La chiesa di San Vigilio a Farra di Soligo - foto C.Perer
La chiesa di San Vigilio a Farra di Soligo - foto C.Perer
Viaggi & Reportages

Terre del Prosecco, patrimonio Unesco

Itinerari - Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

(Valdobbiadene, Corona Perer) - Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono dal 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Ma forse sarebbe più giusto dire che sono patrimonio "di" umanità. Il sorriso espresso dalle sue operose genti, l'accoglienza, la grande tenacia, l'amore e la passione che mettono nel lavoro è qualcosa di immateriale, ma ha un valore immenso.

E il tutto si esprime nella bellezza del paesaggio. Da qui  il verdetto del World heritage committee (Whc), durante la 43esima sessione dell'Unesco svoltasi a Baku dove le colline venete sono state promosse a pieni voti, con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, a conferma dell'alta qualità della candidatura italiana.E'  il  decimo titolo mondiale nella categoria di paesaggio culturale. Il riconoscimento Unesco lo ha definito un esempio eccezionale di insediamento umano tradizionale, rappresentativo di una cultura di interazione umana con l’ambiente.

Sono tre le caratteristiche di questo territorio che hanno portato al titolo Unesco. Anzitutto gli ''hogback'': la fascia collinare che da Valdobbiadene si estende verso est fino al comune di Vittorio Veneto è caratterizzata da una particolare conformazione geomorfologica costituita da una serie di rilievi irti e scoscesi allungati  intervallati da piccole valli parallele tra loro. Queste ''gobbe d'asino'' sono appunto gli Hogback, coltivati a vite. In questo ambiente l'uomo ha saputo adattarsi modellando le ripide pendenze perfezionare la propria tecnica agricola anche in presenza di ripide colline che portano ad una gestione agricola manuale: è viticoltura eroica. Altra caratteristica specifica il ''ciglione'' un  particolare terrazzamento naturale senza muretti ed erboso che contribuisce alla stabilità del versante e riduce l'erosione del suolo. Terzo importante criterio la biodiversità data da una struttura a mosaico, in quanto composta da bosco e vite. Ed è in questo mosaico che si innesta  il lavoro di migliaia di piccoli viticoltori.

Insistono in questo territorio i comuni  collinari ricadenti nei Comuni di  Valdobbiadene, Vidor, Miane, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Follina, Cison di Valmarino, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Revine Lago, Tarzo, Vittorio Veneto, Conegliano, Susegana, San Vendemiano.

Ma cosè il Prosecco DOCG in sè? E' una combinazione di vitigni coltivati localmente da secoli poi la varietà principale la Glera che costituisce almeno il 85% dell' uvaggio.  Si presenta come vino leggero. Ha note floreali e di frutta a polpa bianca, spesso profuma di pera, ed il suo sapore è morbido con piacevole fondo amarognolo, da nocciolo di pesca o anche d’albicocca. Il colore giallo paglierino che assume nel calice è unico come il suo perlage fine e persistente.

Le caratteristiche organolettiche specifiche dipendono oltre che dalle uve (collina, pianura, vendemmia a mano) e dalle annate, anche dal metodo di vinificazione. Il metodo di produzione del Conegliano-Valdobbiadene è una rielaborazione del metodo italiano Martinotti (o charmat) che permette di mantenere intatta la freschezza e le caratteristiche aromatiche. E' in versione Brut ed Extra Dry. Il Cartizze è una particolare produzione di nicchia su 104 ettari, suddivisa fra 120 produttori.

Il Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco si trova a Solighetto a Villa Brandolini, un luogo suggestivo circondato da un ampio parco che ospita anche la Fondazione Francesco Fabbri Onlus, splendida cornice e vetrina per mostre ed eventi.

foto: C.Perer
 

Villa Brandolini d'Adda è una delle più significative ville venete, restaurata e restituita al territorio dopo lavori che hanno riportato gli ambienti del corpo centrale della villa alle loro caratteristiche originarie, pur conservando gli stucchi e i decori architettonici degli anni ’50, e li hanno attrezzati con gli impianti necessari per corredare uno spazio espositivo di pregio, il più ampio, accogliente e funzionale dell’intera provincia di Treviso.

Il Consorzio è nato nel 1962 attorno a 11 produttori, sulla base di un disciplinare di produzione scritto per proteggere la qualità e l’immagine del  vino. In 40 anni ha visto entrare 3364 viticoltori, 438 vinificatori, 178 case spumantistiche che rappresentano praticamente oltre 9000 ettari di superficie produttiva vocata a prosecco, il 40% del quale esportato in tutto il mondo.

