Viaggi & Reportages

Yoshino, la città dei ciliegi

E' tempo di Hanami antica usanza giapponese

La pandemia rischiava di spazzare via la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi. Non è stato così: i giapponesi stanno contemplando e in molti invidiano la loro salute (che pare essere affidata ad un farmaco che usano da tempo, l'Avigan).

Yoshino (le cui colline in primavera si colorano del rosa pallido degli alberi in fiore) è la città d'origine dei ciliegi giapponesi: la leggenda racconta che gli alberi furono piantati nel VII secolo d.C. dal sacerdote En-no-Ozuno, che si dice avesse scagliato una maledizione contro chiunque osasse abbatterli.

L' Hanami ("ammirare i fiori") è la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi da fiore giapponesi, i sakura (ciliegi).

Questa tradizione, antica di più di un millennio, è ancora molto sentita in Giappone tanto da provocare vere e proprie migrazioni di milioni di giapponesi dalle loro città verso le 60 località più famose del Paese. Lo spettacolo dei sakura in fiore occupa gran parte della primavera e si può ammirare da inizio aprile (nel sud dell'isola di Honshu) fino a metà maggio (nella settentrionale Hokkaidō).

Al giorno d'oggi la festa è anche un'occasione per uscire all'aperto e consumare un sostanzioso picnic a base di sushi, con birra e sake in abbondanza all'ombra degli alberi fioriti. I festeggiamenti continuano anche durante la notte, dove l'Hanami cambia nome in Yozakura ("La notte del Ciliegio").

Il fiore del Ciliegio, la sua delicatezza, la brevità della sua esistenza sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della rinascita, della bellezza dell'esistenza.

 

 


Autore: Mariella Morosi

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)