Arte, Cultura & Spettacoli

Joan Miró, capolavori grafici

Il gioco dell'arte di un'artista difficilmente catalogabile

Joan Miró non ha mai fatto parte di una corrente artistica ben precisa, seppure toccando movimenti come il fauvismo e il surrealismo, il suo stile unico e originale non risulta ascrivibile ad alcuna corrente specifica.

Le opere di Miró hanno un carattere giocoso: rimandano alla sfera infantile, al grottesco, e sempre più all’astrattismo, all’invisibile.

La ricerca artistica di Mirò infatti si è via via concentrata sulla  rarefazione di tratti ed elementi visivi con l’obiettivo di approdare all’essenza e all’origine del linguaggio. In questa accezione il segno e il gesto grafico sono considerati dall’artista i fattori primari del linguaggio.

Tutto ciò ha molto a che fare con il suo precoce approdo all'arte:  Joan Miró comincia a disegnare all’età di otto anni.  Tuttavia il padre lo spinge a lavorare come ragioniere, e proprio lo stress legato a questo impiego, che Mirò detestava, conduce il ragazzo incompreso a un esaurimento nervoso.

Dopo essersi ripreso, nel 1911 l’artista decide di dedicare la sua vita solo all’arte.  Nel 1918 comincia ad esporre le sue prime opere dal carattere fauvista. Successivamente si trasferisce a Parigi dove inizia a sperimentare l’utilizzo di diversi materiali come l’acquaforte, la ceramica, il bronzo, e tecniche come la litografia.

La Fundació Joan Miró di Barcellona conserva la collezione più importante al mondo delle opere di Joan Miró. I dipinti, i disegni, le sculture, le ceramiche e le creazioni tessili che la compongono permettono di spiegare gli aspetti più significativi della sua attività nel corso di quasi tutto il XX secolo. Contiene inoltre un vastissimo fondo di disegni e documenti scritti che la rendono unica, in quanto ci consentono di conoscere la genesi e il processo creativo di gran parte della sua opera.

Nella collezione si evidenziano aspetti come il rapporto di Miró con la terra, la volontà di superare la pittura convenzionale, il desiderio di anonimato, la violenza della guerra e la voglia di evasione, la poesia e il silenzio o l’antipittura.

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