Tra i produttori dove far sosta, degustare e vedere con mano un'azienda che copre l'intera filiera dalla produzione al calice c'è Cantina Colesel  nella frazione di Santo Stefano, nel cuore del Cartizze. Un’azienda di vignaioli dalla solida tradizione contadina che da settant’anni opera nel settore. Colesel è un luogo aperto a tutti coloro che vogliono conoscere e approfondire l’esperienza del Cartizze nella terra di Valdobbiadene. L'azienda è ormai alla quarta generazione, coltiva 25 ettari di terreno di cui 5 a Cartizze (dei 104 totali). Dalla pianta al marketing della bottiglia, la filiera è interamente e autonomamente gestita. Il suo vigneto, a quota 430 metri è il più alto di tutta la docg Valdobbiadene-Conegliano. "Altitudine significa freschezza" spiegano in azienda "le temperature medie sono più basse quindi scende l'alcol e salgono gli acidi, con il risultato di vini più fini ed eleganti". Dal terreno roccioso delle vigne Colesel viene un vino con bollicina persistente- E' uno speciale microclima a fare il miracolo: l'aria scende dai pendii, asciuga e quando le colline diventano pianura il microclima si mantiene uniforme. Degustare significa contemplare questo paesaggio unico al mondo e così l'azienda organizza anche i picnic col Colesel (15 euro ogni 2 persone).

E' bello ascoltare chi produce, perchè ci si rende conto della ricerca compiuta sugli uvaggi: per far un particolare Rosè di Prosecco si attinge - ad esempio - all'uva di Pavana nel vicino Feltrino. E la narrazione diventa sempre una storia  di "tradizione": tràdere, cioè trasmettere una storia lunga. Una storia che inizia 40 anni fa con la prima DOC di produzione del Prosecco e del Superiore di Cartizze (1969), e poi alla classificazione (2009) del Ministero dell'Agricoltura della DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) massimo livello qualitativo italiano. Già da un anno (2008) era partito l'iter per il riconoscimento Unesco (2019) che ha dato una spinta eccezionale al prodotto e alla promozione del territorio.

 

Attorno a queste zone si sono sviluppate tante altre eccellenze per cui fare un tour nelle zone del prosecco è un'esperienza unica. Si incontra Zoe, l'artista dei Sassi, il panettiere con forno a legna tradizionale che consente al turista di fare il pane, il piccolo B&B di charme che accetta i suoi ospiti in vigna, la piccola torrefazione artigiana che ha clienti persino in Francia, il pasticciere che vince campionati mondiali, la piccola latteria con prodotti di malga presidio slow food, ristoratori appassionati e di qualità, produttori aperti a narrare il loro vino e la loro storia. E tutto questo in mezzo ad abbazie (quella cistercense di Follina ma anche quella benedettina di Vidor, dedicata a Santa Bona) e chiese antiche, espressione della fede contadina e di secolari tradizioni.

A Farra di Soligo consigliamo di fare tappa in uno dei più caratteristici e panoramici itinerari del territorio del Prosecco Superiore, da Col San Martino a Soligo: Il Sentiero delle Vedette, fra arte, storia e paesaggi mozzafiato. Vengono da questi luoghi le immagini più belle del dossier presentato per la candidatura Unesco.

Adagiata sulla sommità di un colle vi è la bella chiesetta di San Vigilio, vescovo di Trento ed evangelizzatore delle valli alpine. Viene citata in documenti del 1217; ma assume l’attuale aspetto romanico tra il Trecento e il Quattrocento, periodo in cui avviene la costruzione della torre campanaria. Al suo interno sono visibili alcuni affreschi molto antichi raffiguranti la Madonna con il bambino e San Nicola, San Giorgio e il drago, San Floriano martire e San Bernardino da Siena.

Da qui è possibile ammirare il paesaggio collinare dall’alto e, seguendo il percorso, trascorrere una giornata di trekking per ammirare le bellezze paesaggistiche ed artistiche del territorio. Per un tour potete appoggiarvi ad Onda Verde Viaggi: che vogliate farlo a piedi o in e-bike, sapra occuparsi di voi in ogni dettaglio e costruire un pacchetto su misura.

Lungo il percorso che porta alla scoperta del Prosecco le occasioni per fare tappa non mancano. Consigliamo di far pranzo al Ristorante-Albergo Ca’ del Poggio che sorge sul famosissimo Muro di Ca’ del Poggio un ripido dosso collinare appena alle spalle di Conegliano divenuto famoso come tappa d’obbligo del Giro D’Italia e di tanti appassionati di ciclismo nazionali ed internazionali. Il Ristorante, specializzato in pesce, apre le sue porte a quanti amano i piaceri di una tavola aristocratica, ricca dei profumi veri del mare adriatico, arricchita da una sapienza gastronomica acquistata in lunghi anni di seria professione della famiglia Stocco.

 

info:

www.ondaverdeviaggi.it
www.collineconeglianovaldobbiadene.it
www.prosecco.it/it/consorzio

Cison di Valmarino, le ex cantine Brandolini divenute Centro Culturale - foto C.Perer

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