Attualità, Persone & Idee

''Il morbo'' di Stefano Valente (ed.Graphofeel)

Un romanzo tragicamente attuale

E' stato scritto prima del Covid19, è uscito a maggio 2021, ma è un romanzo ancora tragicamente attuale.

''Il morbo - Una cronaca del 1770" scritto da Stefano Valente e edito da Graphofeel racconta di una pestilenza. Fin dalle prime righe ogni evento è avvolto nel mistero a partire dal luogo in cui il morbo si manifesta: Lille Havn, la cittadina costiera dove divampa, viene collocata "... in un minuscolo regno del Nord, da qualche parte fra Prussia e Danimarca". Ed è qui che si accende la miccia.

Tutto cambia. "...in uno strano inverno ogni cosa appare estranea e remota. Impercettibile e muto l’avanzare della morsa di ghiaccio si accompagna alle nebbie della baia. All'improvviso, indistinto e irraggiungibile, il profilo inclinato di un veliero all’ancora in alto mare, immobile sul filo dell’orizzonte...".

E' la comparsa di questo veliero a coincidere con l'esplosione del virus, descritto dall'autore come un "...erompere inspiegabile e spaventoso di un’epidemia che farà piombare malattia e morte su Lille Havn. Il villaggio viene dunque isolato, segregato in quarantena forzata sotto vigilanza militare, e gli abitanti abbandonati al proprio destino". Un anonimo cronista del tempo ricostruisce, con rigore settecentesco, fatti – e/o apparizioni – attraverso le memorie dei testimoni e dei documenti.

 

Scritto in tempi non sospetti, nel romanzo di Valente si riscontrano parallelismi con la situazione attuale.

Anche in questo caso, come nella celebre sentenza di Tucidide che raccontò la peste di Atene durante la guerra del Peloponneso ("la paura della peste distrusse Atene, non la Peste"), è la paura la vera protagonista del romanzo. Un terrore che fa sprofondare Lille Havn in un inferno a contatto di un virus che colpisce due volte. "...La prima volta per l'epidemia che l’ha infestato, per i suoi ammalati ed i suoi defunti. La seconda per il terrore – invisibile, occulto – che ha proiettato all’esterno ".

E' il caos che rovina contatti e relazioni e produce soltanto frammenti: "...il ricordo d'una carezza, della quiete cristallizzata d’un lago, dell’odore vertiginoso dell’aria che vibra per una spirale di falchi…" scrive Stefano Valente con prosa colta e ricercata, ricca di pathos.

Esperto di cultura ispanica lo scrittore è glottologo e lusitanista e studioso delle lingue e letterature ibero-romanze. Per lui scrivere è «la fatica di addomesticare un animale indomabile: la meraviglia». Per il lettore è entrare nella bella palestra della parola.

Tra i suoi titoli: il thriller esoterico Lo Specchio di Orfeo (Barbera, 2008), tradotto anche in Portogallo (O Espelho de Orfeu – Ésquilo Edições), La Serpe e il Mirto (1978), edito da Parallelo45, il giallo fantascientifico Il Delegato Poznan è stanco (DeAgostini/Libromania) e la space opera Sensei delle Stelle. Per Graphofeel ha pubblicato Il Barone dell'Alba (2016),  Sei Giorni (2018) e Breve storia dell’alchimia (2019). Nel 2013 ha vinto il premio Linguaggi Neokulturali (www.kultural.eu) con l’inedito Di altre Metamorfosi, primo su 2046 romanzi, nel quale affronta da nuovi punti di vista la tematica della “pericolosità” e del rifiuto della diversità; nel 2017 si è classificato al terzo posto nel Premio Costadamalfi con Il Barone dell'Alba.


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Commenti (0)