Arte, Cultura & Spettacoli

Giulia Lama, nudi di donna

Storia della coraggiosa pittrice nella Venezia del '700

Nudi di donna. E subito verrebbe da dire: guarda che quello... è un uomo. Esatto: ma è la mano che è di donna. E questa è la storia della pittrice settecentesca Giulia Lama, una storia molto interessante.

Di mestiere Giulia Lama era ricamatrice e merlettaia, ma non si iscrisse mai alla Fraglia dei Pittori, pur avendo gli stessi committenti che a quella corporazione attingevano. La pittrice-ricamatrice sapeva anche di filosofia e matematica, frequentava circoli scientifici e umanistici, scriveva  poesie. Non era amata, fu anzi molto osteggiata scrivono le cronache del tempo. Il Settecento è il secolo dell'istituzione dei primi musei pubblici, delle istituzioni scientifiche, delle accademie, in cui talvolta, molto raramente, entrano anche le donne.

E tuttavia non era l'unica pittrice: sulla scena internazionale si muoveva la sua contemporanea Rosalba Carriera, che ritraeva a pastello personalità e regnanti d'Europa con risultati eccelsi. Ma Giulia Lama, che non si mosse mai da Venezia dipingeva nudi...maschili. Il suo segno è influenzato da quello del maestro Giambattista Piazzetta, pittore e disegnatore eccellente, che dirigeva l'Accademia di Nudo nei primi anni del Settecento.

''Giulia Lama ha un tratto  lineare e analitico, definisce bruscamente le figure contrastando luce e ombra. Massa e movimento, resi con forti chiaroscuri, contano più dell'anatomia, che in Giulia Lama si fa inesatta, la mano talvolta indecisa, forse ancora inesperta'' fanno notare alla Fondazione Musei Civici di Venezia che nel Gabinetto Stampe e Disegni  conserva 12 fogli di Giulia Lama, oggetto nel 2018 di una mostra nel Museo del Settecento Veneziano a Ca' Rezzonico.

Giulia Lama si distingue dalle sue contemporanee colleghe: artista con qualità e abilità specifiche, tra i pittori veneziani si distinguerà per il suo tenebrismo e la pittura essenziale con violenti contrasti di luce. La sua arte ha avuto storicamente giudizi contrastanti, la sua riscoperta più recente è dovuta a Rodolfo Pallucchini nel 1933, che ne ha esaltato la modernità, sia artistica che biografica.

Di Giulia Lama restano diverse attribuzioni, molte opere sono andate perdute, e un suo bel ritratto dipinto da Giambattista Piazzetta (oggi nel museo Thyssen-Bornemisza a Madrid, esposto nel 2019 in ''Canaletto & Venezia'' a Palazzo Ducale). C'è anche un suo autoritratto (oggi nella Galleria degli Uffizi ) che Giulia Lama dipinse nel 1725, ritraendosi con pennelli in mano. Se n'è andata nel 1747, nella stessa casa in cui era nata 66 anni prima.

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