foto Bresciatourism
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Franciacorta terra di vini

di Mariella Morosi

Dire Franciacorta è dire un territorio, un brand, evocare viti che appaiono esotiche e invece sono patrimonio italiano. Dal marzo 1990 anno di nascita del Consorzio Franciacorta, sono 109 le cantine associate, dei  19 comuni che costituiscono la Franciacorta (compreso comune di Brescia).

Sono 2.800 gli ettari vitati Franciacorta Docg (82% Chardonnay, 14% pinot nero, 4% pinot bianco), più 350 ettari vitati Curtefranca Doc, per un totale di 3.150 ettari. Ben  14.302.978 le bottiglie vendute nel 2013, di cui 1.287.473 vendute all’estero (9%).  Principali paesi in cui si esporta: Giappone; a seguire Usa, Germania, Svizzera; molto interessanti i risultati ottenuti in UK, dove nel 2014 proseguono le attività di promozione e valorizzazione del brand iniziate nel 2013.

Il Franciacorta è prodotto con uve Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco, quest’ultimo consentito fino a un massimo del 50%.

Le vigne della Franciacorta hanno una resa massima di 95 quintali di uva a ettaro e la vendemmia, effettuata obbligatoriamente a mano, si svolge, a seconda delle annate, tra la prima decade di agosto e la prima di settembre. I grappoli vengono adagiati in cassette e trasportati in cantina dove il raccolto di ogni vigneto è vinificato separatamente: le uve vengono sottoposte a pressature molto delicate per garantire il frazionamento dei mosti, indispensabile garanzia di qualità dei vini base.

In Franciacorta poi non si smette di "creare". Non è eccessivo definire un momento storico quello della nascita di una nuova etichetta, se a presentarla è una cantina della Franciacorta con alle spalle una storia. Parliamo del millesimato "Premiere Dame" dei Biondelli, agricoltori di terza generazione di Bornato di Cazzago San Martino (Brescia), nella parte della Franciacorta a sud del Lago d'Iseo.

 

La famiglia, di nobili origini mitteleuropee, radicata nel territorio e dedita a varie attività agricole oltre che a coltivare vigne, come si faceva una volta, crea e riconverte. Espiantati i tradizionali vitigni a bacca rossa è arrivato Chardonnay e Pinot nero, uve perfette per essere spumantizzate. Tutta la coltivazione è biologica in dieci ettari di proprietà (8 Chardonnay e 2 Pinot nero) parcellizzati in 5 zone, tutte con caratteristiche diverse e che di conseguenza hanno vinificazioni separate.

La proprietà, detta Breda, fu acquisita nel periodo immediatamente successivo alla fine del secondo conflitto mondiale da Giuseppe Biondelli, futuro ambasciatore d'Italia e allora console generale a Innsbruck in Austria. Sarà più tardi il figlio Carlottavio, da sempre impegnato in prima persona nel settore agricolo, ad estendere ulteriormente l'attività. In cantina oggi c'è Joska, l'enologo Cesare Ferrari, Roberto Ravelli e  Diego Uberti, sostenitore da sempre dell'agricoltura biologica.

 


Autore: Mariella Morosi

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