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Oregon, dopo gli incendi...niente vino

Chi ha goduto di più nelle terre che danno un ottimo Pinot nero? Gli uccelli

(foto di copertina: Andrea Johnson Photographer for Cristom Vineyards) - Chi ha goduto di più - quest'anno - delle uve che danno in Oregon un ottimo Pinot nero, apprezzato in tutto il mondo? Gli uccelli. Dopo gli incendi che la scorsa estate hanno devastato l'Oregon,  i viticoltori hanno fatto una scelta dolorosa: non produrre vino se si voleva mantenere alta la qualità ed il nome del loro Pinot.

Il cielo era  stato avvolto da nuvole di fumo e per settimane chi ha vissuto nei dintorni è stato esposto ad un'aria irrespirabile, tutto sapeva di fumo: anche l'uva.

foto: Stefano Perer

E così niente vendemmia: la raccolta dell'uva non è stata fatta. Tutto è rimasto sulle piante per la grande gioia degli uccelli migratori che mai come in questo strano anno hanno deliziato i cieli dell'Oregon di nuvole meravigliose, pari per mistero, bellezza e precisione solo alle evoluzioni che si potrebbero osservare tra i banchi di sardine nei fondali marini.

Dopo le abbondanti libagioni in vigna, gli uccelli (per lo più stormi di Black Sparrow) riparano sugli alberi e da qui spiccano in volo  dedicandosi a prodigiose evoluzioni: una meraviglia che sa di mistero!

Questa è a sempre la patria di produttori artigianali che vinificano uve coltivate in piccoli vigneti gestiti personalmente. Se ad inizio l'Oregon aveva meno di 4.000 ettari, negli ultimi trent’anni la Willamette Valley, la zona più importante e più vocata per la produzione di Pinot Noir, ha più che triplicato la sua produzione legando il vitigno alla tradizione dell’Oregon.

Situato tra lo Stato di Washington a nord e la California a sud, l’Oregon si trova, come la Borgogna, a ridosso del 45° parallelo ed è suddiviso in cinque regioni vinicole: The Rogue e Umpqua, nel sud dello Stato, Columbia e Walla Walla a nordest, che sconfinano nello Stato di Washington, e Willamette Valley, nella parte settentrionale dello Stato, l’area più importante e più vocata per la produzione di Pinot Noir. Presenti in misura minore anche Pinot grigio e bianco, Chardonnay e Riesling. Gli 8.200 ettari coltivati a vigna sono suddivisi in 17 “American Viticultural Areas” (AVA), zone di maggior vocazione vitivinicola
(fonte: Associazione Italiana Sommeliers Lombardia)

Ci sono aziende straordinarie e paesaggi meravigliosi in Oregon: nella foto di copertina i vigneti dell'azienda Cristom Vineyards (Spring Valley Road NW, Salem) che produce un ottimo Jefferson Pinot Noir. Lo si può acquistare anche in rete (click here > to buy). Ci sono anche distributori italiani che commercializzano i vini dell'Oregon. Informazioni si possono trovare nel sito dei Sommeliers. Il 2020 va in archivio con enormi danni per i viticoltori: produzione "0".

foto: Stefano Perer

La scoperta di quest'area si deve alla fine degli anni Sessanta ai vignaioli californiani e già nella metà degli anni Ottanta molti produttori stranieri di alto profilo si insediarono nella zona.  Circa il 60% sul totale del vino prodotto si concentra in una stretta lingua di terra tra la famosa Portland, Eugene e Salem. Il segreto di questa produzione sta nella vicinanza alla costa: l'ocano dista solo circa 40 chilometri dai vigneti disposti verso ovest ed è la tiepida brezza marina, provvidenziale a mitigare le estati più torride e preziose per rinfrescare il prodotto e predisporlo alle escursioni termiche notturne. 

Il ruolo dell’Oregon nella produzione di pinot noir è riconosciuto a livello mondiale: ogni anno si tiene la World Pinot Noir Conference, con produttori di fama internazionale provenienti dalla Nuova Zelanda alla Francia, alla corte di uno stato che riesce meglio di altri nella coltivazione di una delle più delicate uve da crescere e produrre. Ma tra le annate non ci sarà mai quella del 2020, Annus Orribilis. Anche per il vino.

(corona perer, dicembre2020)


Autore: Corona Perer

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