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Ruvo di Puglia, piccola e piena di eccellenze

Cosa vedere, dove dormire e mangiare

E' piccola ma ricca e a chi la visita offre tante sorprese. La sua ricchezza è anzitutto rappresentata dal patrimonio architettonico: Ruvo di Puglia è  una tappa obbligata per chi ama il Romanico. E le sue gemme più preziose sono  due. La prima è la Cattedrale di Santa Maria Assunta (nella foto di copertina) con il caratteristico campanile, costruito intorno all'anno 1000, prima ancora della stessa cattedrale, con funzione di torre difensiva e di vedetta.

Costruita tra il XII e il XIII secolo, durante il dominio normanno in Puglia, la cattedrale sembra isolata rispetto al contesto urbano. Sorta su un sedime più basso del sagrato, ha facciata tipicamente romanica, caratterizzata da un immenso e pregevole rosone e da tre portali. Ma il tratto tipico (divenuto anche identitario) è dato da due colonnine dove sono posizionati i grifoni, simbolo della città.

L'interno a tre navate sfocia in un transetto trasversale secondo la pianta a croce di tradizione latina. Del tesoro della concattedrale fanno parte numerosi pezzi d'argenteria e paramenti sacri di pregevole di manifattura tessile. Nella Cattedrale è inoltre conservata una statua argentea di San Rocco e l'icona della Madonna di Costantinpoli. Da visitare l'ipogeo rimasto nascosto per millenni, e venuto alla luce nel 1925, durante lavori di ristrutturazione. Ottima l'acustica di questo edificio sacro che ogni anno ospita un'importante rassegna internazionale dedicata ai cori liturgici, il Ruvo Coro Festival.

Il secondo gioiello, che da solo vale il viaggio, è il Museo Nazionale Jatta (leggi qui la nostra recensione)  l’unico in Italia a conservare la disposizione originaria voluta dal suo fondatore nell’Ottocento. Acquistato dallo Stato nel 1991 conserva almeno 2000 pezzi di straordinario valore. Non meno interessante la dimora storica della famiglia Jatta che oggi viene aperta in rarissime occasioni e che abbiamo avuto il privilegio di visitare (> leggi qui il nostro servizio esclusivo).

A Ruvo merita una visita anche la Pinacoteca Comunale dedicata al genius loci, Domenico Cantatore. Una collezione di opere che dipanano una storia d'arte lunga tutto il Novecento e si apre agli altri talenti del territorio. E' il tema della sofferenza e degli ultimi, degli uomini e delle donne, a dominare l'opera di questo artista che fu docente all'Accadeia di Brera e seppe respirare e far proprie in forma originale le avanguardie artistiche del tempo a partire dal cubismo con la decostruzione delle forme (alcune tele riecheggiano Braque) e un'arte allegorica che trascende le cose per diventare metafora della vita. Nella collezione anche il periodo delle "odalische", che rappresenta il ritorno all'ordine, opere nelle quali respira (pur in modo assolutamente originale) la lezione di Modigliani e Campigli.

La storia di Ruvo è antica e lo si percepisce nei vicoli, nelle sue tante chiese. L'ex convento dei frati Minori Osservanti, oggi residenza sanitaria per anziani, consente di vedere il chiostro con il ciclo di affreschi settecenteschi dedicato a San Francesco e commissionati dalle famiglie dei possidenti dell'epoca. Per visitarlo basta rivolgersi alla locale Pro Loco (info: prolocoruvodpuglia@libero.it).

Una passeggiata in centro tra le tante edicole votive, fa percepire la devozione espressa dai ruvesi nei secoli. E dalla Torre dell'Orologio si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla costa Adriatica fino a Castel del Monte distante solo una ventina di chilometri da Ruvo.

La campagna fornisce con l'olio, la vite e i prodotti caseari le tre radici fondative dell'enogastronomia locale. Meritano una visita la Cantina di Ruvo che porta in etichetta il grifone simbolo della città. Esporta in tutto il mondo persino in Vietnam e Zambia, Cina e Giappone. Conta un migliaio di soci conferenti e sforna un milione e 700 mila bottiglie. E' stata anche selezionata per il Merano Wine Festival e non manca mai alle più importanti rassegne del settore come il Vinitaly.

