foto di copertina: Corona Perer
foto di copertina: Corona Perer
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Cristina Kettlitz: ''Il vino? Arte e Scienza''

Tenuta Castello Grumello (Bg): tra vitigni autoctoni e sperimentazione

(Corona Perer, 29 maggio 2021) - Cristina Kettlitz Reschigna è donna di grande fascino. Per una vita è stata giornalista scientifica, ma ora si occupa del castello di famiglia, delle vigne, degli ottimi vini che produce e della storia di questa dimora che ospitò persino il Colleoni.

Nata a Cannobio sul Lago Maggiore, e laurea in lingue alla Bocconi di Milano, dove è cresciuta,  si è sempre occupata di medicina per il Corriere della Sera e  per testate mediche di settore.  Dal 1993 si occupa personalmente dell'azienda vitivinicola adagiata sui colli del bergamasco, un angolo di mondo a due passi dall'autostrada A4 eppure....già fuori dal mondo. Arrivarci sembra di entrare in un incantesimo.

 

Della giornalista di scienza le è restata una convinzione: si può produrre "bene" tecnicamente e scientificamente pur rispettando l'ambiente e prestando attenzione alla storia del territorio e delle sue colture tradizionali.
Della donna di cultura si vede l'impronta data alla gestione del castello che non è solo manageriale ma “aperta” alla condivisione delle passioni di chi lo ha conservato: musica e cucina, incontri ed eventi. “Vivere in un castello è un hobby costoso” ha confessato in una intervista, ma stare al castello  con i nipotini che chiedono di sapere se ci sono anche i fantasmi è un piacere impagabile.
“Del vino mi intrigano le viti resistenti e la biodinamica». E si deve a lei se è stata riscoperta la Merera, un vitigno autoctono del territorio bergamasco.

Come arriva questo bene  alla famiglia?
Arriva dal nonno Giovanni Reschigna che era un enologo. Acquistò la tenuta nel 1953. Poi toccò a mio padre Enrico, che la innovò. Dagli anni Novanta ci sono io”

Quale è il suo ricordo più bello trascorso qui ?
Sono tantissimi i bei ricordi della mia vita legati a questa dimora, ma senza dubbio il più bello e  quello del mio matrimonio, celebrato il 28 settembre 2000,  giorno in cui abbiamo coronato il nostro sogno dopo 25 anni di amore. Altri ricordi sono legati all'infanzia, ai miei nonni e più recenti i moltissimi eventi che abbiamo ideato in Castello,  i concerti, le mostre, le cene in costume, i giochi per i bambini, i corsi di cucina e di degustazione.  Ogni volta una nuova sfida...

Lei si è sempre occupata di giornalismo scientifico e  il mondo del vino è sempre stata scienza contadina della terra. Che cosa la affascina di più se lo guardiamo da quest'ottica ?
La produzione di vini è affascinante perché  è un mix tra arte e scienza. Da un lato un'arte che viene da lontano, che ci è  stata tramandata e che racchiude tutta la saggezza e il know how della tradizione. A questa si affianca oggi la scienza, con il miglioramento delle tecniche di coltivazione e di vinificazione per ottenere sempre migliori risultati.  Il mix tra tradizione e innovazione è  proprio lo stile che caratterizza la nostra azienda.

Siete riusciti a produrre senza interventi chimici: una sfida da pionieri o a portata di tutti?
L'attenzione per l'ambiente e per la salute è  una delle nostre priorità.   Per questo abbiamo ridotto al minimo l'uso di concimi chimici, ricorrendo a  tecniche come quella del "cover crop", seminando tra i filari quelle erbe che favoriscono il drenaggio e il nutrimento del terreno. Quanto ai trattamenti contro le malattie che colpiscono la vite,  abbiamo fatto una scelta che va oltre il biologico,  sperimentando l'utilizzo di vitigni autoresistenti, ossia che hanno conseguito una resistenza naturale attraverso sapienti e pazienti incroci.

Questo significa innovare e creare nuove creature green, dico giusto?
Sì.  L'ultimo nato dell'azienda il Roccolo dei Gelsi che è appunto un bianco ottenuto con vitigni autoresistenti che non richiedono alcun intervento antiparassitario.  Un traguardo importante che ci conforta e ci spinge a continuare in questa direzione, che secondo noi sarà il futuro.

 

Quando si proietta nel futuro cosa si augura per questo castello?
Guardando al futuro, mi auguro che il Castello possa continuare la sua lunga storia, portando avanti l'impronta di impegno culturale che ho voluto dare in questi ultimi vent'anni,  aprendolo al pubblico.

E da un punto di vista manageriale?
Spero che l'azienda agricola continui la sua crescita verso la sempre maggiore qualità, facendo conoscere e amare il buon vino a sempre più persone che vengono a visitare le sue cantine medievali.

Qualche curiosità: l'ospite più importante, chi è stato?
Mi fa molto piacere ricordare un ospite importante del Castello, che è  diventato per noi un grande amico, il critico d'arte Philippe Daverio, che tutti ricordiamo per la sua bellissima trasmissione televisiva Passepartout e per i suoi numerosi libri. Ci siamo incontrati nel 2004 quando cercavo un'idea per celebrare i 50 anni dell'azienda e lui mi suggerì  una mostra sul Caravaggio impossibile. Da allora è  nata un'amicizia e una collaborazione che ci ha portato a organizzare in Castello molte altre mostre, che sono tra i miei ricordi più belli. 

Amava anche i vostri vini?
Certo, il suo vino preferito era il nostro Moscato passito, che definiva un vino del Caravaggio per il suo colore e per le sue note speziate.

E con il passito la Tenuta Castello di Grumello ha posizionato anche un altro prodotto esclusivo creato da Cristina Kettlitz Reschigna: la confettura. Di colore rosso granato, è ottima sui formaggi. Profuma di moscato e sa di passito. Una delizia che si trova solo allo shop del Castello e che può essere acquistata anche online, come del resto i vini, normalmente distribuito nelle migliore enoteche e nel canale della ristorazione.
Info qui: www.castellodigrumello.it

Cristina Kettlitz Reschigna - foto: c.perer


Autore: Corona Perer

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