Arte, Cultura & Spettacoli

Goldschmied & Chiari ''Dove andiamo a ballare questa sera?''

Quando l'arte fa discutere - Il caso di Museion

Il lavoro di Goldschmied & Chiari metteva in scena i resti di una festa finita, metafora degli anni Ottanta, visti come epoca del consumismo speculazioni finanziarie, della televisione di massa e delle feste – insomma della cuccagna italiana. Ma fece notizia per un... misunderstanding. L’opera delle artiste dal titolo “Dove andiamo a ballare questa sera?” era stata rimossa dal personale addetto alle pulizie. Avevano pensato che fossero i resti di qualche gozzovigliare poco civile al museo. E invece no: era un'opera d'arte, che dopo essere finita nei sacchetti delle immondizie fu completamente riallestita.

"Siamo molto dispiaciuti per quanto accaduto con l’opera e con le artiste. Il tutto è nato da un malinteso con il personale della ditta di pulizie. In accordo con Goldschmied & Chiari, ci siamo impegnati subito per ripristinare l’opera" aveva detto, imbarazzata, Letizia Ragaglia, all'epoca direttrice di Museion.

Il titolo dell’opera si ispirava alla guida alle discoteche della penisola scritto dal politico e ai tempi ministro degli esteri Gianni De Michelis, con la prefazione di Gerry Scotti e l’installazione ambientale s’inseriva in un  progetto espositivo nazionale “L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte” curato da Achille Bonito Oliva.

Non era il primo caso in cui Museion entrava nelle cronache sull’arte contemporanea: tutti ricordno ancora oggi la rana crocifissa al debutto del Museo. La notizia girò il mondo. La stessa cosa anche se con meno clamore internazionale per le immondizie spazzate via dalle colf del museo.

"Abbiamo suscitato un intenso dibattito sui media e sui social, anche a livello internazionale. Ciò dimostra quanto interesse, ma anche irritazione possa provocare l’arte contemporanea. Consideriamo un nostro compito fondamentale mantenere costantemente vivo questo dialogo" aveva aggiunto Ragaglia.

Perchè l'arte contemporanea è proprio questa: far discutere i contemporanei, interrogarli, stupirlo, scuoterli. C'è ancora qualcuno all'opera oggi in questa difficile epoca dominata dalla pandemia, dalla cancellazione del diritto? Pochi a dire il vero. Se si eccettua Petronilla che ci ha proposto soavi grafiche pubblicate settimanalmente da questo giornale.  O Stefano Tonelli che ha invaso un intero paese di volti senza sorriso. "Torneranno quando la pandemia è finita" ci disse. Sono passati quasi due anni e c'è ancora poco da ridere.

(cperer)

 

 

 

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