Altrettanto vitale la realtà produttiva dell'Oleificio Mazzone, che da quattro generazioni produce olio nel proprio frantoio e ha addirittura un punto di distribuzione negli Usa: la Mazzone Olive Oil. Il frantoio ha macine in pietra. L'azienda ha conservato il suo tratto artigianale. Lavora  solo oliva coratina e produce anche olio biologico. Il titolare Giuseppe Campanale è punto di riferimento anche per i piccoli produttori a cui offre il servizio di molitura.

Ma Ruvo oltre ad essere importante snodo per la produzione agroalimentare è anche un nodo sartoriale. Merita una visita la boutique show-room dei fratelli Summo, nel centralissimo Corso Jatta. La loro è una sartoria di alta gamma per la moda uomo. Un'eccellenza passata in pochi anni da laboratorio artigianale, con una decina di addetti, ad industria della moda con oltre 50 dipendenti mantenendo tutte le caratteristiche del lavoro sartoriale artigianale.

Tra le eccellenze del territorio a Ruvo non bisogna dimenticare di fare tappa dal Gianburrasca, al secolo Riccardo Civita, che nella sua Pasticceria prepara un prelibato Mastromandorlo, che esporta persino a Dubai, in speciali confezioni pressurizzate, che assicurano la qualità del prodotto fresco per almeno 6 mesi. Civita porta avanti da 40 anni qualcosa che è molto di più che un lavoro da pasticciere. "E' passione pura" ci dice. Per questo si serve delle migliori mandorle di Sicilia e per il suo gelato al pistacchio si fornisce della migliore materia prima.
Un motivo in più per venire nella Puglia Imperiale.

Se invece si vuole assaggiare un gelato veramente artigianale bisogna andare alla Gelateria Mokambo dove si lavorano prodotti di provenienza dop come il pistacchio di Bronte o la nocciola trilobata della Langhe che è una Igp, la migliore del mercato. E non è tutto: qui si macinano vari tipi di fave di cacao e si confeziona anche un gelato allo zafferano iraniano materia prima costosissima. "Scegliamo solo ingredienti di alta gamma e qualità garantita" spiega la giovane titolare Giuliana che ci ha fatto assaggiare  una prelibata Crema del Re 1840. Ed anche Sgarbi non ha resistito: una notte, dopo aver visitato il Museo Jatta (che adora), si è assaggiato tutti i gusti.

Ottima come sempre la cucina pugliese che ha nella verdura il suo punto forte. Alla Locanda da Ciacco tutti i piatti sono preparati con prodotti a Km. "zero". Assolutamente meritevoli di stella i piatti vegetariani di 1/2 Pagnotta. Lo chef pratica una cucina etnobotanica, con erbe amare e spontanee di Puglia, alcune delle quali uscite dalla pratica di tutti i giorni, ma un tempo elementi fondativi di una cucina povera ma buona. Lo chef quindi non solo crea piatti gourmet, ma costruisce una narrazione botanica che è l'altra dimensione della degustazione. Da vedere la cantina storica del ristorante Upepidde: il suo titolare colleziona almeno 550 etichette da tutto il mondo, con particolare attenzione ai vini italiani e pugliesi in particolare, dove il Re in assoluto è il Nero di Troia.

Per attingere a piene mani a tutto questo ben di Dio consigliamo di arrivare a Ruvo e cercare una sistemazione negli ottimi B&B della città. Tra i migliori in assoluto anche per la sua posizione (nel cuore del centro storico), il B&B La Cattedrale proprio a fianco della cattedrale. La titolare coccola i suoi clienti con i dolcetti del territorio e un frigo sempre pieno di frutta e prodotti freschi continuamente riforniti. Camere ampie e spaziose e linde e...una volta aperto il balcone c'è una splendida vista sulla Cattedrale.  Eccellente sotto tutti i punti di vista.

 

Dove dormire
B&B La Cattedrale

dove mangiare
1/2 Pagnotta
Il RistorArte Uppeppide
La Locanda di Ciacco


Autore: Corona Perer

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