foto: www.slovenianbears.com
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Attualità, Persone & Idee

Monique Watteau, la collera verde

Tradotto in italiano l’acclamato esordio del 1954 (Alcatraz editore)

(Gloria Canestrini) - Esce tra due giorni in tutte le librerie un saggio per la prima volta tradotto in italiano: l’acclamato esordio del 1954 di una delle scrittrici più originali del fantastico belga, Monique Watteau, al secolo Monique Dubois. L'operazione è di Agenzia Alcatraz editore milanese molto attento alla letteratura fantastica e ai personaggi particolari. In questo libro la scrittrice e artista ha esordito nel '54 con il genere fantastico ed 'ecologico' perché si parla di una specie di rivolta horror della natura verso l'uomo.

Lo abbiamo letto, ecco la nostra recensione

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La collera verde: quando la natura si ribella
di Gloria Canestrini

In tempi di conformismo e di assiomatiche superficialità, spiccano il coraggio e la libertà di pensiero che guidano le scelte  della  casa editrice milanese Alcatraz nel proporre, in particolare,  nella  collana “ Bizarre” un romanzo  pubblicato per la prima volta in Francia nel 1954: “La Colère  vegetale” primo libro scritto dall'allora venticinquenne  Monique Dubois, alias Monique Watteu, alias Alika Lindbergh.

Un romanzo, tanto vale dirlo subito, che all'epoca è stato una sorta di manifesto della letteratura onirica, simbolista e fantastica, ma anche una metafora della nuova libertà femminile e della liberazione sessuale dalle pruriginose pastoie di una cultura dominante che nel dopoguerra consentiva di preferenza (e solo in minima parte) agli scrittori uomini la narrazione erotica.

Impossibile, però, abbracciare un solo aspetto di questo testo quale tema preponderante (un testo caleidoscopico, tutt' oggi attualissimo e sorprendente!)  separandolo da ciò che, in effetti, è: un unicum , un'espressione a tutto tondo della sensibilità, della vitalità, della gioia, dell'intelligenza e del talento di una giovanissima scrittrice ( oggi novantacinquenne!) di origine belga, vissuta a Parigi nei primi anni Sessanta, a contatto con un milieu artistico dove nei caffé incontrava André Breton, Orson Welles, Marc Allégret, Leonor Fini, Geogres Moustaki e molti altri artisti vivacissimi e poliedrici: pittori, registi, attori, musicisti, ora nell'empireo della storia dell'arte.

Proprio André Breton titolava un articolo a lei dedicato, chiedendosi sulla rivista V Magazine: “Maga della letteratura, strega o fata dell'era atomica?”.

Leggendo La Collera Verde si capisce quanto Breton avesse colto nel segno.
A partire dalla forte personalità della scrittrice belga francofona, figlia del poeta Hubert Dubois, al quale rende omaggio con una citazione, ma poi subito proiettata verso la sua vita densa, autonoma e avventurosa, che la porta ad adottare ben presto lo pseudonimo di Monique Watteau, forse in omaggio a un grande maestro della pittura, essendo pittrice e illustratrice ella stessa, e poi, l'affettuoso nome di “Alika” ( piccola gatta) , così datole da uno dei suoi amori, l'attore americano Yul Brinner, fino ad approdare al suo alias definitivo, Alika Lindbergh, dopo il matrimonio con uno dei figli del grande pioniere dell'aeronautica Charles Lindbergh.

Un incontro importantissimo fu anche quello con il primo marito, Bernard Heuvelmans, zoologo e naturalista, al quale ha dedicato la Collera Verde: insieme hanno scoperto ( e lei illustrato e documentato) il mondo delle piante e degli animali inconsueti ( ma il titolo del saggio di Bernard “Sur la Piste des Betes Ignorée” può stare anche a significare il sostanziale disinteresse letterario a cui il mondo naturale  in sé sembrava destinato sino ad allora).

Non è un caso che l'ispirazione per la ''Collera Vegetale'' e la sua ambientazione indonesiana, le descrizioni puntuali e precise di alcune tradizioni e specie vegetali, nascano dalle informazioni attinte nella grande biblioteca del Musée de l'Homme a Parigi, che i due giovani avevano preso a frequentare per i loro studi e le loro consultazioni! Un tesoro unico al mondo, con le sue collezioni di paleontografia, di oggetti culturali, di reperti anatomici, archeologici e antropologici delle varie ere umane.

Per inciso, questo stupefacente Museo oggi è stato riaperto dopo una lunga, interminabile, chiusura ed è tornato ad essere fonte di meraviglia per l'intera umanità: non potrò mai dimenticare gli stimoli, le sensazioni, la stessa atmosfera sobria e raccolta che accoglieva i visitatori da tutto il mondo ancora la prima volta che vi entrai, oltre mezzo secolo fa, con l'impressione di varcare una soglia misteriosa, densa di un pulviscolo che sembrava depositato dal tempo ma che forse era solo il frutto di un'illuminazione discreta, che lasciava spazio all'immaginazione.

