Scienza, Ambiente & Salute

Diagnosi del Parkinson: in futuro basterà un prelievo

Studio dell'Istituto Italiano tecnologia di Genova

Diagnosticare il Parkinson con un prelievo. In un orizzonte temporale non troppo lontano sarà possibile. Un team di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ha svelato soprattutto nelle donne, il rapporto tra alcuni tipi di lipidi (grassi) misurabili nel sangue e prodotti dalla nostra flora intestinale (microbiota) e la malattia di Parkinson.

Lo studio oltre ad offrire un nuovo futuro strumento diagnostico, suggerisce che le alterazioni nella popolazione di batteri che vivono dentro il nostro intestino potrebbero essere associate all’insorgenza della malattia. I risultati di sono già coperti da brevetto.

Tale tecnica potrebbe, nel giro di pochi anni,  essere utilizzata nella pratica clinica come procedura di screening diagnostico a basso costo. Questo studio, inoltre, suggerisce l’importante ruolo di alimentazione, stile di vita, stress emotivo e fattori ambientali nell’insorgenza di malattie legate al sistema nervoso. Infatti, questi fattori possono alterare la popolazione batterica della nostra flora intestinale diminuendo così la produzione di NAPE necessari a proteggere l’integrità delle nostre cellule. La ricerca è stata effettuata analizzando il sangue di 587 individui (268 malati e 319 sani suddivisi in 294 donne e 293 donne).

Altre importanti acquisizioni arrivano dai ricercatori dell’Università di Trento: grazie allo studio di una rara forma ereditaria della malattia di Parkinson, hanno descritto un nuovo meccanismo patologico alla base della malattia che potrebbe in futuro essere sfruttato in chiave terapeutica anche per le forme non genetiche.

La ricerca riguarda la degenerazione di specifici neuroni presenti nei gangli della base, quelli dopaminergici e la comparsa di aggregati di proteine con effetto tossico sulle cellule. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Brain ed è stato coordinato da Giovanni Piccoli, ricercatore del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio), con il supporto del programma carriere della Fondazione Telethon, l’Istituto Telethon Dulbecco.

Si stima che nel mondo siano oltre 10 milioni le persone colpite dalla malattia di Parkinson. Nella maggior parte dei casi l’insorgenza è del tutto sporadica, ma esistono anche rare forme familiari di origine genetica, causate cioè da mutazioni a carico di specifici geni: studiarle si è rivelato molto utile per fare luce sui meccanismi, ancora in gran parte oscuri, della patologia. Ad oggi le basi molecolari della malattia non sono ancora note e questo ha ostacolato lo sviluppo di farmaci risolutivi.

Quella di Parkinson è una malattia neurodegenerativa ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge specifiche aree del cervello, i gangli della base, deputate al controllo del movimento e dell’equilibrio.

 

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