La Stanza del Silenzio
Il Santa Lucia è il primo ospedale a Roma ad aver allestito lo spazio
di Mariella Morosi - Si può fotografare il silenzio? Si può dargli uno spazio in questa società così chiassosa? Si può considerarlo una risorsa nella malattia? Risposta: sì.
Il Santa Lucia è il primo ospedale a Roma ad aver allestito nel suo interno la "Stanza del silenzio", uno spazio che i fedeli di tutte le professioni religiose potranno utilizzare per pregare, o semplicemente per pensare, isolandosi da un ambiente difficile come può essere una corsia d'ospedale. E' un luogo per isolarsi ma anche per socializzare tra fedeli su temi comuni in cui tutti, medici, pazienti e familiari possono alleggerire tensioni e prendere distanza da una realtà fonte di dolore e di preoccupazione qual è quella della malattia.
Questo spazio, inaugurato alla presenza di tutti i rappresentanti delle maggiori confessioni religiose presenti in Italia, è un altro passo avanti in direzione dell'umanizzazione degli ospedali e una dimostrazione di rispetto per tutte le professioni religiose. Ma è anche un messaggio di pace e di accoglienza dei malati in una società multietnica che hanno culture, tradizioni ed esigenze diverse.
"Tutti, senza alcuna distinzione né di nazionalità né di fede - ha detto Luigi De Salvia, presidente di Religion for peace- abbiamo bisogno di supporto umano e religioso soprattutto nei momenti di fragilità. Ma oltre ad offrire un importante servizio innovativo, la Stanza del silenzio acquista una valenza etica tutta particolare, in un momento delicatissimo dal punto di vista religioso sul piano nazionale ed internazionale. Questo spazio diventa così il segno della dimensione spirituale della persona, che non può essere ridotta a qualcosa di biologico".
La Stanza del silenzio è totalmente bianca, schermata con un effetto taslucido che ricorda il cielo e l'infinito, ed ha una semplice panca di pietra dove sedersi. Nessun simbolo, nessuna immagine, completamente insonorizzata, è facilmente raggiungibile da tutti i degenti, anche in condizioni di disabilità. E' un'iniziativa all'avanguardia che rimette al centro la persona umana nella sua interezza, già oggetto, in questo ospedale, della massima considerazione sul piano medico e scientifico.
"Nei nostri 54 anni di storia - ha detto il direttore dell'ospedale Luigi Amadio- abbiamo ricoverato pazienti di tutti le nazionalità e di tutte le religioni. Anche prima di questa iniziativa abbiamo dato loro supporto spirituale attraverso la nostra direzione sanitaria che - a richiesta- contattava i loro ministri di culto. Ma ora c'è un posto specifico, aperto anche ai non credenti, come c'è in tutti gli ospedali del Nord Europa. Siamo i primi a Roma ad aver sentito e realizzato questa esigenza, che alcuni grandi ospedali di Torino e Milano hanno allestito".
"Dobbiamo far sentire ai sofferenti la nostra vicinanza materiale e spirituale, come ha detto più volte Papa Benedetto XVI. ha detto Mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari, che ha ringraziato la Fondazione Santa Lucia, gli operatori sanitari e in particolare il suo direttore generale Luigi Amadio per l'iniziativa.
3.11.2014
Autore: Mariella Morosi
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