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Slow tourism, il trend del momento

Indagine Enit: l'Italia al primo posto del turismo lento

I cammini e il turismo slow sono  il trend del momento: dai cammini al cicloturismo ai borghi, il turismo lento attrae oggi il 54% dei potenziali viaggiatori. Boom temporaneo o promessa per il futuro?

Tra i trend in crescita  il turismo di prossimità, avventura e naturalistico, sole e mare, wellness, luxury e glamping. In calo le vacanze “non sostenibili” in generale. Sostenibilità e trasformazione digitale saranno i principali driver per il rilancio del settore nei prossimi anni.

Secondo un’indagine Enit realizzata da Touring Club e Ipsos che indaga il mondo del turismo escursionistico, l’Italia sarebbe al primo posto del turismo lento per molti mercati. In particolare, il Regno Unito indica come mete privilegiate Italia (65%) e Spagna (33%), la Francia segnala Italia (51%) e Francia (39%) e la Germania, infine, Italia (49%) e Austria (32%). È questo il primo studio che si prefigge di indagare e definire l’offerta turistica italiana dei cammini a piedi, attraverso la mappatura di 100 cammini, per una lunghezza complessiva di circa 30mila chilometri.

Esiste anche una fiera del settore. Dal 16 al 18 febbraio 2024 alla Fiera di Bergamo è andata in scena la 9^ edizione di Agri & Slow Travel Expo, dedicata anche ai cammini.

“L’Italia è un Paese da assaporare anche a passo lento per non perdersi peculiarità e sfaccettature che pervadono ogni meandro del territorio. Il turismo “gentile” offerto dalla fitta rete di oltre settemila chilometri di cammini religiosi culturali, storici, naturalistici e spirituali può contribuire a creare nuovi bacini attrattivi turistici e una declinazione innovativa del turismo valorizzando le aree meno note” dichiara Ivana Jelinic Presidente e Ceo Enit.

Il ministero del Turismo ha previsto un fondo di oltre 4 milioni di euro proprio per i cammini religiosi, rifinanziato con l’ultima legge di bilancio per un importo pari a 15 milioni di euro per il triennio 2024-2026, orientato al miglioramento della fruibilità dei percorsi e alla valorizzazione degli immobili pubblici presenti lungo gli itinerari.

E il Giubileo 2025, dove si prevedono 30 milioni di pellegrini, sarà una grande opportunità.

L'Italia ha molto da offrire in termini di turismo slow. Esiste anche una rete, fondata il 15 ottobre 1999 a Orvieto: Cittaslow. 

Da allora Cittaslow si è strutturata e a distanza di vent’anni è presente in 33 paesi con centinaia di progetti. Sono 88 i comuni italiani che ad oggi hanno aderito a Cittaslow, distribuiti su tutta la penisola. 31 fra Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria; 40 tra Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo; 17 tra Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. La regione con più comuni aderenti è la Toscana, a seguire Emilia Romagna, Umbria e Campania.

Si spazia dai piccoli centri con poche centinaia di abitanti, come Grumes Altavalle, Usseglio, Parrano, alle grandi città, Trani, Gravina in Puglia, Belluno, Abbiategrasso per citarne qualcuna.

A livello internazionale, sono ben 300 le città che hanno aderito a Cittaslow, distribuite in 33 Paesi. La maggior parte in Europa, ma anche in Canada, Usa, Brasile e Colombia, Sudafrica e Mozambico, Australia, Cina, Taiwan, Giappone e Sud Corea.

Proporre il valore della lentezza significa riappropriarsi del tempo necessario per crescere, socializzare, apprezzare la cultura, la natura e il cibo locale salutare, rispettando i ritmi naturali di ogni essere vivente. Mettere insieme progresso e buon vivere è una necessità che passa attraverso un cambiamento nei comportamenti di produzione e consumo. E siccome il turismo è cambiato, cosa ci possiamo attendere nel medio-lungo termine? Secondo una ricerca di Euromonitor, da qui al 2025 assisteremo a rimbalzi a due cifre in tutti i comparti. +20% per  i parchi a tema e crescite superiori o pari al 15%  per i vettori aerei e gli affitti a breve termine.
 

Info: Cittaslow, tel. +39 0763341818 – www.cittaslow.it 

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