Arte, Cultura & Spettacoli

Cretto di Gibellina, arte a cielo aperto

dal 28 luglio Gibellina PhotoRoad 2023

Il Cretto di Burri a Gibellina è una entità d'arte che oltre a fare memoria è fonte inesauribile di ispirazione per l'arte e soprattutto per la fotografia. Questa straordinaria e suggestiva realtà del nostro paese, è il contesto in cui ha preso forma un progetto spciale che mira a costituire una rete internazionale di collaborazione e scambio per promuovere la fotografia come arte pubblica, al di fuori di musei e gallerie.

Torna dal 28 luglio al 30 settembre 2023 Gibellina Photoroad, il primo festival di fotografia e arti visive open air e site-specific in Italia e uno dei pochi al mondo, che porta nella cittadina del Belìce il meglio della fotografia contemporanea internazionale con visionari e innovativi allestimenti “all’aperto”.

Installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, installazioni site-specific, video mapping, talk e visite guidate, animeranno le strade di Gibellina (Trapani), città siciliana che è uno dei più grandi musei d’arte contemporanea “a cielo aperto” del mondo. Parteciperanno 34 artisti (più 3 mostre collettive) provenienti da 11 Paesi europei e extraeuropei che hanno accettato la sfida di progettare nuovi allestimenti, pensati per interagire con il tessuto urbano di Gibellina, città d’arte nata dalle macerie del devastante terremoto del 1968 e caratterizzata da opere architettoniche e sculture dei più noti artisti del ‘900 come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Mimmo Paladino e molti altri.

Dai maestri della storia della fotografia come Mimmo Jodice, a reporter come il fotografo Magnum Jonas Bendiksen e il vincitore di 10 World Press Photo Francesco Zizola, fino alle sperimentazioni dell’’“alchimista dell'immagine”, il giapponese Kensuke Koike: Gibellina Photoroad offre un amplissimo spaccato della fotografia contemporanea internazionale, un percorso variegato e intrigante che si dipana a partire dal tema scelto per questa edizioni: le “alterazioni”. “La fotografia è dalla sua nascita un campo in cui il conflitto tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali si esprime alla sua massima potenza”, spiega la direttrice Arianna Catania. “La fotografia nasce da una positivistica aderenza alla realtà, ma non rappresenta mai il mondo così com’è, lo modifica, lo trasforma, lo altera”. Spiega la direttrice Arianna Catania.

Tre giornate di opening (28-30 luglio) vedranno l’intera città di Gibellina popolarsi di artisti, curatori, appassionati provenienti da tutto il mondo, in un clima di condivisione a partecipazione, che coinvolge direttamente anche i cittadini. Il programma prevede un calendario ricco di incontri, workshop, con esponenti di primo piano della fotografia italiana e internazionale e numerose  visite guidate realizzate dagli stessi artisti.

Gibellina Photoroad, fin dalla sua prima edizione, si pone l’obiettivo di finanziare e produrre progetti inediti, realizzati in residenza, promuovendo i principi di partecipazione propri dell’arte pubblica.

E quest’anno, in collaborazione con Triennale Milano, il festival ha lanciato la Call Fotografia Spazio Aperto, dedicata a architetti e fotografi, che sono stati invitati a ideare un’opera site-specific per Il Sistema delle Piazze, progettato da Franco Purini e Laura Thermes alla fine degli anni ‘80. Vincitori della call il fotografo Luca Massaro e l’architetto Anna Merci.

Si comincia il 28 luglio alle 11.00, con l’inaugurazione della mostra di Mimmo Jodice “Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982” presso il Mac (Museo di arte contemporanea) di Gibellina.

Il MAC – Museo d’Arte Contemporanea, ospiterà la mostra di Mimmo Jodice "Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982". 29 fotografie in stampe vintage, molte delle quali inedite, che ritraggono la new town Gibellina nelle fasi finali dei lavori di costruzione. Un paesaggio meditativo, dove nell’immobilità dei palazzi appena finiti si intravedono i primi segni dell’arrivo dell’uomo. Quattro opere di questa serie saranno installate in grande formato nelle vie della città, nel punto esatto in cui furono scattate negli anni 80, con l’effetto di creare un corto circuito tra passato e presente.

 

Sin dalla sua prima edizione nel 2016, il festival ha portato in Sicilia artisti e fotografi noti a livello internazionale tra i quali Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruce Gilden, Mustafa Sabbagh, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Valérie Jouve, solo per citarne alcuni, le cui testimonianze rimangono oggi nelle installazioni visionarie che dialogano con la città, come ad esempio la grande opera permanente Gibellina Selfie di Joan Fontcuberta, e Andata e Ritorno di Moira Ricci nello storico Palazzo di Lorenzo, e nelle opere facenti parte della Collezione permanente di fotografia della Fondazione Orestiadi inaugurata nel 2021.

Nelle passate edizioni il festival ha presentato il lavoro di 120 artisti in 90 esposizioni site-specific.

Anche quest’anno la chiesa Madre di Gibellina, realizzata da Ludovico Quaroni nel 1973, ospiterà lo straordinario videomapping realizzato nell'abside perfettamente sferica dell’edificio religioso, che domina dall’alto la città. Dalle 23 alle 24 del 29 luglio sarà proiettata "Scopes", una serie di cinque filmati di Mishka Henner (Belgio, 1976), artista visivo le cui opere sono state esposte tra l’altro al MOMA e al Metropolitan Museum of Art di New York, al Centre Pompidou di Parigi, al Victoria & Albert Museum di Londra. Il videomapping raccoglie il materiale visivo tratto da telecamere cadute, gettate o lasciate deliberatamente vicino agli animali. La cui interazione con l’obiettivo offre uno sguardo sorprendente sul rapporto tra tecnica e natura.

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