Attualità, Persone & Idee

Orsi, Halbherr e Gerola: innamorati di storia

Pane, Mediterraneo e... Archeologia

Paolo Orsi, dopo essersi formato al Museo Civico di Rovereto, nel 1889 partì alla volta della Sicilia (e poi della Calabria) dove grazie a fruttuosi scavi getta le basi per ricostruire la storia delle popolazioni preromane di Sicilia e Magna Grecia.

Federico Halbherr, approdato nelle terre di Creta nel 1884 scoprì le leggi di Gortyna, l'apparato di leggi cretesi che alle donne riconosceva libertà di assoluta modernità. A lui si deve anche il rinvenimento del disco di Festo (foto in alto) un reperto archeologico ritrovato nell'omonima città di Festo, sull'isola di Creta, sotto un muro di un palazzo minoico il 3 luglio del 1908. La spedizione archeologica italiana era guidata da Federico Halbherr e Luigi Pernier. Attualmente è conservato al museo archeologico di Candia a Creta. È un disco di terracotta, delle dimensioni di 16 centimetri di diametro e 16 millimetri di spessore; la datazione stratigrafica ne attribuisce l'età al 1700 a.C. il disco contiene 242 simboli impressi quando l'argilla era ancora fresca.

Giuseppe Gerola, veneto d’origine (vicentino per la precisione) su segnalazione di Halbherr fu inviato nel 1900 a Creta dal Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia per documentare i monumenti e le testimonianze della Serenissima nelle isole dell'Egeo. Più tardi, nel 1912, fu chiamato a Rodi per esplorare e documentare i monumenti medioevali del Dodecaneso.

Tutti e tre, in modo diverso, furono spinti dallo stesso desiderio: conoscere terre lontane alla ricerca delle testimonianze delle antiche civiltà mediterranee.

Il grosso pubblico ha potuto conoscere la personalità e il significato dell'opera dei tre insigni studiosi, protagonisti della ricerca storico-archeologica a cavallo fra la seconda metà dell'800 e la prima metà del '900 con la mostra che venne a loro dedicata nel 2010 a Rovereto in occasione del 150° della nascita di Paolo Orsi. “Orsi, Halbherr, Gerola. L'archeologia italiana nel Mediterraneo”  fu evento che  segnava il debutto del restaurato palazzo settecentesco Palazzo Alberti.

La loro fama è ancora vivida tra gli studiosi di archeologia e travalicò i confini regionali e nazionali grazie all'importanza delle ricerche e dei rinvenimenti compiuti.

Spulciando tra le carte di biblioteca si scoprono aspetti assai curiosi delle vite di questi tre scienziati.
Giuseppe Gerola, ad esempio, è riconosciuto come il massimo studioso di ville venete…a Creta. Ma va anche detto che è il meno conosciuto dei tre. Ben venga dunque questa mostra che pone in luce uomini che hanno fatto grande l’archeologia mondiale.

La lettura della vita di Federico Hlabherr riserva invece emozioni tenere e intime. Così amato a Creta che al suo passaggio a cavallo, la gente usava scostarsi e togliere il capello: "Kalimèra Kirios Halbherr". Kirios, cioè Gran Signore, per l’eleganza dei modi e delle vesti. Sull’isola lasciò il suo cuore di innamorato infelice per la Bella Skevò, figlia di un possidente e ricco mercante in affari con le grandi compagnie di scavo. A Creta Halbherr girava armato: americani e tedeschi si contendenvano terreni e scoperte a colpi d’arma da fuoco. Non lo studioso roveretano che doveva solo difendersi e che vi arriva con la laurea a pieni voti in lettere in tasca (alla Sapienza di Roma) e una specializzazione a Firenze in filologia classica. Un sussidio ministeriale gli permetteva di studiare epigrafi greche. In un sol mese scopre l’iscrizione di Gortyna considerata la "regina" delle epigrafi greche.

Paolo Orsi, figlio di commercianti e trentino doc è personaggio molto amato in Sicilia. A Siracusa ha dato avvio a memorabili campagne di scavo. Suo un metodo di scavo innovativo che anticipa di fatto l’archeologia stratigrafica. Era l’osservazione il suo talento: da giovanetto aveva battuto a tappeto il Trentino annotando con sistematicità quanto osservava sul campo. Tanto che poco più che ventenne scrisse un saggio di toponomastica tridentina e uno studio sui monumenti cristiani anteriori al Mille in Trentino.

 


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)