
Trento: scuola a luglio? Il ''no'' del sindacato Delsa
Mauro Pericolo: ''Una intollerabile sparata politica''
Rovereto, 22 luglio 2025 – La sigla sindacale DELSA esprime forte disappunto in merito alle recenti dichiarazioni dell'amministrazione Fugatti e dell'Assessore all'Istruzione Gerosa, che prospettano l'apertura delle scuole primarie per il prossimo luglio 2026 secondo un’ipotesi, elaborata in pieno stile Pat “a porte chiuse” e senza alcun confronto preventivo con le associazioni sindacali e di categoria.
''A perfetta chiosa di quella che riteniamo una colorita mossa del Presidente - si legge in una nota - si apprende oggi pure dell’apertura dei Dirigenti a discutere della cosa, senza che dei rappresentanti dei lavoratori si faccia minima menzione, segno che logiche e dinamiche aziendali si stanno insinuando anche in un ambito delicato come quello dell’istruzione e della cultura, facendo eco a propagande e sparate dal chiaro sapore elettorale''.
L' ipotesi di apertura della scuole primarie trentine a luglio 2026, secondo Delsa, va anche in palese contraddizione con un questionario somministrato a più di 300 docenti trentini che denota un preoccupante livello di stress da lavoro correlato. "Anche di questo l'amministrazione dovrà rispondere anche in virtù di questo ennesimo tentativo di demansionare e sminuire la figura dei nostri insegnanti. Siamo pronti alla mobilitazione'' afferma Delsa che prosegue così in una nota diramata oggi:
Nessuno dice che il tanto decantato “successo” delle aperture delle materne a luglio, attuate dall’allora assessore leghista Bisesti, ha prodotto come primo lungimirante risultato un esodo di massa del personale dalle graduatorie della scuola dell’infanzia verso le graduatorie delle primarie, frutto di uno stress da lavoro correlato che sta attraversando su più livelli tutta la categoria dei docenti trentini e che DELSA ha avuto modo di verificare nel corso delle partecipatissime e recenti assemblee indette (più di 700 i docenti presenti all’ultima ass. Provinciale). Non solo: un questionario diffuso dal Sindacato nei mesi scorsi, a cui hanno risposto più di 300 docenti, ha messo in evidenza un dato allarmante in termini di tenuta psico fisica dei lavoratori della scuola. Lo stress da lavoro correlato è alle stelle e non è un caso che si fatichi a trovare personale nella scuola e che vi sia stata negli ultimi tempi una esplosione di richieste di part-time segno di come la professione risulti sempre più pesante e meno attrattiva, sia in termini economici che professionali. Ma il tutto rientra perfettamente nella notoria auto-refenzialità dell’autonomia trentina, che narra all’esterno un’ efficienza gestionale ben lontana dalla realtà, specie in alcuni cruciali settori come la scuola.Di questa compromessa salute psico fisica sul posto di lavoro sono pienamente responsabili quegli stessi signori che nelle stanze del potere muovono le pedine come se stessero giocando ad un Risiko, facendo leva sui luoghi comuni e pensando di poter letteralmente demansionare i docenti della scuola, che è bene ricordarlo, sono professionisti qualificati ed esperti, selezionati tramite concorsi pubblici per le loro competenze pedagogiche e didattiche.
Piuttosto che confondere la funzione didattica della scuola con le attività di una colonia diurna, l'amministrazione dovrebbe concentrare i suoi sforzi (soprattutto economici) nel potenziamento dei servizi conciliativi, aiutando le famiglie a sostenere i costi dei centri estivi che hanno sempre assolto benissimo a tali bisogni. Ciò permetterebbero in primis ai bambini di vivere un sano e ben organizzato momento di riposo dalle attività scolastiche e ai loro docenti di riprendersi in vista di settembre; sì perché di vero e proprio recupero si tratta e lo diciamo senza mezzi termini. Insegnare non è poi tanto un privilegio al giorno d’oggi e sarebbe bello invitare certi detrattori a provare a fare scuola con classi pollaio, risorse quasi nulle per i tanti ragazzini con disturbi dell'apprendimento, un contratto fermo al 2018 e un stipendio tristemente sotto la media rispetto ai colleghi europei...cosa dire poi della vita privata, compromessa da un contratto in “salsa trentina” che qualche anno fa, in virtù della “flessibilità”, ha messo i docenti letteralmente in balia del tempo scuola.
Purtroppo, quando ci si improvvisa competenti in settori complessi, questo accade: o si sparano demagogiche iniziative ciarlatanesche e insensate, o si volge lo sguardo verso territori nordici in cerca di modelli da copiare, a spese dei cittadini naturalmente, e senza il rischio di dovere pagare personalmente i danni al sistema ed ai lavoratori. La sopportazione dei docenti è giunta al limite: e siamo pronti alla mobilitazione. Se non ci sarà un'immediata marcia indietro rispetto a queste dichiarazioni, il sindacato DELSA è pronto ad attuare azioni di protesta dirette a fermare l’avvio dell’anno scolastico anche facendo fronte comune con le altre organizzazioni sindacali. I docenti non sono "animatori estivi”, con tutto il rispetto per tali figure, e le scuole non sono dei baby parking; è gravissimo che sia proprio l’amministrazione a sminuire la professionalità e il ruolo fondamentale che gli insegnanti ricoprono nell'educazione delle future generazioni. Questa intollerabile sparata politica mira solamente a raccogliere facile consenso sfruttando i ben noti luoghi comuni che dipingono il personale della scuola come una categoria di privilegiati vacanzieri. Venissero a provare, pure loro, li aspettiamo a braccia aperte! Ma si ricordino di venire in abiti da lavoro, se ne hanno nel loro guardaroba'' conclude Mauro Pericolo (Presidente Delsa).
Rovereto, 22 luglio 2025
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