
Artifices: i creatori dell'arte
Al Centro Trevi-TreviLab di Bolzano dal 21 novembre 2025
“Artifices: i creatori dell’arte” è il terzo grande appuntamento del ciclo di mostre “Storie dell’arte con i grandi musei” avviato nel 2023 dall’Assessorato alla Cultura italiana della Provincia autonoma di Bolzano. Il progetto espositivo è realizzato a cura del Museo Nazionale Romano di Roma, e sarà al Centro Trevi-TreviLab di Bolzano, dal 21 novembre al 12 aprile 2026.
“Artifices: i creatori dell’arte” fa seguito alla mostra “Antichi Egizi: maestri dell’arte” (2023), curata dal Museo Egizio di Torino e, nel 2024, la mostra “Etruschi. Artisti e artigiani” realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma. Il progetto ha l’ambizione di accompagnare il pubblico in un viaggio alla scoperta delle civiltà antiche e di raccontare, anno dopo anno, come si è evoluta nel corso dei secoli la figura dell’artista, da artigiano altamente specializzato ad artista socialmente riconosciuto, vero e proprio autore delle proprie creazioni.
Questa nuova esposizione nasce grazie alla prestigiosa collaborazione con il Museo Nazionale Romano di Roma, istituito nel 1889 e oggi articolato in quattro sedi, ognuna con la propria specificità: Palazzo Altemps, dedicato alle collezioni storiche e al collezionismo, Palazzo Massimo, che espone capolavori rinvenuti a Roma e nel suo territorio, Crypta Balbi, straordinario cantiere di archeologia urbana, e il complesso monumentale delle Terme di Diocleziano e della Certosa di S. Maria degli Angeli, sede originaria del Museo, con la nuova esposizione del Museo dell’arte salvata nell’Aula Ottagona.

Statua di danzatrice da Fianello Sabino (Rieti) - fine II secolo a.C. in Marmo bianco
“La scelta di affidare la curatela al Museo Nazionale Romano rappresenta la conferma del ruolo del Museo quale punto di riferimento nazionale ma anche internazionale per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico della città di Roma e dell’Italia antica. Le sue collezioni e i suoi depositi, in cui sono conservati migliaia di reperti appartenenti a numerose e diverse classi di materiali, quali statue, mosaici, affreschi, oggetti di vita quotidiana ed epigrafi, raccontano l’evoluzione storica, artistica e sociale della civiltà romana, offrendo al pubblico un percorso di conoscenza che unisce ricerca scientifica e fruizione culturale – commenta Federica Rinaldi, Direttrice del Museo Nazionale Romano.
Ad essere documentato in mostra è lo sviluppo delle produzioni artistiche di Roma, dall’età repubblicana alla fine dell’Impero, attraverso le diverse figure di artigiani specializzati, il cui ricordo è affidato alle epigrafi e alle tipologie di materiali, testimoni delle trasformazioni culturali e delle condizioni di vita della città e dei suoi abitanti.
Il racconto si sofferma sulle produzioni in serie e di lusso, dedicando anche un particolare approfondimento alle officine tardo antiche rinvenute nel contesto urbano della Crypta Balbi.
Una delle principali novità di questa edizione è il focus sul concetto di copia nel mondo antico, con la ricca serie di pregevoli sculture provenienti dalla villa romana di età tardo-repubblicana di Fianello Sabino, esposte al piano interrato del Centro Trevi, in cui verrà ricreata l’atmosfera di una elegante residenza dell'aristocrazia romana.
Nel foyer del Trevi sarà anche possibile ammirare la riproduzione tattile del Discobolo tipo Lancellotti proveniente dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona, calco al vero della scultura custodita presso il Museo Pio Clementino – Musei Vaticani, in un ideale dialogo con la copia più celebre del Discobolo Lancellotti conservata presso la sede di Palazzo Massimo del Museo Nazionale Romano. L’opera sarà il fulcro di un percorso per ipovedenti, che fa di “Artifices: i creatori dell’arte” anche una importante occasione di inclusione sociale.

foto: Mosaico con raffigurazione di un gallo 
provenienza ignota, I secolo d.C. 
Mosaico, argilla, marmi policromi, pasta vitrea 
Il piccolo mosaico, realizzato su un laterizio, costituiva il riquadro centrale (emblema), di un grande mosaico pavimentale. Raffigura un gallo dalla ricca e vivace policromia, ottenuta attraverso il ricorso a tessere minute e sagomate; a differenza del mosaico in cui era inserito, eseguito direttamente sul posto, l’emblema era realizzato separatamente in bottega, con una qualità artistica più elevata.
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