
Sinai: un resort al Monastero di Santa Caterina?
Egitto: sta prendendo piede un progetto di megaturismo che fa discutere
19 settembre 2025 - Egitto: un progetto di megaturismo rischia di trasformare l'area del Monte Sinai, un paesaggio sacro, in una industria del turismo. Questo sito patrimonio mondiale dell'UNESCO rappresenta uno dei più antichi monasteri cristiani ininterrottamente attivi al mondo.
Il Monastero e tutto ciò che sta attorno potrebbe essere deturpato da un progetto egiziano che si dice abbia il sostegno persino del presidente egiziano Abdelfattah El Sisi: ovvero trasformare Santa Caterina in un nuovo polo di turismo religioso, ambientale e sanitario, in netto contrasto con ciò che quest'area rappresenta: serenità, solitudine e spiritualità. Qui abitano i monaci della Chiesa Greca Ortodossa, dediti a preghiera e studio dei libri sacri che custodscono in una meravigliosa Biblioteca, la seconda al mondo (dopo il Vaticano).
Del prgetto se ne parla in realtà dal 2021. Ma attorno si vorrebbero creare piazze, ville, bazar commerciali, hotel di lusso e altre infrastrutture. A dire il vero nella piana esistono già dei complessi ma questo paesaggio di inestimabile significato storico e spirituale per l'ebraismo, il cristianesimo e l'Islam va tutelato.
I beduini Jebeleya di Santa Caterina hanno già perso parti importanti del loro antico territorio tribale e alcune case sono state demolite. ''Siti di particolare sensibilità culturale, come un cimitero tribale, sono stati distrutti, stravolgendo ciò che da sempre sta attorno a un popolo di origine nomade'' raccontano le guide turistiche che da Sham El Sheick portano i turisti verso il mitico Oreb, il monte di Mosè.
Quello che preoccupa è che il governo egiziano ha ignorato le molteplici raccomandazioni formulate in una revisione ambientale commissionata dall'Agenzia delle Nazioni Unite per l'ambiente (Habitat) e agiscono in violazione dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, che aveva nel 2023 chiesto di interrompere urgentemente i lavori di costruzione del Resort a Santa Caterina dove la catena alberghiera Steigenberger avrebbe già acquisito spazi per insediarsi.
Purtroppo anche la stampa egiziana è di parte e ha descritto l'operazione come "un dono dell'Egitto al mondo" mentre le voci di opposizione nella comunità locale sono state tacitate.
Tutto ha reso corpo nel silenzio e così non c'è stata consapevolezza collettiva. Un gruppo di attivisti, in collaborazione con World Heritage Watch, sta chiedendo che i lavori di costruzione nell'area di St. Katherine siano sospesi finché non sarà chiarito l'impatto dei lavori perchè altrimenti Santa Caterina potrebbe perdere lo status di sito UNESCO.
Come andrà a finire? No lo sappiamo. Ci sembra folle trasformare in struttura alberghiera un luogo per la cui sicurezza fu emesso persino un editto da Maometto, in persona. Ogni pellegrino lo vede appena varcata a porta del Monastero.
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Reportage
Sinai: il Monastero di Santa Caterina
La sicurezza fu garantita da Maometto in persona
(Egitto-Sinai Corona Perer marzo 2025) - Sul monte Sinai i mandorli in fiore sono uno spettacolo inatteso per chi arriva a primavera in questo luogo desertico. Attorno al Monastero Santa Caterina nei giardini e nell'orto dei Monaci lo sbocciare di fiori diventa festa e magia.
foto in esclusiva per giornalesentire.it
L'abbiamo visitato molte volte: nel 2001, nel 2005 e poi nel 2008. Le prime restrizioni vennero con il caso Regeni. La Farnesina sconsigliava di percorrere il Sinai e chi lo faceva se ne assumeva ogni conseguenza. Tuttavia il turismo non è scomparso. Al Monastero ortodosso di Santa Caterina, importante luogo di culto nel sud del Sinai, i turisti italiani diminuirono, certo, ma mai totalmente. Ed ora sono tornati. Anche perchè questo è sempre stato un luogo sicuro.
La sicurezza di questo luogo santissimo per la Cristianità fu garantita da un editto di Maometto, ma nel 2017 l'Isis si fece sentire con una scorribanda che però lasciò intatto il Monastero. Ora i ritmi sono tornati quelli di sempre con i cammelli a poca distanza dalle porte, i turisti, e il silenzio pomeridiano che si impadronische del luogo appena i tour rientrano alla base, di solito Sharm El Sheik.
Qui si trova la più importante e preziosa Biblioteca della Cristianità, dopo quella del Vaticano. Copie antiche della prima Bibbia e il Codex Syriacus, ovvero la versione in siriaco dei Vangeli databile al IV secolo, sono custoditi gelosamente insieme ad altri reperti e ad una vasta e preziosissima collezione di icone sfuggite alla furia iconoclasta. Il Cristo Pantocrator è tra queste ed è esposto nel piccolo e straordinario museo gestito dai Monaci.
