
Doménikos Theotokópoulos, detto El Greco, a Venezia
Palazzo Ducale rende omaggio al pittore che ispirò i poemi di Rilke
(Venezia 29 apile 2025) - Palazzo Ducale rende omaggio al pittore che ispirò i poemi di Rilke: Doménikos Theotokópoulos, soprannominato El Greco, nacque a Creta nel 1541 quando l’isola era ancora un territorio della Repubblica di Venezia. Si tratta di un nuovo approfondimento scientifico sulle “vie veneziane” della civiltà: una scuola pittorica, quella veneto-cretese, a metà, per più di quattro secoli, tra Oriente bizantino e Occidente latino.
L'ORO DIPINTO. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia stende un filo dorato che lega le vicende storiche, artistiche, gli equilibri diplomatici e la devozione nel Mediterraneo lungo la rotta tra Venezia e Creta, la Candia dal XIII secolo, perla dello Stato da Mar della Serenissima.
A 26 anni, dopo aver dato prove singolari legate al linguaggio della tradizionale icona bizantina, Dominikos Theotokopoulos, divenuto poi El Greco, si trasferisce a Venezia, allora ricca metropoli in pieno fermento artistico, in cerca di fortuna. Lì entra in contatto con le botteghe di Tiziano in primis, Tintoretto, Bassano e ne rimane talmente folgorato da cambiare il suo modo di dipingere, trasformandolo da iconografo ortodosso in un artista innovativo e rivoluzionario.
La vita di El Greco fu una sorta di immenso romanzo di formazione svoltosi tra le capitali culturali del Mediterraneo. Tra queste c'era Venezia che domani 30 aprile inaugura la mostra L'oro Dipinto - El Greco e la pittura tra Creta e Venezia (fino al 29 settembre 2025 a Palazzo Ducale). Una grande esposizione allestita nelle sale dell’Appartamento del Doge che consente un focus sulla pittura veneto cretese dedicata alla stagione pittorica fiorita nell’isola Creta nel periodo di conquista veneziana.
L’oro dipinto, proprio quello che fa risplendere di luce spirituale le icone, è il protagonista della mostra a Palazzo Ducale curata dalla Direttrice Scientifica di Fondazione Musei Civici Chiara Squarcina, dal responsabile del Museo Correr Andrea Bellieni e dalla Direttrice Generale Museo Bizantino e Cristiano di Atene Katerina Dellaporta.
Dopo la Caduta di Costantinopoli (1453) Candia diventa il più importante polo artistico per l’antica tradizione bizantina, alla quale si richiamano fedelmente oltre cento botteghe di “madoneri”, soprattutto autori di immagini devozionali popolari. Parallelamente Venezia – come una nuova Bisanzio - vede l’arrivo di un numero sempre maggiore di opere e di artisti dall’isola dell’Egeo: “pittori iconografi” in viaggio o immigrati tra Creta, le isole dello Ionio e la capitale. Il risultato fu l’incontro e l’originale sintesi tra la nativa impronta aulica bizantina - già una delle anime essenziali della stessa tradizione veneziana - e il linguaggio figurativo occidentale, prima tardogotico, poi rinascimentale, umano-centrico, naturalistico e vivace.
Le sette sezioni della mostra scandiscono e illustrano cronologicamente un singolare percorso pittorico: dalle origini nel secolo XV, coi primi maestri che progressivamente guardano all’occidente gotico - tra questi Angelos, Akotantos e Andreas Ritzos - per passare col maturo Quattrocento a significative vicinanze coi modelli del grande rinascimento veneziano - in primis quelli dei Bellini e dei Vivarini - in pittori come Ioannis Permeniatis. L’evoluzione prosegue nel Cinquecento con Georgios Klontzas e Michael Damaskinos, ma al centro di questo racconto di storia e di pittura si colloca il più celebre e stravagante rappresentante della ”scuola”: Dominikos Theotokopoulos, El Greco (1541-1614).
