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Jean Arp. Larme de galaxie

Individuato a Firenze un autentico capolavoro del maestro alsaziano

Plastica astratta, di matrice organica, intesa come imitazione delle forme della natura. ''Larme de galaxie'' è una lacrima che arriva da molto lontano e precisamente da una galassia. E' stata scolpita nel 1962 e fu donata dall'artista alsaziano Jean Arp alla città di Firenze all'indomani della drammatica alluvione del 1966. Forse con questa scelta l'artista esprimeva il dolore per quanto avvenuto nei tragici momenti che misero a repentaglio l'immenso patrimonio artistico della città, colpita dalla furia delle acque.

Dopo tre anni di studio e ricerche condotti da Emanuele Greco, l'opera torna alla luce e domina una mostra costruita attorno a lei "Jean Arp. Larme de galaxie" che dall'11 novembre 2022 fino al 15 febbraio 2023 fa del Museo del Novecento di Firenze un vero e proprio crocevia sul pensiero scultoreo contemporaneo (è attualmente allestita anche una mostra dedicata a Tony Cragg).

Si può dire che Jean Arp, uno dei grandi maestri del Novecento, "riaffiora" dai depositi dei Musei Civici Fiorentini perchè l'opera, un unicum nella produzione scultorea di Arp, fu donata alla città di Firenze grazie alla generosità della moglie dell'artista, Marguerite Arp-Hagenbach, che nel 1967, all'indomani dell'alluvione, ma poi rimase in magazzino.

Scolpita in duralluminio e realizzata da Arp nel 1962, ebbe un'unica apparizione 60 anni fa alla Galleria Schwarz di Milano (1965). Poi finì nei magazzini fiorentini. Ora torna finalmente visibile in un'esposizione pubblica.

 

Rappresenta l'ultima fase creativa dell'artista alsaziano, e in essa la poetica e lo stile di Arp attivo fin dagli anni Trenta, evolve sull'astratto dopo le stagioni di arte dada e surrealista che avevano attratto l'artista. L'opera guarda alle forme animali e vegetali, a quel germinare dalla natura, che divenne per Arp fonte di ispirazione.

Le opere del periodo dalle forme arrotondate e sinuose rappresentano così la stagione organica dell'artista. E stupisce che Forenze dopo averne ricevuto il dono si fosse in uncerto qual modo "dimenticata". E' il curatore a spiegarlo.

“Attraverso un lungo e meticoloso studio di documenti sparsi tra l'Italia, la Germania, la Francia e la Svizzera, è stato possibile identificare un'importante scultura di Jean Hans Arp, intitolata Larme de galaxie (1962), all'interno delle collezioni civiche fiorentine” dichiara Emanuele Greco, curatore della mostra. “Il ritrovamento dell'opera, che fu appositamente scelta e donata dalla moglie dell'artista all'indomani dell'alluvione di Firenze, permette di gettare nuova luce sulla storia del lungimirante progetto del Museo Internazionale d'Arte Moderna (MIAC), avviato dallo storico e critico d'arte Carlo Ludovico Ragghianti con un appello agli artisti, e pensato come una sorta di grandioso risarcimento alla città dopo i danni provocati dalla catastrofe del 4 novembre 1966, e che di fatto costituisce il nucleo fondante dell'attuale Museo Novecento”.

Giuseppe Marchiori, tra i primi critici italiani a occuparsi dell'opera dell'artista nel 1964, fu anche il primo a vedere nelle opere di Arp l'eco naturale. «...una tale ricchezza morfologica, che spazia nell'illimitato campo della natura con un continuo mutamento di prospettive e di temi...osservazioni di gesti e di aspetti di animali e di piante....di un mondo originario, preistorico, affascinante e misterioso».

E' grazie alla sinergia instaurata tra il museo e il mondo accademico che è stato possibile individuare, o meglio "ritrovare" l’opera di Jean Arp nei magazzini museali.

"Il nostro grazie va a Emanuele Greco, ricercatore e studioso, che ha riscoperto questa importantissima opera del maestro alsaziano conservata nei depositi delle collezioni civiche. Larme de galaxie, di cui si era perduta traccia dagli anni Settanta, era stata donata alla città di Firenze rispondendo all’appello di Carlo Ludovico Ragghianti, che all’indomani dell’alluvione del 1966, aveva chiamato a raccolta i grandi artisti internazionali per fare dono di un’opera nella prospettiva di fondare il Museo di Arte Moderna e Contemporanea della città di Firenze" commenta Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento.

Ci è voluto però qualche decennio: solo nel 2014 si inaugurava il Museo Novecento. "Oggi, siamo ancora più soddisfatti nel ricordare gli eventi di allora, anche perché al nostro impegno sulla valorizzazione delle collezioni si aggiunge il sostegno alla ricerca scientifica” conclude Risaliti.

La scultura è posta in un dialogo serrato con il dipinto Forma in elevazione del 1963 di Leone Minassian (1905-1978) che si ispirò al grande maestro alsaziano. Fu proprio lui a convincere la moglie dell'artista, da poco scomparso, a donare un'opera del marito alla città di Firenze per l'allora costituendo Museo Internazionale d'Arte Contemporanea (MIAC).

La mostra consente quindi non solo di ammirare un’opera del patrimonio fiorentino di cui si erano perse le tracce, ma anche di scrivere una nuova pagina di storia, imperniata sui legami e le affinità tra diversi protagonisti dell’arte italiana e internazionale del Novecento.


Autore: Corona Perer

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