A gennaio 2025 c'era stata una eccezionale nevicata, eccezionale per il luogo e il periodo. Anche il gattino dei monaci, un pochino intirizzito, aveva posato per l'evento:
foto in esclusiva per giornalesentire.it
D'estate invece il calore si fa torrido e rallenta i ritmi: la pace di questo luogo nel cuore del Sinai, regna sovrana. Nelle ore pomeridiane il silenzio è rotto dai cammellieri beduini e dalle loro bestie. Di notte invece è totale e sotto il cielo più bello al mondo, tra le montagne che i berberi locali percorrono con i sandali, si vivono emozioni indimenticabili.
"Oggi riceveremo 180 rumeni, ieri avevamo una comitiva di russi" afferma padre Grigorios che da qualche anno è anche il portavoce del Monastero. E' lui che ha gestito la delicata partita delle rivendicazioni sul pozzo di Mosè che qualche anno fa diede diversi grattacapi ai monaci. Dopo la caduta del regime di Mubarak, i generali del nuovo regime rivendicavano la fonte come bene del governo egiziano, ma il Monastero è un pezzo di Grecia a tutti gli effetti. E il pozzo è quello dove Mosè incontrò le figlie di Jetro: la maggiore di noma Sefora, divenne sua moglie. A poca distanza c'è il roveto ardente.
I ritmi dentro le possenti mura, color della terra, sono quelli antichissimi: tanto silenzio, tanta preghiera fin dalle prima ore del mattino (la prima liturgia è alle 3 di notte), e una finestra di accoglienza e apertura al mondo tra le 10 e le 12 del mattino. E' riservato a quei turisti che ancora scelgono il Sinai e il mondo ortodosso non lo ha mai abbandonato.
Per il resto del giorno i monaci pregano e lavorano, sanno fare tutto, anche i carpentieri.
Situato a 1570 metri di altezza in fondo ad una stretta vallata e reso ancor più minuscolo dall'imponenza delle montagne attorno, il monastero sa difendersi: è una fortezza con camminamenti da guardia e i monaci possono ancora ricorrere all'argano che consentiva gli approvvigionamenti di cibo per evitare le scorrerie dei pedroni del deserto.
L'Abate viene eletto da quattro archimanditi e consacrato dal patriarca di Gerusalemme, uno dei 6 patriarchi ecumenici insieme a quelli di Roma, Mosca, Alessandria, Costatinopoli e Antiochia. Il culto a San Basilio il Grande, vescovo di Cesarea, vissuto fra il 329 ed il 379 d.C., è vivo.
I Monaci non hanno mai avuto problemi di sicurezza - come detto - grazie ad un editto del 625 vergato da Maometto in persona e visibile all'ingresso, che ne ha assicurato la difesa per secoli. La guardia al monastero è affidata a una delle tribù eredi di quell'imperativo: nessuno tocchi il monastero ortodosso.
Nei giorni di Pasqua 2017 si è vissuto il momento più drammatico: un'avvisaglia di attacco Isis. L'attacco del 18 aprile 2017 rappresentò non solo un inquietante segnale, ma la conferma della sfida lanciata al mondo cristiano. Lo scontro per la verità non è nemmeno arrivato alle possenti mura del monastero, ma si è fermato ad un posto di blocco sulla strada che porta a Santa Caterina dove un gruppo di militanti dell'Isis ha fatto fuoco ad un check-point uccidendo un poliziotto. Gli agenti della polizia hanno reagito, ferendo alcuni assalitori, che sono fuggiti, lasciando quattro feriti. La rivendicazione è poi venuta dallo Stato islamico con un comunicato sul suo organo di propaganda, l'Aqmi, che non lasciava dubbi: erano militanti Isis.
Dicono al monastero che da tempo ci si attendeva qualche manifestazione dopo le tensioni nel nord della penisola dove già si erano verificati attacchi ripetuti alle forze dell'ordine da gruppi locali affiliati all'Isis. Il portavoce del monastero, padre Gregorios, ha poi spiegato alla stampa che l'attacco non sarebbe stato contro il monastero e che nessuno dei monaci era rimasto minimamente coinvolto nella sparatoria. Tuttavia la paura è stata grande.
Dopo l'episodio i controlli di sicurezza sono stati rinforzati. Chi c'è stato sa però che la peggiore delle incursioni potrebbe venire non dalle strade del deserto colorato e dalla valle delle Gazzelle, ma dalle montagne e dai sentieri che circondano il cuore del Sinai a nord: il luogo scelto da Dio per dettare la sua legge a Mosè. Negli wuadi (antichi fiumi disseccati) ci sono le piste che conducono a valle.
La fede e la vita estrema che qui è stata condotta nei secoli da generazioni di monaci è però la forza di questa comunità ortodossa. Il buio del deserto può far paura ogni notte ma ogni notte - dicono i monaci - il Dio cristiano veglia su di loro. E Maometto pure.
Corona Perer
marzo 2025
Autore: Corona Perer
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