Arte, Cultura & Spettacoli

Vittorio Veneto, sulle orme di Lorenzo da Ponte

Una mostra per riscoprire l'uomo che lavorò all'ombra di Mozart

(Corona Perer) - A Vittorio Veneto (Tv) nel cuore di Ceneda, nell'attuale via Manin, c'è una casa abitata fin dal 1727 dalla famiglia dei  Conegliano. Qui nasce  Emanuele Conegliano, figlio di Geremia. Convertitosi a 14 anni e divenuto l'abate Lorenzo Da Ponte, era destinato a diventare uno degli intellettuali più famosi dell'Illuminismo europeo. La sua fama è legata al sodalizio artistico con Wolfgang Amadeus Mozart, con il quale collaborò alla nascita dei tre maggiori capolavori del compositore salisburghese: “Le Nozze di Figaro”, il “Don Giovanni” e il “Così fan tutte”.

Per valorizzare questa figura e rendere omaggio ad un concittadino che fu ambasciatore della cultura italiana nel mondo, l’Amministrazione comunale di Vittorio Veneto, ha promosso la mostra "Sulle orme di Lorenzo da Ponte", sulla base delle ricerche e gli studi di Giampaolo Zagonel. A Palazzo Minucci-De Carlo dal 15 maggio fino al 30 settembre 2021, viene proposto un percorso di scoperta all'uomo che stava dietro le quinte ma è parte della fortuna mozartiana.

La collezione dapontiana in mostra a Vittorio Veneto - raccolta negli anni da Giampaolo Zagonel - racconta la figura del grande Cenedese ma anche l’importante produzione letteraria che Da Ponte diede alle stampe sia in qualità di autore, a cominciare dalle sue celeberrime e rare Memorie sia come stampatore ed editore tanto, a Londra quanto New York. 

Giampaolo Zagonel

 

La raccolta Zagonel, di cui il visitatore trova in mostra un significativo campione, rappresenta un unicum che non ha rivali  tra le collezioni private dedicate al librettista di Mozart. Oltre ai suoi scritti originali, la raccolta comprende molti altri materiali che vengono esposti per la prima volta.

 

Al visitatore si offre così l’opportunità di ripercorrere l’intero arco dell’esistenza di Da Ponte autore, poeta e divulgatore - in particolar modo nel mondo anglosassone - dei classici italiani tra i quali Dante. L'occasione dunque per valorizzare finamente un intellettuale che rimane poco noto al grande pubblico.

All'inaugurazione le autorità, sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto e assessore alla cultura Antonella Uliana in primis, hanno posto in rilievo la statura dell'intellettuale per  troppo tempo fu vittima di un'errata percezione: per molti secoli narrato come prete-spretato, dongiovanni e uomo braccato dai debiti. Una visione che ha fatto ombra ai suoi meriti intellettuali che oggi vengono riscoperti grazie agli studi condotti dal prof. Zagonel. Gli studi consentono quindi il superamento dell’immagine distorta che ha imprigionato il Da Ponte nella parte di un «avventuriero». In realtà fu protagonista nel panorama culturale europeo del suo tempo.

La mostra è anche un'occasione per scoprire il magnifico palazzo che la ospita e il borgo in cui è incastonato: Serravalle è un gioiello architettonico e precede la nascita di Vittorio insieme a Ceneda, che diede i natali al librettista di Mozart. All'epoca di Da Ponte Vittorio Veneto infatti non esisteva.

La città nacque il 27 settembre 1866 con l’unione dei preesistenti comuni di Ceneda e Serravalle. Assunse il nome di “Vittorio” il 22 novembre 1866 in omaggio a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. L’appellativo “Veneto” era usato abitualmente soprattutto dopo la battaglia e venne ufficializzato, assieme al conferimento del titolo di città, nel 1923 con regio decreto.

A partire dalla fine dell’Ottocento, vennero creati i nuovi quartieri attorno alla strada che collegava le due antiche cittadine: l’attuale Viale della Vittoria. L'unione doveva essere fisica e così con il municipio venne posto a metà strada. Tuttavia la città continua ancora oggi a dimostrare una certa bipolarità, e in effetti Ceneda e Serravalle, nonostante la vicinanza, hanno identità storiche ben distinte.

L'identità della città di Vittorio Veneto è invece legata alla guerra: è stata protagonista sul fronte italo-austriaco della omonima battaglia che pose fine alle ostilità tra i due paesi sul finire della prima guerra mondiale. È dunque la città “simbolo” della Grande Guerra ed è legata al mondo dei Fabbri e del ferro battuto.

L’arte della Guerra del resto ha sempre “segnato” questa città fin dalle origini: infatti qui venivano forgiate le armature e le spade che resero invincibile e leggendario l’esercito della Serenissima. La sua storia è dunque antica e cruciale nel destino del Veneto e della potenza dei Dogi.

La mostra si è aperta con un concerto in onore alla sua sensibilità del Da Ponte musicista, con le due cantanti soprano Maria Francesca Mazzara e Maria Grazia Marcon, insieme al baritono Eugenio Leggiadri Gallani accompagnati al pianoforte da Davide Da Ros sulle celebri arie tratte da ''Le Nozze di Figaro'', il ''Don Giovanni'' e il ''Così fan Tutte''.

Un evento molto emozionante perchè ha segnato anche la riapertura del teatro a lui intitolato dopo il lungo e difficilissimo anno della pandemia. La mostra stessa fu più volte rinviata causa Covid, ma ora è sicuramente l'occasione giusta per visitare la città, scoprirla e apprezzarla nei suoi musei. Ce ne sono ben 9.

Il Museo del Cenedese ospitato nella Antica loggia della comunità di Serravalle è anche il luogo dove è conservata l'unica immagine iconografica che dà il volto all'uomo Da Ponte: fu dipinto da un anonimo che si ispirò a sua volta ad un dipinto di Nathanie Rogers. E poi l'Oratorio dei Santi Lorenzo e Marco della confraternita di Santa Maria dei Battuti di Serravalle con splendidi affreschi della 400, la Galleria Civica d'arte medievale moderna e contemporanea Vittorio Emanuele II che ospita una ricca pinacoteca del Novecento, il Museo della Battaglia che racconta la Grande Guerra, il Museo del baco da seta che racconta la storia della Vittorio industriale legata alla produzione della seta, Palazzo Minucci De Carlo che ospita tesori e stanze in stile decadente e dannunziano, il Museo Diocesano d'arte sacra Albino Luciani è voluto dal futuro Papa Giovanni Paolo I quando era ancora vescovo di Vittorio Veneto (prima di diventare Patriarca di Venezia),  il Museo di Scienze Naturali Antonio De Nardi, il Museo della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Tiziano da più di un millennio il centro della vita religiosa di Ceneda e della diocesi di Vittorio Veneto e molti altri luoghi di interesse artistico storico e culturale. Arrivando a Vittorio bisogna girarsi per bene la strade antiche di Serravalle, con la spendida Piazza Flaminio in riva al fiume Meschio, magari salire al santuario di Santa Augusta che è la patrona e viene festeggiata ad agosto, la Pieve di Sant'Andrea e il castello di San Martino.

L'antica loggia della comunità di Serravalle


Autore: Corona Perer

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