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Storie di borghi incantati: Stramare

A Segusino (Tv), un solo abitante e un mondo incantato

"Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato." disse  Edgar Allan Poe.

Dopo essere stati a Stramare piccolo borgo sulle alture di Segusino (a sua volta minuscolo comune dell'Alto trevigiano, al confine con il Bellunese) non si può dimenticare ciò che si è visto e sperimentato: la storia di una meravigliosa rinascita. E conforta sapere che giapponesi, americani, tedeschi e belgi ci sono arrivari, anche in bici, grazie al tam-tam della rete.

foto: Corona Perer

Oggi il villaggio conta solo un abitante. Mariano Lio, professione impiegato. Va e viene da Stramare verso Segusino dove lavora. In questo borgo dove ha acquistato dei vecchi manufatti ormai rudere, li ha restaurati e ci vive beato.

''Sono stato il primo a venirci a stare dopo che anche l'ultima anziana, dei veri abitanti originari, era andata a valle lasciando il borgo disabitato. Ho fatto qualche anno completamente da unico residente, adesso c'è qualche altro che inizia a valutare di stabilirsi", ci racconta. Si deve a lui la rinascita di Stramare. C'è chi ha la seconda casa, comprando un rudere per una pipa di tabacco.

Mariano ci racconta la storia del Borgo di Stramare dove vive da solo (foto: Corona Perer)

Dopo una storia plurisecolare, avviata da carbonai forse provenienti dall’Istria all’inizio del Seicento, attirati da boschi e acqua buona e perenne, questo Borgo si rianima d'estate quando tornano dalla bassa per le vacanze o i week end chi ha capito che investire qui era da pionieri lungimiranti.

Il paese è adagiato sul fondo della valle che conduce al sovrastante borgo di Milies (680 m) e prosegue fino alla sommità del monte Doch (1394 m) dal quale è possibile ammirare le Dolomiti Bellunesi a Nord e scorgere la Laguna di Venezia a Sud.

Stramare all’inizio del '900 contava oltre 140 abitanti e fino a poche decine di anni fa continuava a vivere in una particolare forma di autonomia con la chiesetta di S. Valentino, la scuola elementare con una pluriclasse, l’osteria, la festa patronale, tradizioni e superstizioni, la socialità nei filò di stalla, solidarietà e cooperazione, la saggia divisione di compiti con modalità radicatesi nel tempo.

Poi, le maggiori comodità del lavoro e delle abitazioni a valle lo hanno lentamente svuotato.
Stramare è anche “il” cognome della gente del borgo, anzi è proprio il toponimo ad aver preso origine dal cognome, e spesso le famiglie si sono formate tralasciando i rischi della consanguineità. Erano perciò necessari i soprannomi, per distinguersi. E allora ecco i Fior, i Stefenon, i Carlin, i Bordon, i Botega, i Chino, i Bazhin… divenuti col tempo identificativi di ogni singolo ramo familiare.

Questo delizioso borgo attorniato dal verde, è delimitato da piccoli torrenti, ha case in pietra in parte ristrutturate per brevi e rilassanti soggiorni. Il silenzio, la temperatura mite, la presenza di flora e fauna tipiche, gli donano un aspetto speciale. Al centro del paesello c'è una chiesetta a base circolare di S. Valentino e una antica fontana: il fontanel de san Valentin la cui acqua, oltretutto particolarmente buona, assume poteri benefici per gli innamorati. Oltre a Mariano Lio anche un'ultima residente sentiva che Stramare era una pietra preziosa.

''L'ultima anziana è stata Oliva Stramare (1915-2017, quasi 102 anni!), donna incredibile che ha continuato da sola a stare qua, fino a oltre 90 anni di età. Quando ho fondato il gruppo amareSTRamare, che si è preso a cura la pulizia, l'abbellimento, la cura di fontane, aiuole, fiori e iniziative varie, lei è stata la presidente onoraria" aggiunge Mariano.
 

L'associazione "amareSTRamare''  cura la pulizia, l’abbellimento e una serie di manifestazioni fra cui ''I venerdì di luglio'' nel borgo: serie di serate all’aperto, nella piazzetta antistante la chiesa, in cui vengono trattati gli argomenti più vari ambiente, tradizioni, musica, storia, enogastronomia, poesia….

E così grazie al coraggio e alla lungimiranza di Mariano il borgo è rinato. In estate nella piazzetta e tutti gli spazi aperti del borgo  si tengono concerti musicali, declamazione di versi danteschi, mostre a tema, incontri con scrittori, appuntamenti folcloristici. A San Valentino, la festa del patrono, Stramare si ravviva con la tradizionale messa, la banda e il Coro di Stramare, il gioco della morra eccezionalmente autorizzato dalla Questura, gli assaggi di prodotti e piatti della tradizione (martondèle, trippe, panada, minestrone, formaggio s-cech e salumi locali), esposizioni, giochi e iniziative varie. Il periodo estivo è ovviamente quello in cui il luogo si ravviva maggiormente: villeggianti, proprietari di case e visitatori lo fanno rivivere.

Qui sono arrivati studiosi, scrittori, uomini di cultura e di spettacolo: Arrigo Cipriani, Sveva Sagramola, Mario Brunello, Banda Osiris, Mauro Corona. E nel periodo natalizio, il borgo diventa un presepe: Stramare partecipa all’iniziativa “presepi nei borghi”, essendo tappa di un più ampio percorso che tocca varie località del territorio comunale e si rivive ''La nòte santa'' una passeggiata notturna con fiaccole che sale da Segusino attraverso i borghi accompagnati dal Coro di Stramare.

E si spera che questa prima estate dopo i duri mesi di pandemia possa dare l'exploit giusto.

(corona perer)

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Stramare e la casa di Mariano Lio sono su FB e Air B&B
info> qui
potete arrivarci anche con www.ondaverdeviaggi.it

                                                                                                                        


Autore: Corona Perer

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