di una “non riconosciuta” concessione in comodato d'uso gratuito dell’immobile ove il servizio infanzia viene erogato (e che per ben 7 anni è stata ritenuta valida da entrambe le parti e riportata in ben 4 atti ufficiali dell’amministrazione, tra cui il contratto in convenzione tra le parti del 2016),  mai potrebbe far fronte al debito, ritrovandosi immediatamente a dover chiudere, con tutte le dirette conseguenze anche nei confronti dei genitori amministratori. Dulcis in fundo la contestazione giungeva a seguito di 2 anni di mancati versamenti IN TOTO dei contributi in conto gestione ed in un regime di totale rifiuto al dialogo sull'argomento con conseguente lesione del diritto alla difesa dei cittadini.

Inoltre è d’obbligo menzionare la mancata erogazione dei contributi ISEE alle famiglie a basso reddito per l’accesso ai servizi infanzia sul territorio poiché da ben due anni l’Associazione si è fatta carico personalmente di tali somme a tutela delle famiglie e a garanzia della fruibilità del servizio.

Se ancora non vi fossero dubbi circa il totale disinteresse nel nostro progetto educativo da parte del Comune di Cortina, apprendiamo direttamente dagli addetti ai lavori che l’Asilo privato Cattolico del paese, in collaborazione con l’amministrazione comunale, si sta attivando per accogliere i bambini Montessori nella loro realtà, approntando, in velocità, un asilo nido per settembre (unico servizio primario che di fatto viene meno con lo sfratto del Centro Montessori dai locali comunali). E’ chiara quindi la scelta dell’ente pubblico di propendere e favorire una realtà privata rispetto all’altra, dando a quest’ultima pieno sostegno e collaborazione.

Arrogarsi quindi la paternità di una qualunque soluzione a tutela dei cittadini e dei dipendenti dell'asilo sfrattato, senza avere puntuale cognizione di causa sulla situazione concreta e sugli adempimenti normativi obbligatori e postulando addirittura un trasferimento presso altro ente privato senza aver cura dei reali bisogni dei bambini (veri protagonisti di questa vicenda) e delle scelte educative espresse dai genitori, è la dimostrazione dei limiti della competenza di questa amministrazione, impotente politicamente e mera esecutrice burocratica.

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Le prime avvisaglie del problema: aprile 2022

''Ci vogliono cacciare'' denuncia la Presidente

(1.4.2022) - Scoppia a Cortina il caso della Scuola Montessori. ''Ci vogliono cacciare" denuncia la Presidente. Il caso delle scuole Montessori di Cortina collocate a Zuel, vicino al trampolino olimpico, ci dice qualcosa di quel che può capitare quando ci sono in gioco interessi importanti, come le Olimpiadi 2026.

I fatti: viene negato un contributo che rappresenta lo 0,30% del Comune. Ma quel contributo è determinante per fare funzionare un progetto didattico prestigioso e qualificante per la stessa Cortina d'Ampezzo.

''Le abbiamo provate tutte con il Sindaco e i dirigenti comunali ma non c’è stato niente da fare. L’attuale Amministrazione vuole a tutti i costi sloggiare le scuole del Centro Montessori a Zuel dopo 25 di anni di attività. Chiusura totale su tutta la linea'' afferma la Presidente - Centro Montessori Cortina  Giorgia De Lotto.

''I locali in uso alle scuole sono di proprietà comunale e da decenni sono destinati con vincolo catastale all’attività scolastica. Nel novembre 2020, la Giunta comunale decide che “potrebbe” avere bisogno degli spazi, in particolare in vista delle Olimpiadi 2026.  egnaliamo che nello stesso complesso edilizio vi sono ulteriori interi piani liberi e nella piena disponibilità comunale, ma quelli non interessano e si lasciano vuoti e nell’incuria ormai da anni. Importante è sgombrare bambini e maestre per avere a disposizione alloggi per i dipendenti e per il personale olimpico." ci spiega la Presidente.

Si comincia a discuterne, ma a quanto pare non si trova un accordo. "Si tenta un accordo per regolarizzare un contratto di locazione con la scuola: occorre fare un bando, e ciò è possibile – secondo il parere del dirigente Breda – solo con i locali liberi. Peccato che in un’altra delibera comunale sia prevista l’opzione di rilasciare una garanzia fideiussoria come impegno da parte dell’attuale occupante a rilasciare i locali una volta espletata la gara con eventuale aggiudicazione ad altro soggetto. Ma quello che c’è scritto nell’atto di indirizzo comunale – sempre secondo il parere del dirigente Breda – non è legale (per quanto letto, approvato e sottoscritto dal Sindaco e dal Segretario comunale)."

E allora succede che la scuola resiste e il Comune pensa bene di bloccare i contributi dovuti per l’erogazione del Servizio Infanzia 0-6 anni per il 2021/2022 pari a 112.252 euro. Senza questi soldi la scuola è strozzata. 

''Il pretesto avanzato dal Comune è che la scuola è debitrice nei confronti dell’Amministrazione comunale dei canoni di occupazione degli spazi per i 2 anni precedenti. In base a Regolamento, chi ha debiti con il Comune non può incassare contributi. Da parte della scuola viene allora manifestata la piena disponibilità a concordare il canone dovuto. La risposta dei dirigenti comunali D’Ancona, Breda, Cappellaro è disarmante: ci viene comunicato a chiare lettere che non basta pagare i canoni, ma che occorre anche indicare un termine certo di cessazione volontaria dell’occupazione senza titolo dell’immobile e di sua liberazione" spiega Giorgia De Lotto che denuncia anche qualche pressione per non fare roblema sulla stampa del problema.

"Con una certa arroganza, consigliano poi che “tutte le energie vengano dedicate a trovare un accordo anziché disperderle in campagne mediatiche che, attirando sempre più l’attenzione sul problema,  non fanno altro che rendere sempre più difficile la soluzione”.

Gli atti del Sindaco e dei dirigenti comunali sono stati ovviamente impugnati e la Scuola si augura di trovare giustizia per la palese evidenza dei fatti. ''Sappiamo che il Comune ha enormi mezzi finanziari per pagare avvocati, ma questo non spaventa, tanto è evidente il sopruso. Quanto all’intimidazione di non andare sulla stampa e sui media, pare evidente che la dignità della scuola, dei genitori e dei bambini merita la più ampia difesa, con tutti i mezzi.  E’ ora di finirla di chiudere attività e servizi a Cortina e poi lamentare lo spopolamento e la desolazione sociale. Se il Sindaco non è in grado di risolvere problemi tutto sommato semplici come questo (si parla di cifre nell’ordine dello 0,30% del bilancio comunale) è meglio che lasci il posto ad altri. Per il bene della Comunità'' conclude una nota diramata per tutta risposta agli organi di informazione.

 

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