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Fulvio Scaglione - Zelenskyj, l'uomo e la maschera

Ma chi è davvero e come ha costruito le sue immense ricchezze?

Ma chi è davvero Volodymyr Zelens’kyj?  Come ha costruito le sue immense ricchezze?

Prima di diventare uno dei personaggi più conosciuti sulla scena politica internazionale, sappiamo che era attore di tv e cinema, uno degli uomini più famosi in Russia, in Ucraina e nelle ex Repubbliche Sovietiche.

Il 20 maggio 2019 viene eletto alla presidenza dell’Ucraina e da quel momento la sua notorietà è cresciuta a dismisura in tutto il mondo. Ma possiamo davvero dire di conoscerlo?

Fulvio Scaglione, giornalista, già vicedirettore di “Famiglia Cristiana”, corrispondente da Mosca (collabora con “Limes” e inoltre  ha fondato e coordina “Lettera da Mosca”) tenta una risposta in Zelenskyj, l'uomo e la maschera edito da Meltemi.

Con audacia e schiettezza, l'autore racconta la parabola – ancora poco limpida – di Volodymyr Zelens’kyj tra luci e ombre, consensi e contraddizioni, e conduce alla scoperta dell’uomo e del politico.

''Nella sua breve e tumultuosa esperienza politica, Zelens’kyj è stato – o ha interpretato – un personaggio sempre diverso: l’attore che si è fatto politico con l’appoggio degli oligarchi; il presidente che ha ingaggiato una rovinosa battaglia per riformare l’Ucraina; il complottista guidato dall’opportunismo; il leader in tenuta militare, protagonista della resistenza ucraina di fronte all’invasione russa; il democratico che sognava l’Europa, ma che si è appoggiato all’estrema destra; il rappresentante del popolo che ha accentrato tutti i poteri nelle proprie mani e in quelle di una ristretta cerchia di fedelissimi talvolta dal passato di dubbia trasparenza''. Uno nessuno centomila, verrebbe da dire.

Ed ecco che il saggio ripercorre gli inizi  di  Volodymyr Zelens’kyj quando non era ancora quello che è oggi,  e passo dopo passo racconta come è diventato, soprattutto gli amici, la genesi dell'Euromaidan con la conquista della presidenza e del potere.

Scaglione fa presente che il giorno prima dell'invasione era un presidente già in forte crisi di consenso giudicato deludente da gran parte dei suoi stessi elettori, il giorno dopo era il leader riconosciuto di tutti gli ucraini alla guida di un paese impoverito (il più povero d'Europa insieme alla Moldavia nonostante le notevoli risorse naturali e  industriali) immerso in una pluridecennale stagnazione.

Dalla sua campagna elettorale ha mostrato una faccia molto diversa: assicurava la pace e ha firmato una legge per non farla mai. E' scaduto, ma ha annullato le nuove elezioni.  Nel frattempo ha fatto man bassa degli amici molti dei quali diventati ex-amici a seguito dei suoi improvvisi e ripetuti rimpasti di governo.

La domanda è: quest'uomo è davvero il personaggio simbolo della liberalismocrazia mondiale?

''Tra il presidente e il leader, tra il politico che metteva il giubbotto antiproiettile sulla camicia azzurra e il capo che veste solo il verde militare c'è una continuità di stile e che non può essere sottovalutata e che anzi risulta decisiva nelle analisi delle sue decisioni'' commenta Scaglione.

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