Nella natia Creta muove i primi passi nell’educazione alla tradizione postbizantina per giungere a Venezia, il viaggio imprescindibile per gli autori dell’epoca, intorno al 1567. L’incontro qui è con e con l’arte sorprendente del maturo Tiziano, di Bassano, di Tintoretto. Una tappa cruciale, prima del passaggio per Roma e poi in Spagna, dove si impone come il geniale El Greco. A testimonianza di questi emblematici passaggi, la mostra ospita la Fuga in Egitto (1570 circa), eccezionale prestito dal Museo del Prado di Madrid, a confronto ad opere della maturità fino al periodo spagnolo con il San Pietro (1600-1607) dalla National Gallery - Alexandros Soutsos Museum di Atene.
Inevitabile l’affondo sul periodo delle Guerre di Morea: la città di Candia - attuale Heraklion - assediata dagli ottomani e strenuamente difesa dai veneziani cade nel 1669 con la resa trattata dal capitano generale Francesco Morosini. L’attività dei pittori iconografi e delle loro botteghe si dovette forzatamente trasferire nelle altre isole venete, come Corfù e Zante; è qui che riprendono a lavorare e inviare opere Theodoros Poulakis, Elias Moskos, Lambardos, Prete Victor e altri. Alcuni scelsero di trasferirsi nella stessa Venezia, come Emmanuel Tzanes.
Fedele alla vocazione inclusiva della Serenissima, una vivace comunità greca aveva potuto formarsi e prosperare, fino ad oggi, perfettamente integrata all’interno del tessuto economico e civile della città, portatrice feconda della propria spiccata identità culturale e religiosa, con polo essenziale nella sua Scuola e adiacente Chiesa di San Giorgio dei Greci. Una radice ellenica che, in tal modo e in virtù di quegli antichi legami, è veramente una componente effettiva e riconoscibile dell’animus più vero di Venezia. Questo lo squarcio aperto significativamente dalla settima e ultima sezione della mostra.
Nelle ultime due sale arte e scienza prendono vita grazie all’intelligenza artificiale: il visitatore diventa protagonista con i due progetti ideati da camerAnebbia, studio fondato nel 2014 tra Milano e Venezia, specializzato nella creazione di video installazioni interattive per mostre e percorsi espositivi nell’ambito dell’arte e della comunicazione scientifica.
Venezia, Palazzo Ducale - Appartamento del Doge
30 aprile - 29 settembre
a cura di Chiara Squarcina, Katerina Dellaporta, Andrea Bellieni
**
EL GRECO PITTORE E ARCHITETTO
El Greco fu apprezzato dai suoi contemporanei anche come architetto e scultore. Era solito progettare e realizzare per intero le composizioni artistiche che decoravano gli altari non solo intervenendo come pittore, come fece, ad esempio per l'Hospital de la Caridad.
Uno dei principi fondamentali dello stile di El Greco è il primato dell'immaginazione e dell'intuizione sulla rappresentazione soggettiva della creazione. Rifiutò i principi di misura e proporzione per innovare. Credeva che la grazia fosse l'obiettivo principale dell'arte e che il colore fosse l'elemento più importante e allo stesso tempo meno governabile di un dipinto, perciò dichiarò che il colore aveva la supremazia rispetto all'immagine.
La personalità e il lavoro di El Greco furono fonte di ispirazione per il poeta Rainer Maria Rilke che gli dedicò poesie basate sull'immagine dell'Immacolata Concezione.Il suo genio visionario ispirò artisti del calibro di Picasso e Cézanne. Il suo legame con la cultura veneta è evidente nella “Maddalena”, opera che risente della profonda influenza che Tiziano esercitò sull'artista. Il quadro fu protagonista del film del 2007, “El Greco”, diretto dal regista greco Yannis Smaragdis.
www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*
Commenti (0)
Per lasciare un commento