Torniamo agli alberi, e al modo in cui si mischiano con le vicende umane.
Il grande letterato e premio Nobel, Maurice Maeterlinck,  aveva affrontato di petto la questione, sollevando quel lembo di invisibilità ( la cultura di oggi ci ha abituati a considerare alberi e animali come dei soggetti, non solo uno sfondo pittoresco, talvolta minaccioso, ma pur sempre sfondo!)  avendo scritto una decina di anni prima della pubblicazione della Collera Verde questo passo, ripreso in apertura dall'autrice della prefazione all'odierna edizione Isabelle Moreels:

“Il ricordo di un bell'albero, amichevole e fedele  ( lo sono tutti) può influenzare la nostra vita e il nostro destino tanto quanto il ricordo di una donna o di un uomo”.

Moreels poi concluderà che, grazie all'ottima iniziativa di questa versione italiana, non riusciremo più a guardare allo stesso modo la maestosa statura di un cedro o il profumo di una rosa delicata...

Si, perché la natura narrata nella Collera Verde, gli alberi che  camminano, le liane che si insinuano tra le mura della magica casa degli amanti situata in una immaginifica Bali, le rose che mordono i piedi, le tappezzerie semoventi, i tendaggi di folte pellicce nere, le poltrone di fiori assediate da grovigli di radici striscianti, le alghe,  i cespugli che giocano a rimpallarsi gli uccelli, le innumerevoli bocche vegetali che sussurrano, inghiottano, leccano, devastano, non è certo ridotta a rango di paesaggio, ma si impone su tutto. Su tutto, tranne che sull'amore.

Quello narrato è un amore tragico che, sottraendosi a questa pervasiva presenza, alla fine salverà se stesso, pur avvinghiandosi alla morte come in un abbraccio definitivo.

La verità è che questo libro prezioso e rivelatore, a oltre settant'anni dalla sua prima uscita, è ancora un'opera unica, geniale e sperimentale, dove tutto combacia (e tutto bacia): il tempo presente, il passato e il futuro che si intrecciano come lunghe liane piene di vita e di linfa,  i corpi splendenti dei giovani amanti, la terra e il mare, l'arte e la preveggenza ( perché “i veri artisti sono sempre un po' sensitivi”)  la magia e la quotidianità, l'amicizia e l'eros, il terrore e la passione, la calma e l'alchimia.

Anche i titoli delle illustrazioni, ad opera di Alika, sono significativi e evocativi: abbiamo gli alberi umani con visi di saggi incastonati nei tronchi, apparizioni nell'acqua con il volto di fanciulla ornata di alghe, un' Ofelia con i seni turgidi sporgenti tra le ninfee, un abbraccio avvolgente e misterioso di due alberi in coppia che si amano nella foresta.

Come non evocare il legame tra donne e natura, quel legame fatto di conoscenze ma anche di sfrenate e libere fantasie, poi tacciato e perseguito dal potere come “eresia” e come “stregoneria” nel corso dei secoli? A ben vedere, una natura mai edulcorata, spesso ostile, ma non per questo meno preziosa e salvifica, per chi sa conviverci.

Verso la fine della Collera Verde, l'avventuriero francese Mara, che tenta di salvare la sua amata Jennifer dalla  marcia vendicativa degli alberi, ma soprattutto dalla opprimente sortilegio della casa di Maupertuis, ispirata Malpertuis (la magione senza tempo ai margini di un misterioso villaggio immerso nel cuore più cupo delle Fiandre, romanzo capolavoro del weird/fantasy, pubblicato nel 1943 dal maestro belga Jean Ray e disponibile in italiano nella stessa collana), dice: “So bene che non sfuggiremo così facilmente agli dèi verdi, ma bisogna ben tentare”

Si tratta forse di una di quelle incredibili anticipazioni che gli scrittori visionari sanno fare, magari decenni prima che un fenomeno si avveri?
Speriamo di no, ma speriamo anche che il fenomeno inverso, quello della distruzione dei nostri “amichevoli e fedeli amici vegetali”, condotta con una sorta di inspiegabile accanimento nei tempi attuali venga a cessare, sull'onda della consapevolezza di quanto importanti siano per la nostra vita.
Non è proprio il caso di scatenare la loro collera!

Gloria Canestrini
20 luglio 2025

 

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MONIQUE WATTEAU
LA COLLERA VERDE
Traduzione di Camilla Scarpa
Introduzione di Isabelle Moreels

Alcatraz edizioni (Collana: Bizarre)
Pagine: 220 - Prezzo: 16,00 Euro
In libreria 22 Luglio 2025


 


Autore: Gloria Canestrini

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