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Autonomia speciale, quale futuro?

Chiuse le Provinciali si pensa alle Europee

24.10.2023 - L'autonomia speciale si celebra ogni anno il 5 settembre quando il Trentino ricorda il giorno del 1946 in cui Alcide De Gasperi e Karl Gruber (nella foto) al'epoca ministri degli esteri di Italia e Austria,  firmarono l'accordo di Parigi, dal quale si origina l'Autonomia speciale nella forma che oggi conosciamo. Degasperi era  all'epoca presidente del Consiglio.

Ma che ruolo e che peso hanno oggi le Autonomie in Europa? 

Il Trentino nella propria speciale Autonomia, ha sempre cercato di essere buon esempio di amminitrazione. Il presidente della Provincia  Maurizio Fugatti, da poco rieletto Governatore, sottolinea ogni anno che fra Trentino e Alto Adige c'è un lavoro comune. E tuttavia il econdo embra avere un motore che gira più veloce''.

Il collega e presidente Arno Kompatscher dal canto suo ribadisce che forza unità e condivisione sono conolidate. ''Mi auguro che l'Alto Adige continui sulla strada dell'apertura, dell'Europa e del multilinguismo" .

Ma in Europa che aria tira sulle Autonomie?

''In realtà l'Autonomia è sempre più debole e sempre più fragile in tutt'Europa e del resto l'Italia è un paese etero-diretto'' afferma Marco Rizzo di Democrazia Sovrana e Popolare che nel corso dell'ultima campagna elettorale da candidato presidente per il Trentino ha dato al tema un ruolo centrale. La sua obiezione è tanto logica da sembrare disarmante. ''Come si fa ad essere autonomi se non si è più sovrani?

Bella domanda, davvero! E intanto si profilano le europee, mentre ovunque si registra continua e crescente disaffezione al voto.

Al di là dell’esito, il dato più eclatante dell'ultima tornata elettorale ha visto crescere proprio l’astensionismo. Il 58,39%, quasi tre persone su cinque degli aventi diritto al voto, è andato alle urne in Trentino alle ultime Provinciali. Un’emorragia che si protrae da diversi anni: dal 2003, anno in cui andarono a votare quasi 280 mila cittadini pari al 74,22% degli elettori, si sono persi oltre 21 mila voti e quasi 16 punti percentuali.

Sono segnali da non trascurare, sintomi di un distacco o di un disinteresse creato proprio dal sistema politico.

 

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